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 2019  settembre 15 Domenica calendario

Rubato il wc d’oro di Cattelan

Francesco Malfetano, Il Messaggero
Si chiama America, è un water d’oro massiccio e oltre ad essere un’importante provocazione dell’artista concettuale italiano Maurizio Cattelan, ora è anche uno degli oggetti più ricercati del mondo. La golden toilette, realizzata interamente in oro 18 carati per un valore di circa 1 milione di euro, è stata rubata ieri dal Blenheim Palace, una residenza di campagna nei pressi di Oxford che prima di essere un museo è stata il luogo di nascita di Winston Churchill. L’opera, parte di un’intera mostra dedicata al 58enne artista famoso per il Dito esposto al centro di piazza degli Affari a Milano, oltre all’essere preziosissima ha come peculiarità quella di venire utilizzata dai visitatori come un qualsiasi altro water. 

ALLAGAMENTOIl solo limite imposto dai curatori è quello temporale: chi ne ha bisogno (o semplicemente vuole ammirarla) può sostare 3 minuti, per evitare code. Un tempo ben più limitato di quello avuto a disposizione dai ladri che sono riusciti a portare via il gabinetto aureo. I criminali avrebbero lavorato tutta la notte per sradicare l’opera dalla sua sede originaria. Un’operazione che deve essere risultata molto complessa, almeno a giudicare dai danni provocati alla struttura. Secondo la polizia della Thames Valley prima di allontanarsi a bordo di due diversi furgoni, i malviventi sono riusciti, rompendo i tubi dell’acqua del Blenheim Palace, ad allagare non solo il bagno in cui era esposto America ma anche la stanza adiacente. 
Le forze dell’ordine hanno anche fatto sapere di aver arrestato un 66enne che si ritiene essere parte della banda, tuttavia le indagini continuano alla ricerca degli altri responsabili e dell’opera, che comunque sarebbe difficilissima da piazzare sul mercato. «Siamo rattristati da questo straordinario evento, ma anche sollevati dal fatto che nessuno sia rimasto ferito – ha dichiarato Dominic Hare, direttore del Blenheim Palace – sapevamo che c’era un grande interesse per la mostra d’arte contemporanea Maurizio Cattelan, con molti pronti a venire e ad apprezzare le installazioni». 
Proprio il water d’oro era il pezzo forte dell’esposizione data la grandissima notorietà raggiunta nel 2016 dall’opera. Tre anni fa, mentre il wc si trovava esposto al Guggenheim Museum di New York, la curatrice Nancy Spector aveva provato a inserirlo in una trattativa con Donald e Melania Trump. Dopo aver richiesto in prestito il quadro Paesaggio con neve di Vincent Van Gogh, la coppia presidenziale aveva visto recapitarsi una proposta di scambio da parte della Spector: il dipinto in cambio dell’installazione di America alla Casa Bianca. 

LA PROVOCAZIONE
Una provocazione che Washington aveva subito rispedito al mittente probabilmente indispettita dal vero messaggio che l’artista italiano vorrebbe comunicare con l’opera: «Commento sulle disparità sociali, politiche ed economiche negli Stati Uniti», come descritto all’interno di una delle brochure realizzate dal museo di Oxford per promuovere la mostra. A non apprezzare lo spirito però, sembrerebbero essere stati anche molti sudditi di sua Maestà. In pochi erano d’accordo nel costruire attorno al wc una mostra all’interno di un luogo così importante per l’amato ex premier vincitore della Seconda Guerra Mondiale. 
E, ancora di meno, sull’opportunità di utilizzarlo come una normale toilette. «Sembra di urinare sulla storia del Regno Unito», aveva commentato laconico un critico d’arte anglosassone. Meno drastico invece Edward Spencer Churchill, un pronipote di sir Winston, che interpellato sulla mostra, il mese scorso aveva dichiarato che almeno non c’era alcun rischio furto: «Non sarebbe così facile rubare un gabinetto». Senza dubbio un’analisi meno lucida di quelle del celebre prozio. 


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Enrico Franceschini, la Repubblica

Questa volta la refurtiva dei soliti ignoti sembra uno scherzo goliardico: ma non lo è. Nella notta tra venerdì e sabato, qualcuno ha rubato il water d’oro di Maurizio Cattelan da Blenheim Palace, maestosa residenza di campagna nei pressi di Oxford, riverita dagli inglesi in quanto luogo di nascita di Winston Churchill e aperta al pubblico come popolare museo. La tazza della toilette, ricoperta d’oro a 18 carati, faceva parte di una mostra dedicata all’artista concettuale italiano. I visitatori potevano "sperimentarla", ovvero utilizzarla per l’uso che ne viene fatto comunemente: con il solo limite di 3 minuti a testa, onde evitare code. Ma i ladri se la sono presa comoda, lavorando fino a poco prima dell’alba per estrarre il lussuoso cesso dal pavimento e portarselo via.
Così facendo hanno provocato ampi danni, incluso l’allagamento del w.c. e della stanza adiacente per la rottura dei tubi dell’acqua: proprio quella in cui da piccolo dormiva Churchill. Secondo la polizia della Thames Valley si sono allontanati a bordo di due furgoni. Le forze dell’ordine hanno arrestato un uomo di 66 anni in connessione con il furto, ma proseguono le indagini per individuare tutti i responsabili. In un primo tempo si era sparsa la voce che l’oggetto fosse stato ritrovato, ma poi è giunta una smentita. Il museo è rimasto chiuso per tutta la giornata di ieri per permettere agli agenti della scientifica di svolgere i rilevamenti necessari e una squadra di idraulici per riparare le tubature.
Il water closet d’oro di Cattelan, battezzato "America" dall’artista, richiamò grandi folle quando fu esposto due anni or sono a New York. Subito dopo, lo scultore lo offrì provocatoriamente in dono a Donald Trump, affinché lo installasse alla Casa Bianca: il senso era chiaro, un gabinetto dorato per colui che si sente l’imperatore del mondo. Il presidente non raccolse l’ironia. In Gran Bretagna non tutti erano d’accordo nel farne il centro di una mostra collocata nell’ex-residenza del premier britannico vincitore della seconda guerra mondiale, oltretutto invitando i visitatori a farci, se volevano, i propri bisogni: «Sembra di urinare sulla porcellana, ma visto il luogo in cui si trova si ha l’impressione di urinare sulla storia del Regno Unito», ha scritto Jonathan Jones, il critico d’arte del Guardian . Il mese scorso Edward Spencer Churchill, fratellastro del duca di Marlborough proprietario del palazzo e pronipote di sir Winston, commentò che perlomeno non sembrava esserci alcun rischio per l’esibizione a Blenheim Palace: «Non sarebbe così facile rubare un gabinetto. Per farsene cosa, poi». Invece i soliti ignoti ci sono riusciti. Resta da vedere, se i ladri non verranno riacciuffati, a chi lo venderanno al mercato nero. Dopo il rifiuto di The Donald, potrebbero trovare un oligarca o sceicco desideroso di posare le proprie preziose natiche su una toilette tutta d’oro. Firmata da un grande artista, per di più. E se fosse arte concettuale anche il furto?