ItaliaOggi, 17 settembre 2019
La Xylella raggiunge la Francia
Dalla Puglia alla Costa Azzurra. La Xylella fastidiosa, il terribile batterio che ha decimato gli ulivi del Salento, se ne infischia dei confini geografici e politici e delle distanze chilometriche e comincia a fare i primi, seri danni anche in Francia. Nei giorni scorsi a Mentone, nella Riviera francese, è stato abbattuto il primo ulivo, all’interno del giardino di palazzo Carnolès, l’antica residenza estiva dei principi di Monaco.«Abbiamo avuto i risultati alla fine della settimana scorsa», spiega a Le Figaro Franck Roturier, direttore parchi e giardini del comune. «Ci hanno avvertiti che uno dei nostri ulivi era positivo. In questi casi occorre agire molto velocemente e farlo bene, dal momento che l’albero presentava già segni di deperimento e cominciava a seccare». In base al protocollo, altri due ulivi vicini all’esemplare in questione sono stati tagliati e poi sradicati.
La sottospecie di Xylella fastidiosa rilevata a Mentone è la stessa della sindrome del disseccamento rapido degli ulivi in Puglia. Un altro ulivo è risultato positivo ad Antibes, in un condominio: in questo caso si tratta di una variante del batterio, chiamata multiplex. Dal 2015, ovvero dall’arrivo della Xylella a Mentone, le autorità francesi effettuano dei prelievi sistematici sugli alberi minacciati, da Nizza a Fréjus, a Tolone e in Corsica. Nelle Alpi Marittime, rinomate per le coltivazioni di ulivo e per la denominazione di origine protetta «Olive de Nice», l’inquietudine è alle stelle. «E come potrebbe essere altrimenti?», riconosce Jean-Philippe Frère, olivicoltore che è anche vice presidente della camera dell’agricoltura. «Oggi mancano i dati. Ma quel che è certo è che non ci accontenteremo di risposte del tipo “si abbatta, si abbatta”. Molte domande si pongono. Si possono trovare dei mezzi per lottare contro l’insetto (la Xylella necessita di un insetto che la trasporti da una pianta all’altra, fungendo da vettore, ndr)? La nostra varietà locale può adattarsi al batterio?», si chiede Frère. Dopo diversi anni di difficoltà, aggravati quest’estate dall’ondata di canicola che ha fatto cadere i frutti prima della raccolta, la Xylella è il colpo di grazia per una filiera già duramente colpita dai capricci della natura.
La Xylella può contaminare potenzialmente più di 500 specie vegetali: oltre agli ulivi, mandorli, viti, aranci e numerose piante ornamentali. Nei giorni scorsi, la Corte europea di Giustizia ha condannato l’Italia per non aver attuato tutte le misure previste dalle decisioni Ue per impedire la diffusione in Puglia del batterio. In particolare l’Italia non ha attuato due obblighi: la rimozione delle piante malate nella zona infetta e il mancato monitoraggio della presenza dell’insetto vettore della malattia mediante ispezioni annuali nelle fasce non ancora investite dal disastro.
Adesso a essere minacciata è tutta l’Europa.