la Repubblica, 14 settembre 2019
Stacey vince la causa contro la banca
La pagavano meno degli uomini. La sottoponevano a costante bullismo. E per prendersi beffe di lei si divertivano a lasciarle sulla scrivania un cappello da strega. È accaduto in una banca della City di Londra. Ma la vittima ora ha avuto giustizia. Stacey Macken ha fatto causa alla filiale londinese della Bnp Paribas, colosso finanziario francese e globale, per 4 milioni di sterline, pari a circa 4 milioni e mezzo di euro. Ieri un tribunale britannico le ha dato ragione, in un caso sulla discriminazione di genere destinato a fare storia, perlomeno nel Regno Unito.
La banchiera era stata assunta con un salario annuale di 120 mila sterline. Ma pochi mesi più tardi un collega uomo è stato assunto per lo stesso incarico per 160 mila sterline, a cui aggiungere bonus di 230 mila sterline, contro le 30 mila date a lei come premio. Le sue proteste hanno portato gli altri dipendenti a prenderla in giro. La frase “non adesso, Stacey” era diventata un ritornello, ogni volta che Macken si lamentava di una situazione che riteneva ingiusta. Al punto da essere usata come un soprannome: non si chiamava più Stacey, bensì “not now Stacey”. Da quel momento le cose sono peggiorate. Un suo capo ha cominciato a chiamarla “hey sexy” e “hey fuckface”. Infine, nel 2013, dopo una festa in costume per Halloween organizzata dalla banca in un pub, qualcuno ha lasciato sul tavolo di Macken un cappello da strega.
A quel punto la donna ha presentato formale reclamo ai propri superiori, sia sulla differenza di trattamento salariale che sugli abusi sofferti da parte dei colleghi maschi. «L’ostilità era tale che non riuscivo più a lavorare», ha raccontato nella sua deposizione. La banca, tuttavia, ha risposto con una linea dura, anzi durissima: «L’incapacità di Stacey di accettare critiche costruttive ha creato un’ondata di commenti negativi e recriminazioni che hanno portato a una completa rottura nelle sue relazioni in ufficio». Come se fosse, insomma, colpa sua.
Un tribunale del lavoro ha riconosciuto i suoi diritti in materia di diseguaglianza salariale e discriminazione sessuale, pur respingendo l’accusa di molestie. Non è chiaro quanto riceverà come compensazione da Bnp Paribas, dove è tuttora impiegata: la banca rifiuta di fare commenti. Non è la prima volta che la cittadella della finanza rimane coinvolta in scandali di questo tipo: due anni fa una cena di gala di banchieri, tutti maschi, è stata accusata di bullismo e molestie sessuali nei confronti delle cameriere, tutte giovani e in abiti succinti. Lo scandalo MeToo è arrivato anche negli ambienti della finanza inglese. «Lasciare un cappello da strega sulla scrivania di una dirigente di banca di sesso femminile è un atto intollerabile e chiaramente discriminatorio», ha affermato uno dei giudici nella sua sentenza. «Non è ammissibile lavorare in simili condizioni». La City d’ora in poi starà più attenta a come tratta le sue banchiere. Tremate, tremate, è il caso di dire, le streghe son tornate.