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 2019  settembre 15 Domenica calendario

Biografia di Giovanna Tinetti

«Per cercare la vita fuori dalla Terra non bisogna essere troppo egocentrici continuando a pensare con le idee del passato. È necessario aprirsi e immaginare forme che potrebbero apparirci impossibili». Guardano al futuro le parole di Giovanna Tinetti, felice dopo la sua scoperta pubblicata sulla rivista Nature Astronomy. «Sì, un magnifico risultato» spiega dall’University College di Londra dove è arrivata nel 2007. È lì che, con il suo gruppo, ha scoperto che il pianeta K2-18b, individuato nel 2015 dal satellite Kepler e distante 111 anni luce dalla Terra, ha un’atmosfera ricca di acqua. Il pianeta è collocato nella zona abitabile intorno alla stella madre, una nana rossa. È la prima volta che si raggiunge una combinazione simile e per questo si parla di un passo importante nella ricerca della vita su un altro corpo celeste. 
Giovanna Tinetti, nata a Torino nel 1972, era arrivata nella City favorita da un’altra scoperta: acqua sul gigante pianeta gassoso HD189733b a 63 anni luce, nella costellazione Vulpecola. Quel passo aveva concretizzato la sua convinzione che le indagini dovevano cambiare direzione rispetto al passato. «Sono sempre stata affascinata da questi mondi della nostra galassia Via Lattea – dice – ma non bastava scoprirne di nuovi, fermandoci ai dati di base, calcolando quanto erano grossi e poco altro. Per capire come si formavano, in che modo evolvevano e per indagare la loro enigmatica diversità, bisognava andare oltre. Soltanto la chimica ci poteva aiutare, spiegando come nascono i dischi di materia intorno agli astri nei quali poi si coagulano i pianeti. E per vedere la chimica bisogna analizzare le atmosfere». 
Con questa idea Tinetti si è specializzata all’Università di Torino (dopo la laurea con lode in fisica teorica) e poi, grazie al suo approccio innovativo, ha vinto una borsa di studio al Jet Propulsion Laboratory della Nasa a Pasadena e al vicino Caltech, il politecnico della California. Lì ha trovato le prime tracce dell’acqua sul pianeta gassoso e a quel punto sono arrivati i finanziamenti dell’Agenzia spaziale europea per studiare a Parigi e l’offerta dall’University College di Londra. «Non potevo rifiutare, mi davano la possibilità di creare un gruppo di scienziati dedicati alle mie idee. Abbiamo conquistato un progetto di 2 milioni di euro all’European Research Council e siamo arrivati alla scoperta dell’acqua sul pianeta K2-18b. Ed ecco come. Quando il pianeta passa davanti alla sua stella, la sua atmosfera ne assorbe parte della luce. Ogni molecola la assorbe in modo diverso, lasciando una “firma” unica. Con il telescopio Hubble abbiamo analizzato lo spettro della luce della stella; è come se ogni banda corrispondesse alla presenza di un tipo di molecole. Le componenti dell’atmosfera del pianeta che le passa davanti, come detto, assorbono alcune di queste bande. Compiendo un confronto tra prima e dopo si è visto distintamente che mancavano proprio le bande corrispondenti alle molecole dell’acqua. Quelle esistenti nell’atmosfera dello pianeta erano state le responsabili dell’assorbimento. Quindi abbiamo saputo che l’acqua lì esiste». Sul remoto corpo celeste Tinetti ha trovato anche idrogeno. «Sulla Terra – dice – ci sono microorganismi che vivono con l’idrogeno ed è per questo che bisogna immaginare espressioni biologiche differenti su altri pianeti». Intanto l’Esa le ha affidato la realizzazione del satellite Ariel («il mio sogno») che sarà lanciato nel 2028 per studiare le atmosfere dei pianeti extrasolari. Al piano collaborano ricercatori dell’Istituto di astrofisica italiano. «Ma prima, nel 2022, spedirò in orbita il satellitino Twinkle da 50 milioni di euro che aprirà la strada ad Ariel ed è costruito nell’ambito di una startup creata con due colleghi scienziati. Serve per raccogliere dati preliminari». 
Dopo tanto viaggiare nel cosmo Giovanna confessa: «Sono sempre così lontana, in altri mondi, che quando interrompo e vado al cinema ho bisogno di vedere film con storie reali non di fantascienza».