Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  settembre 17 Martedì calendario

Periscopio

Non ci sono più di duemila persone che sanno chi è Cioran. Ciò non toglie neanche un pollice alla grandezza di Cioran, né all’importanza della sua opera. Gabriel Matzneff, Elie et Phaeton. La Table ronde, 1991.La Comunità di Sant’Egidio si sta già proponendo tanto al ministro degli Esteri fresco di nomina Giggino Di Maio, per aiutarlo a mettere una toppa, soprattutto in Libia, ai disastri della passata gestione Moavero, quanto alla neo ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, per ripristinare una politica dell’accoglienza opposta a quella della reggenza Salvini che, nonostante i rosari, non è mai riuscito ad avere rapporti con le Stanze Vaticane. Luigi Bisignani. Il Tempo.
M5s non è un movimento progressista. È tutto e niente: è un insieme di componenti diverse, che, a seconda delle convenienze momentanee, prendono il sopravvento. Anzi, io vedo il rischio che all’indomani dell’accordo, il M5s dia fondo al suo peggiore moralismo e giustizialismo radicale che lo contraddistingue per mostrarsi più puro degli alleati, come del resto ha fatto anche con la Lega a ridosso delle europee di maggio. Semmai è proprio questo il punto, il Pd cercando di arginare Salvini, riuscirà a disarticolare il M5s? Vedremo. Solo il futuro potrà dirlo. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, espulso dal M5s. (Valerio Valentini). Il Foglio.
Una cosa per migliorare la macchina della giustizia in Italia si può fare subito, togliendo ai magistrati un assurdo privilegio: il progresso automatico nella carriera e nello stipendio, senza mai sottoporsi per 40 anni a una prova di idoneità, né al vaglio gerarchico o di qualsivoglia giuria. Formidabile incentivo per i pigri, certezza di impunità per i disonesti, convinzione di intoccabilità per tutti. Giancarlo Perna. La Verità.
Costruire vuol dire levare criminalità, fare sicurezza, fare bellezza. E con gli oneri di urbanizzazione dare risorse al comune. Il pubblico non esiste senza il privato. Bisogna capire che ricostruire, modificare l’esistente porta benefici a tutti. Lorenza Baroncelli, direttrice della Triennale di Milano. (Michele Masneri). Il Foglio.
Andai a trovare Pavarotti pochi giorni prima che morisse. Chiese un piatto di rigatoni. Ma non poteva mangiarli. Gli portarono del puré. «Tu capisci come mi sono ridotto?», disse con una punta di malinconia. L’impressione che ricavo dal nostro incontro è di trovarmi davanti alla solitudine dei numeri uno. Leone Magiera, maestro di musica di Luciano Pavarotti. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Mia nonna, ancora in vita, aveva aperto la sua casa al pubblico per condividere le sue opere d’arte. La casa era accessibile a tutti, tre volte alla settimana. E lei amava vedere la reazione della gente nelle sale davanti ai quadri. Aprire la casa è stato un grande dono alla comunità. Era l’impegno più grande della sua vita. Karole Vail, nipote di Peggy Guggenheim. (Dario Pappalardo). la Repubblica.
La latitanza della Br Paola Besuschio finì il 30 settembre 1975 ad Altopascio (Lucca), durante un conflitto a fuoco con un maresciallo della pubblica sicurezza. Probabilmente stava progettando una rapina. Rimase ferita a una gamba. Tre complici tentarono di liberarla, spianando le loro armi contro il sottufficiale che l’aveva catturata. Costui, puntando la pistola alla tempia dell’arrestata, gridò: «Andate via, altrimenti prima sparo a lei e poi a voi». Scapparono su un’auto targata Verona. Nella borsa, Besuschio aveva un mitra, alcuni caricatori e una parrucca. Era in possesso di una patente di guida falsa intestata a Cristina Greco, 26 anni, nata a Verona ma residente a Torino. Il modo in cui si giunse all’identificazione della guerrigliera ebbe dell’incredibile. Il dirigente dell’ufficio politico della questura di Lucca, Gennaro Antonacci, quando vide la donna ferita nel letto d’ospedale ebbe la netta sensazione di averla già conosciuta. Le foto giunte da Verona confermarono il suo sospetto. Stefano Lorenzetto, scrittore. l’Arena.
Nella Milano di oggi si corre troppo. Non c’è la banalità, che è una cosa fondamentale nella vita. La gente ha paura di essere banale. Così sembrano tutti sovraeccitati. E poi non mi piacciono i grattacieli. Da piccola volevo fare la portinaia perché mi piace stare al pian terreno. Pupi Solari, 93 anni, stilista per bambini a Milano. (Stefano Landi). Corsera.
Guarda come cambia tutto! Gli autobus arrancano con la città sotto le ruote. Intorno, il pedalare veloce dei postini. Le Giardinette danno gas, le signore trafelate stringono al collo i foulard di Hermès, i vecchi accendono i sigari. Paolo Baldini, Piacenza passato prossimo. La Luna nel pozzo, 2005.
Non so se ha contato il fatto di essere cresciuta senza padre. Probabilmente, se ci fosse stato, sarei stata diversa. Ma mia madre diceva di portare la sua vedovanza «come la corona di una regina», si sentiva fortunata rispetto a mogli tediate da mariti tremendissimi. Così sono cresciuta con l’idea che non aver marito era la soluzione della vita. E non mi sono mai sposata. Natalia Aspesi, 90 anni, giornalista. (Simonetta Fiori). la Repubblica.
Secondo Curzio Malaparte, la differenza tra Bartali e Coppi stava nel carburante: «Nelle vene di Bartali scorre il sangue, in quelle di Coppi benzina». In sintesi, Bartali era visto come l’ultimo grande prodotto della civiltà contadina, Coppi come il primo grande prodotto della civiltà industriale, dell’esodo verso le fabbriche. In realtà, tutti e due erano figli della civiltà contadina. Coppi, più che civiltà, la considerava una fatica sfiancante sui costoni argillosi di Castellania, e per sfuggirle s’era fatto garzone di salumiere. Poi sarebbe sbocciato il campione. Gianni Mura. il Venerdì.
Quando faccio la strada che da Asiago sale verso le trincee del Monte Zebio, vedo i posti dove gli austriaci avevano doppia difesa di reticolati, mitragliatrici in caverna, avamposti, fortini in cemento armato che falciavano i nostri soldatini, il bosco oggi è silente. Gianbattista Rigoni Stern. (Gian Antonio Stella). Corsera.
Ricordo, perché ne sono stato protagonista, l’anno in cui a Cannes vinsero Gomorra e Il divo, uno girato a Napoli da un grande regista romano, l’altro di un cineasta napoletano. Napoli è una città con un’infinità di problemi e contraddizioni che però alimentano una creatività che non si ferma mai. E una tradizione enorme nelle arti sceniche, ma anche in letteratura, musica e poesia. Per un artista, là dove il conflitto è acuto e la vita pulsa c’è più nutrimento rispetto a dove tutto scorre noiosamente. Toni Servillo, attore. (Arianna Finos). la Repubblica.
L’intuizione è un guizzo dell’intelligenza. Roberto Gervaso. Il Messaggero.