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 2019  settembre 17 Martedì calendario

Cucinelli non entra in politica. Intervista

Chi meglio di lui, Brunello Cucinelli, il capitalista etico, che vuole riportare il lavoro al centro del dibattito politico, l’imprenditore che crede nel made in Italy e nei prodotti sostenibili, che ama San Francesco e anche papa Francesco, cita Platone, immagina un «mondo garbato», e che ha portato nel piccolo borgo umbro di Solomeo i ceo della rivoluzione digitale - tra loro Jeff Bezos, fondatore, presidente e ceo di Amazon, il co-fondatore e presidente esecutivo di Linkedin Reid Hoffman -, avrebbe potuto convincere gli umbri a votare una coalizione civica benedetta dalla strana coppia di governo Pd-Movimento cinque stelle? Avrebbe potuto. Ma non lo farà.
Allora non ha accettato di candidarsi alle regionali?
«No non mi candido, non scherziamo»,
Di Maio non scherzava affatto. È venuto da lei?
«Sì, giovedì della scorsa settimana. È venuto a trovarmi a Solomeo e sono stato contento di mostrargli quello che abbiano costruito. E onorato della sua visita».
Onorato ma gli ha detto un no forte e chiaro. Di cosa avete parlato?
«Gli ho ricordato le parole del Papa sulla necessità di ridare dignità al lavoro, gli ho parlato della umanità, del garbo, del rispetto di cui abbiano tutti un grande bisogno». 
Vi eravate mai incontrati?
«Si tre anni fa, ci conoscevamo, e lui sapeva che io sono sempre stato affascinato dalla politica». 
Appunto...
«Io non faccio politica ma penso che sia uno dei grandi ideali dell’essere umano. Sono innamorato di Platone e sulla sua Repubblica ho impostato la mia vita. E c’è un espressione di Platone che mi è sempre piaciuta: "Ho conosciuto un poeta non male che si è messo in politica e ha rovinato sia la poesia che la politica".Ognuno deve fare il suo lavoro». 
Lei è stato renziano più che grillino. Lo è ancora?
«Io sono cresciuto con mio nonno, un socialista illuminato, che non aveva studiato niente. Sono diventato un democratico illuminato. Affascinato da Obama prima per il suo modo di porsi che per i contenuti. Sono un sano europeista, credo nell’euro e nella nostra Unione. Più che altro io voglio rispettare le leggi che il mio governo mi dà e collaborare, qualunque esso sia, perché questo me lo ha insegnato Platone».
Europeista, e i cinque stelle bussano alla sua porta. Se lo sarebbe aspettato?
«La visita del capo dei cinque stelle e ministro degli Esteri è stata un onore. E glielo ho detto»
Cosa gli hai consigliato?
«Ha l’età delle mie figlie e deve credere nella bella politica, uno dei grandi ideali dell’essere umano». 
E per la sua Umbria?
«Per la mia Umbria spero solo che siano chiamate a governare delle persone educate e per bene».
Questa unione di governo, giallo-rossa la vede bene? Anche con l’uscita dal Pd di Renzi?
«Io credo nel fare le cose quando c’è la volontà di intenti. E mi piace anche questo rinnovamento anagrafico. Infatti ho detto scherzando a Luigi: "Volete rinnovare con uno come me di 66 anni?"».
Potrebbero ancora convincerla?
«Peccato che io faccia un altro lavoro. Posso apportare alla politica di più continuando a fare quello che so fare meglio, cioè l’imprenditore. Sin da ragazzo ho immaginato di poter contribuire a migliorare, per quanto posso, la vita delle persone e posso dire di esserci riuscito abbastanza bene, o almeno così mi è riconosciuto in tante parti del mondo e soprattutto nella mia amata Italia. E nella mia azienda. Non cambierei tale mestiere con nessun altro». 
Appoggio da fuori quindi e disponibilità a dare consigli?
«Si, ma solo nel mio campo. Non sono un politico e credo che chi governa abbia una visione più ampia. Certamente se mi chiederanno consigli mirati sono pronto a dare una mano. Dobbiamo tornare, lo ripeto, a una politica geniale coraggiosa, saggia, umanistica. Morale. Kant dice: "Due cose mi emozionano in un modo particolare: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me"».