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 2019  settembre 15 Domenica calendario

Intervista a Cattelan sul furto del Wc d’oro

Lo raggiungiamo al telefono mentre è a Londra, da dove «sto seguendo l’andamento della vicenda e sperando in un lieto fine», dice, «dopo questa notizia surreale». Maurizio Cattelan ha inaugurato giovedì 12 la mostra a lui dedicata a Blenheim Palace, a un centinaio di chilometri dalla capitale: poche ore dopo, «questa mattina presto (ieri per chi legge, ndr)», le autorità lo hanno informato che la sua opera America era stata rubata. 
Che sviluppi ci sono stati?
«Al momento non mi tengono molto informato perché ci sono indagini in corso».
È stato arrestato un uomo, ma l’opera non salta fuori. Pensa a uno scherzo? 
«È interessante come questa sia un’opera d’arte che continua ad avere storie originali intorno a se. Quando mi hanno chiamato stamattina per avvisarmi dell’accaduto l’ho pensato, che fosse uno scherzo: ho pensato a chi è così stupido da rubare un gabinetto, dimenticando per un momento di che materiale è fatto. Il pezzo ha un grosso valore sentimentale, ma se volete fare due conti il peso del water era di 103 kg ed era tutto d’oro...»
Lei ha idea di chi sia l’uomo arrestato per il furto?
«Assolutamente no». 
Se quest’opera non si trovasse più, lei la replicherebbe? 
«È già una replica. Spero che gli altri esemplari abbiano una vita più lunga». 
L’opera era sarcasticamente collegata alla figura di Donald Trump. Se dovesse riprodurla oggi, chi ne sarebbe il dedicatario? 
«Non ho mai dedicato un’opera. Ha solo il titolo che è appunto America, ed è evocativo di tante cose come lo è un gabinetto d’oro». 
E cosa aveva risposto la Casa Bianca, quando nel 2018 la curatrice del Museo Guggenheim aveva offerto loro America invece di un Van Gogh che avevano chiesto in prestito?
«Non ne sono al corrente ma immagino il Van Gogh sarebbe stato più facile da installare».