ItaliaOggi, 14 settembre 2019
Il treno Frecciargento pagato cash dalla Regione Calabria
Udite udite, popolo e paese: il Frecciargento (ossia un treno da 250 orari ad altissima tecnologia e 432 posti a sedere) Bolzano-Napoli è stato finalmente prolungato fino a Sibari, provincia di Cosenza, dove dal prossimo 16 settembre collegherà un paese di 5.000, leggasi cinquemila abitanti, con Roma e il resto del mondo.Costo dell’operazione: 1 milione e 500 mila euro che la Regione Calabria ha investito perché Trenitalia, dalle sue stime, ha correttamente ritenuto inutile un simile treno, che peraltro non ferma neanche a Cosenza e viaggia – tra Paola e Sibari – su una linea a binario unico a bassa velocità. I contribuenti, non solo calabresi, hanno pagato per questo convoglio.
Tre miliardi delle vecchie lire spesi per un treno che, da contratto, Trenitalia potrà sopprimere se dopo quattro mesi non arriverà a break even per quanto riguarda il numero di passeggeri trasportati. Mentre Vercelli (46 mila abitanti) e Novara (104 mila) si accapigliano su una stazione mediana dell’Alta Velocità che serva anche Biella e in generale si trovi a metà strada fra Torino e Milano, il governatore uscente pd della Calabria Mario Oliverio, con i migliori auspici anche dei grillini calabresi (ma non erano contro la Tav? Qualcosa mi sfugge), tra le pieghe del bilancio ha trovato questi soldi perché il treno avrebbe dovuto sferragliare in quel di Sibari già quest’estate per incrementare il turismo. Sibari, 5 mila abitanti, è arrivata prima di Novara: anche questa è alta velocità.
Il Frecciargento parte a pochi giorni dall’autunno, fuori stagione. Magari verrà assaltato in inverno sotto Natale dai fuorisede, per il resto del tempo non è difficile scommettere che viaggerà desolatamente vuoto.
Nel frattempo Reggio Calabria, 180 mila abitanti e porta dello Stretto verso la Sicilia con Villa San Giovanni, non ha ad oggi una Freccia che colleghi lo Stretto con Milano senza cambi a Roma, e che a percorso completo potrebbe impiegare 7 ore e 30 minuti, più o meno.
E, detto incidentalmente: tra qualche mese, in Calabria, si andrà a votare.