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 2019  settembre 17 Martedì calendario

L’archivio di Paolo Poli

Il telegramma di solidarietà che Vittorio Gassman, Luca Ronconi, Edmonda Aldini, Enzo Garinei e tanti altri artisti gli scrissero nel’68 testimonia i tempi odiosi della censura, quando subì la sospensione di Rita da Cascia, perché un uomo che recitava una donna era considerato un gesto blasfemo tanto quanto gli echi di sacro e profano che convivevano allegramente nello spettacolo.
È solo una delle rarità e degli inediti dell’archivio di Paolo Poli, che, grazie all’impegno della famiglia, a tre anni dalla morte dell’attore, nel 2016 a 87 anni, diventa pubblico, acquisito dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Cini di Venezia. Sono locandine, lettere, i 40 copioni dei suoi spettacoli, fotografie, articoli, perfino una rara collezione di circa diecimila spartiti di canzonette popolari italiane, conservati da Poli stesso nel corso degli oltre 60 anni del suo emozionante, spiazzante, divertente teatro, costituiscono una risorsa preziosa, e non solo teatrale, specchio dell’Italia nella seconda metà del Novecento.
«Paolo era uno ordinato – racconta Lucia Poli, attrice e sorella prediletta, che con Paolo ha recitato in quattro spettacoli, che affianca il figlio, Andrea Farri, erede dell’attore, a valorizzarne la memoria – conservava faldoni e faldoni di materiali. Una documentazione enorme che mostra quanto il suo teatro nascesse da un’eredità antica, dalle storie, dai passatempi infantili, dalle rappresentazioni delle monache, dalle letture e dalle filastrocche che noi fratelli si cantava in casa. Il teatroper lui, in fondo, è sempre stato rivivere quel mondo dell’infanzia nel gioco del palcoscenico, dove lui poteva tornare un bambino grande, surreale e birichino».
E proprio gioco, ironia e gusto per l‘artigianato teatrale raccontano i materiali dell’archivio: le fotografie dei travestimenti dei primi anni, i divertenti rimaneggiamenti di testi poetici, le lettere di colleghi e ammiratori e – la parte imperdibile – la collezione di copioni, da L’amica di nonna Speranza da Guido Gozzano del ‘51 all’ultimo Aquiloni del 2012, inediti perché solo pochi sono stati pubblicati, che descrivono il rapporto con la scrittura scenica di Poli e la collaborazione con Ida Omboni...
Il Fondo verrà presentato pubblicamente il 19, a Venezia, alla Fondazione Cini, ospiti Milena Vukotic, Pino Strabioli, Rodolfo Di Giammarco. «Dopo l’inventario e la digitalizzazione – spiega Maria Ida Biggi, direttrice dell’Istituto per il Teatro e il Melodramma – abbiamo il progetto di organizzare un convegno su un artista importante per la nostra cultura». «Mio figlio – anticipa Lucia – sta preparando un volume che accompagnerà la mostra già presentata a Roma e che si spera andrà a Milano. E un documentario, per dare testimonianza visiva di un’esperienza irripetibile: perché è chiaro senza Paolo il suo teatro non c’è più».