Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  settembre 15 Domenica calendario

La Croazia mette al bando i panni stesi

L’hanno già ribattezzata la battaglia delle corde. Quelle appese fuori dai balconi delle case che usiamo per stendere i panni e che siamo abituati a vedere anche in molte città italiane. Contro di loro, però, in Croazia si sta scatenando una vera e propria crociata: “Rovinano l’aspetto delle facciate dei palazzi”. E, in rete, è già partita la rivolta.
Tutto è cominciato quest’estate nell’isola di Solta, piccolo paradiso davanti a Spalato, sulla costa dalmata. “Vietato far asciugare all’esterno lenzuola, mutande, vestiti, tappeti e strofinacci”, recita il nuovo regolamento comunale. Si rischia una multa di duemila kune, circa trcento euro. Presto altre città del litorale hanno fatto lo stesso: da Rijeka, la vecchia Fiume, all’isola di Pag fino a quella di Mljet, al largo di Dubrovnik, proibito stendere la biancheria. Regolamenti che hanno scatenato la resistenza dei cittadini: una battaglia sostenuta da architetti, urbanisti e scrittori. E sui social, soprattutto Twitter e Instagram, è partita la campagna con l’hashtag “tiramoli": dal nome, in dialetto dalmata, con il quale vengono chiamate appunto le corde appese a finestre e balconi per far asciugare i panni.
«Fanno parte dell’identità urbana delle città mediterranee», ha spiegato l’architetto Nikola Basic al quotidiano Jutarnji List, che per primo ne ha dato notizia. «Se non danno fastidio in una città come Venezia, perché disturbano così tanto i nostri puristi urbani?». «I tiramoli sono la bandiera di ogni famiglia», gli fa eco lo scrittore Miljenko Jergovic. «Quelle mutande, quelle lenzuola, quelle camicie lì appese fuori dalle finestre sono parte della nostra intimità nascosta: simbolo della nostra gioiosa povertà». Per l’artista Marija Ujevic Galetovic «una città non è solo la sua architettura: ma è la vita di tutti i giorni che si affaccia alla finestra e si mostra a chi la guarda».
Anche a Dubrovnik, la città più visitata del Paese (un vero e proprio boom di turisti dopo che in città sono state girate alcune scene della serie “Game of Thrones"), è arrivato il contestato regolamento. Ma qui, dopo le proteste, il comune ha capito l’antifona e ha fatto una mezza marcia indietro: il regolamento resta, ma non verrà applicato. Insomma, niente multe per chi stende all’aria aperta tra le splendide calli del centro storico.«Al posto della vita reale, preferiamo mostrare ai turisti una cartolina arida delle nostre città», racconta la scrittrice Dragan Markovina. Già, senza quegli “stracci” appesi alle finestre ci rimarrebbero davvero solo delle fotografie vuote.