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 2019  settembre 18 Mercoledì calendario

La frenata dei monopattini?

Micromobilità, macro… difficoltà. I monopattini elettrici invadono il mondo e le start up che ci hanno creduto gongolano nel leggere i bilanci. Ma sono ancora tanti i problemi legati al fenomeno e-scooter (il loro nome nel resto del mondo). Non a caso Milano ne ha bloccato la circolazione subito. 
Leader nel settore, l’americana Lime ha annunciato ieri di aver raggiunto le 100 milioni di corse nel mondo (opera in 30 paesi). Il vantaggio è evidente, come chiarisce una ricerca McKinsey: nelle città con oltre un milione di abitanti la velocità del traffico veicolare è in media di 15 km/h, al contrario la micromobilità garantisce medie più elevate con risparmi di tempo per spostamenti e parcheggio. Ecco perché le startup di micromobilità hanno accumulato in fretta valutazioni che superano il miliardo di dollari. Le americane Lime e Bird sono le star. A contendere loro la scena anche la svedese Voi, le tedesche Circ e Wind, la viennese Tier, l’olandese Dott. In Italia ha avuto successo Helbiz, nata a New York dall’italiano Salvatore Palella. McKinsey ha sottolineato che il prezzo medio per un modello è di 400 dollari e bastano 114 giorni di sharing per ripagare la spesa. Insomma, dopo quattro mesi si festeggia. Come fa ora Lime, ricordando che l’e-scooter ha evitato 40 milioni di km di viaggi in auto, risparmiando 9.000 tonnellate di emissioni di carbonio, contribuendo a una forte riduzione dell’inquinamento. Il motivo per cui le amministrazioni hanno aperto le porte ai monopattini elettrici. 
Che hanno invaso numerose città, soprattutto Parigi. Nella capitale francese si fanno i conti con la mancanza di una regolamentazione adeguata: limiti di velocità non rispettati, la morte di due persone, e-scooter abbandonati ovunque sui marciapiedi. La sindaca Anne Hidalgo l’ha definita «anarchia dei monopattini». Mentre di serio pericolo per chi si muove in sedia a rotelle o per i non vedenti hanno parlato a San Francisco. Eppure a farsi più male, almeno in California, sono proprio i maldestri monopattinatori, con fratture e traumi cranici. 
Da risolvere anche la questione legata alle assicurazioni e il coordinamento della raccolta dei monopattini elettrici scarichi, fermi sulle strade. I più selvaggi hanno trovato una «soluzione»: pochi giorni fa un’associazione ambientalista francese ha ripulito i fondali del Rodano, a Lione, tirando fuori in tre ore 109 «trottinette», il nome francese per gli e-scooter. Più che una pesca miracolosa, è stata definita un «ecocidio» per la presenza delle batterie al litio. A tal proposito, una ricerca dell’Università della Carolina del Nord ha sollevato dubbi anche sull’ecosostenibilità dei monopattini elettrici per la filiera produttiva di questi mezzi e la loro manutenzione. 
Milano ha vietato ad agosto la circolazione dei monopattini in sharing, ma presto dovrebbero tornare con regole precise riguardo velocità, spazi riservati, informazioni ai cittadini, segnaletica, sistemi di sicurezza. Intanto il Politecnico e Officine Edison stanno valutando lo sviluppo di software per intervenire in caso di pericolo, come rallentare automaticamente il mezzo. 
Perché, come sostengono le autorità di San Francisco, «non siamo contrari ai nuovi strumenti di mobilità ma per un uso in sicurezza bisogna trovare la strada giusta». La strada, non il marciapiede…