Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  settembre 16 Lunedì calendario

Quanto spendono Autostrade e Anas per la manutenzione

Nel tentativo di difendersi dalle gravissime accuse emerse in questi giorni Autostrade - non si sa quanto volontariamente, e probabilmente con scarso tempismo e senso dell’opportunità - apre un nuovo fronte di polemica. Stavolta Autostrade se la prende con Anas, la società pubblica (di proprietà di Fs Italiane) che gestisce la rete delle strade statali e quella autostradale non a pedaggio, affermando in sostanza che Anas spende molto poco (e meno di Autostrade) per la manutenzione. 
In una nota diffusa ieri, mirata a negare «presunte volontà di Autostrade per l’Italia di risparmiare sulle spese di manutenzione», Aspi afferma dunque che «la spesa in manutenzione per chilometro di infrastruttura di Autostrade per l’Italia è di circa 108 mila euro all’anno (periodo 2013-2017), pari a 5 volte di più rispetto alla spesa effettuata da Anas sulla propria rete (19 mila euro all’anno tra il 2013 e il 2016). Una somma, si spiega, che è tre volte superiore a quanto spendono le concessionarie autostradali francesi e spagnole comparabili. Ancora, la società ricorda di aver sempre speso più degli impegni inseriti nel piano finanziario: il consuntivo di spesa in manutenzione nel periodo 2000-2018 è infatti di 5,430 miliardi di euro, pari a circa 196 milioni di euro in più rispetto agli impegni di spesa previsti in Convenzione. Inoltre, Autostrade per l’Italia, si legge nella nota della società del gruppo Atlantia, «è l’unica società concessionaria di grandi dimensioni nel mondo ad aver introdotto in maniera generalizzata l’asfalto drenante (ben più costoso in termini di costruzione e manutenzione). La società ha inoltre investito ingenti risorse per la sicurezza con lo sviluppo del sistema tutor, il primo al mondo. L’insieme dei progetti e delle iniziative per la sicurezza adottate dalla società ha ridotto il tasso di mortalità sulla propria rete più di quanto avvenuto per ogni altra concessionaria».
Secca la replica di Anas, che in un suo comunicato risponde che per la manutenzione delle infrastrutture stradali, «Anas spende importi analoghi rispetto ai concessionari autostradali a pedaggio». Anas precisa che «sulla propria rete autostradale non a pedaggio, comprensiva di raccordi autostradali (totale 1.300 chilometri), spende in manutenzione mediamente, esclusa sorveglianza e info mobilità, oltre 98.000 euro a km/anno». Sulla sola A2 «Autostrada del Mediterraneo» la spesa raggiunge la quota di oltre 128.000 euro a km/anno. La società sottolinea poi che «la rete Anas comprende inoltre 28.700 chilometri di strade statali, con caratteristiche disomogenee sia per geometria e ubicazione (come strade di montagna e altro) che per volumi di traffico e livelli di servizio». «È evidente, quindi - si legge nella nota della società pubblica - che il valore medio di spesa per manutenzione sull’intera rete Anas non è comparabile con quello autostradale, riferito ad arterie con geometrie, numeri di corsie e volumi di traffico ben maggiori». In buona sostanza, è la conclusione di Anas, «su tipologie di strade simili, come evidenziato, Anas spende importi analoghi rispetto ai concessionari autostradali a pedaggio, in relazione alle risorse disponibili».