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 2019  settembre 18 Mercoledì calendario

Orafi introvabili

Dall’orafo da banco al tecnico addetto alla progettazione 3D o alla saldatura laser. Dall’assemblatore al lustraressa. Le difficoltà di reperire personale qualificato riguardano, da vicino, anche un settore chiave della manifattura made in Italy, vale a dire l’oreficeria-gioielleria, che conta, oggi, 7.500 aziende, oltre 31mila lavoratori; e ha il cuore della produzione in quattro distretti sparsi lungo lo Stivale, Valenza (provincia di Alessandria), Arezzo, Vicenza e Torre del Greco (Napoli).
Da qui al 2023, secondo recenti stime di Confindustria Moda su dati Exclesior, il comparto ha in programma un migliaio di nuove assunzioni; ma già si sa che circa il 20% di queste posizioni saranno “difficili da ricoprire” essenzialmente per assenza di candidati, vista l’attuale offerta (ai minimi termini) del sistema scolastico/formativo.
Il tema è delicato, «anche perché nei prossimi 10 anni, per ragioni di età, circa il 40% della forza lavoro dovrà essere rinnovata – ha sottolineato Stefano De Pascale, direttore di Federorafi -. Di opportunità per i giovani pertanto ce ne sono, e ormai, con l’avvento del 4.0, le nostre aziende sono estremamente all’avanguardia e al passo con le ultime novità su sostenibilità ed economia circolare. Come associazione stiamo dialogando con le scuole, ma se non avvia, subito, un vero cambio di rotta, riscoprendo l’istruzione tecnica e il saper fare, sarà dura recuperare il gap».
I marchi del lusso conoscono bene il problema: per questo si moltiplicano le iniziative per formare “in house” i propri collaboratori. Questa mattina, a Milano, regione Lombardia, l’ente di formazione Galdus, e la maison Pomellato (che fa capo al gruppo Kering) annunciano la nascita del primo Its lombardo dell’oreficeria. Il corso parte a ottobre con 25 studenti, dura due anni, e prevede lezioni in aula e pratica “on the job”, con 4 mesi in azienda l’anno. Oltre il 50% della docenza proviene dal mondo del lavoro. Anche qui l’obiettivo è chiaro: dare una risposta all’emergenza mismatch.
Pomellato mette a disposizione propri esperti e laboratori. Galdus, con il neonato Its, completa la filiera formativa, dai 3 ai 7 anni, nel settore orafo, che inizia con corsi regionali e percorsi Ifts (il progetto Pomellato Virtuosi si inserisce in questo contesto – nella filiera studiano 150 ragazzi, il placement è molto elevato, e si valorizza anche il contratto di apprendistato). Regione Lombardia investe ogni anno 6 milioni di euro per i percorsi Ifts e 11 milioni di euro per gli Its.
«Come sistema Paese non si è ancora riusciti a superare il mismatch formativo: a fronte dell’alta disoccupazione giovanile e dell’inaccettabile tasso di dispersione scolastica, il rapporto Excelsior di Unioncamere continua a dire che le imprese non trovano figure professionali con le competenze di cui hanno bisogno – ha commentato l’assessore a Istruzione, formazione e lavoro della regione Lombardia, Melania Rizzoli -. Per me, gli Its sono un segmento essenziale per dare ai percorsi di istruzione e formazione professionale pari dignità rispetto agli altri percorsi terziari che si concludono con le lauree universitarie. Troppo poco si sa che il diploma di tecnico superiore rilasciato dagli Its ha lo stesso valore della laurea nel sistema delle certificazioni europee. Proprio per questo, ho già lanciato la mia proposta di cambiare nome agli Its, per rendere ancora più evidente la loro importanza».
L’iniziativa di Pomellato è la più recente di una serie che coinvolge anche gli altri gruppi del lusso: Lvmh, per esempio, dopo Francia e Svizzera, nel 2017 ha portato anche in Italia l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza, un programma di quattro percorsi formativi in altrettanti settori della manifattura e in accordo con quattro regioni italiane: per l’oreficeria è stato coinvolto il Piemonte, dove si trova il più importante distretto orafo italiano, quello di Valenza. Lo scorso novembre sono iniziati i primi corsi al For.al., scuola leader nel settore, al termine dei quali è stato offerto un tirocinio retribuito all’interno di Bulgari, marchio del gruppo Lvmh.
Da parte sua, proprio Bulgari ha dedicato una parte della sua nuova manifattura di Valenza (aperta nel 2017) alla sua “Jewellery Academy”: in due anni e mezzo, 210 neoassunti con nessuna esperienza pregressa, provenienti da scuole di settore, hanno trascorso i primi 4 mesi in questa scuola di formazione interna.
Richemont, il gruppo del lusso che ha in portfolio importanti marchi di gioielleria (fra cui Cartier e Van Cleef & Arpels) nel 2003 ha scelto Milano per aprire la sua Creative Academy, che ogni anno seleziona 20 studenti internazionali: per i migliori si aprono le porte degli studi creativi delle maison del gruppo. E sempre a Milano da un anno è attiva la seconda sede della Scuola Orafa Ambrosiana, aperta proprio per far fronte alle crescenti richieste di tecnici specializzati: l’inserimento degli allievi in maison di alta gioielleria, fra cui anche Buccellati e Damiani, è oggi dell’80%.