La Stampa, 15 settembre 2019
Grillo prepara il Regeneration tour
Face off, cambio di faccia. Morto Gianroberto Casaleggio, che tutto dettava, dopo anni di propaganda molto dura sui migranti e contro l’euro, anni di macchina dell’odio sui social pro M5S, Beppe Grillo ora tenta di re-indossare l’antica maschera dei primi anni duemila, ambiente, futuro, giovani. Il cofondatore del Movimento 5 stelle e il suo nuovo team (con cui Casaleggio non ha a che fare) la prossima primavera organizzeranno un tour per l’Italia, un investimento paragonabile a quello dello Tsunami Tour, anche se non sarà con le insegne di partito, per cercare di dare un volto ecologista al suo Movimento. Gli italiani gli crederanno? È un altro paio di maniche, ma il tour si chiamerà "Regeneration Road", e Grillo non sembra avvertire particolari pudori per ciò che nel frattempo il Movimento ha prodotto: dalle alleanze con Farage e la Brexit, agli incontri con Steve Bannon, al governo con Salvini, decreti sicurezza compresi.
Il gruppo avrà due furgoncini, si sta pensando al classico van Volkswagen, simbolo della cultura hippie, e sarebbe tutto un programma. Ci sono tante cose del suo Movimento da far dimenticare, e allora verranno coinvolti nelle varie tappe comici, poeti, inventori, artisti, innovatori. A ognuno verrà chiesto: cosa significa per te «rigenerare» un Paese? Partendo dai classici specchietti per le allodole dei tempi del primo V-day: l’economia circolare, la politica, il futuro, il clima, l’ambiente, il tempo libero, gli affetti. Grillo stesso, e questo dà l’idea di quanto non si ponga la domanda «che cosa abbiamo combinato?», ha presentato così il giro ai suoi fedeli: «Ripercorreremo l’itinerario che Pier Paolo Pasolini fece, con il suo sguardo poetico e molto aperto e curioso, verso "la lunga striscia di sabbia"». Enormità del paragone a parte, esempi di tappe saranno la viisita alla Mogu, impresa che sul Lago di Varese produce pannelli usando gli scarti di lavorazione del legno dai funghi, oppure alla Mater Biotech, progetti di riconversione di siti produttivi alla chimica verde; pazienza se poi al governo il suo Movimento ha lasciato l’Ilva com’era, non ha fermato la Tav e il Tap, ha confermato le trivelle. La domanda quindi è: sarà creduto ancora, il Grillo parlante? In quante delle tappe ci sarà lui personalmente? Rischia contestazioni, dai tanti delusi?
Forse si è accorto del rischio di passare alla storia come l’uomo che ha prodotto il più rilevante spostamento elettorale verso l’estrema destra dell’Italia recente. Una settimana fa Grillo ha scritto a Domenico De Masi. Il sociologo un paio di anni fa, a cena con lui a Roma, era stato critico sulla gestione M5S della Capitale, aveva dato qualche suggerimento e infine salutato scherzosamente il comico: «Se non mi ascoltate ti ammazzo». E giorni fa, dopo la nascita del governo col Pd, Grillo gli ha scritto un messaggino: «Mi ammazzi lo stesso, ora?». Il bisogno di tornare presentabile.
Per le prime uscite si pensava a fine settembre, non ha aiutato la brutta storia del figlio del comico indagato per presunto stupro di gruppo. Nel progetto del tour, Grillo può investire una piccola parte dei soldi che il suo nuovo blog sta incassando: la relazione di bilancio della Beppe Grillo srl ha avuto un risultato positivo di 73mila 238 euro. I ricavi delle vendite di "spazi web" sono notevoli, 230mila euro. E delle spese legali delle tante cause perse si occupa Davide Casaleggio: l’Associazione Rousseau scrive a bilancio nel 2018 272mila 972 euro spesi per supporto legale «a tutela del garante Beppe Grillo». Ma la stagione delle invettive e dell’odio è finita, ora Beppe s’è messo in salvo dai suoi fantasmi, è al governo coi cari «pidioti».