13 settembre 2019
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Biografia di Jacqueline Bisset
Jacqueline Bisset, nata a Weybridge, nel Surrey, in Gran Bretagna, il 13 settembre 1944 (75 anni). Attrice. Ha recitato in più di 80 film per il cinema – come Cul-de-sac di Roman Polanski, Casino Royale, Effetto Notte di Truffault, Airport, Abissi, Inchiesta pericolosa, Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa, Sotto il vulcano di John Huston e La donna della domenica di Luigi Comencini – e 10 sceneggiati per la televisione. Ha lavorato accanto ai più grandi attori della sua epoca, tra cui Marcello Mastroianni, Frank Sinatra, Anthony Quinn, Woody Allen, Jean-Paul Belmondo, Ryan O’Neal, Peter Sellers, Orson Welles, Ursula Andress, Christopher Reeve, Paul Newman, Sean Connery, Steve McQueen • Due Golden Globe, candidata agli Oscar, agli Emmy, al premio César • Insignita della Legione d’Onore nel 2010 • «Leggendari occhi azzurri» (La Stampa, 14/2/2001) • Considerata una delle muse dell’erotismo anni 70: «Nel 1977 fu nominata “attrice più bella di tutti i tempi” dalla rivista Newsweek grazie al film Abissi, in particolar modo per via delle scene che la vedono nuotare sott’acqua e che contribuirono a lanciare nel mondo la moda della maglietta bagnata» (Elle, 5/2018).
Vita Figlia di genitori divorziati: Max Fraser Bisset, medico, di origine scozzese e Ariette Alexander, francese, di professione avvocato. Ha un fratello di nome Max • «Ero una bambina ansiosa, non penso me la sarei cavata oggi con i social network» (a Eleanor Morgan, The Guardian 23/2/2019) • «I suoi genitori erano belli come lei? “Mio padre era molto bello. Un rude scozzese”» (Anna Maria Speroni, Io Donna) • «Sapeva ascoltare e fare conversazione. Mi diceva: “Se ti interessi della gente, avrai sempre degli amici”. Penso avesse completamente ragione. Ascoltare con attenzione è importantissimo» (a Morgan) • Da giovane vive a Tilehurst, un sobborgo della città di Reading. Poi va a Londra e frequenta il Lycée Français Charles de Gaulle: «Ogni giorno andavo e tornavo con il treno, mi sentivo una contadinotta» (citato in Garth Pearce, The Sun, 20/1/2014) • A 17 anni vede al cinema La Notte di Michelangelo Antonioni, e rimane molto colpita da Jeanne Moreau: «Incarnava tutto quello che io non conoscevo”» (citata da Isabelle Regnier, Le Monde, 2012) • È molto insicura: «Non mi consideravo bella […] Non ero mai stata brava alle recite scolastiche. Ma un professore di latino un giorno mi ha detto che sarei potuta essere una buona attrice e mi è rimasto in testa. A dire il vero, nella vita volevo fare la ballerina. Invece, finita la scuola, sono diventata una modella» (Pearce) • Per aiutare la famiglia inizia a lavorare come indossatrice a Londra: «Non ho mai pensato di farlo come mestiere, l’ho fatto per sei mesi per guadagnare i soldi per pagarmi la scuola di recitazione, ho posato tanto per una marca di maglioni. Poi ho incontrato Roman Polanski a Kensington ed è arrivato Cul de sac» (a Maria Pia Fusco, la Repubblica, 2018). Nel 1965 ottiene una parte minore nel film The Knack. È lì che Polanski la nota e la vuole per sé • «Mio padre mi telefonava e diceva: “Hai ancora rispetto per te stessa?”. E io dicevo: “Sì, papino”. Quello che intendeva chiedere era: sei ancora vergine? Dicevo la verità. Sono sbocciata tardi. A un certo punto ha smesso di chiedermelo» (a Morgan) • Nel 1967 si trasferisce a Los Angeles per lavorare a Hollywood: «Non ci volevo andare. Appena arrivata, volevo prendere il primo volo e tornarmene a casa. Ero completamente sola, e la casa cinematografica mi aveva mollata in un albergo su un grande boulevard senza negozi e senza niente. Lì attorno c’erano solo locali di spogliarelliste e rivenditori di auto usate. Non avrei mai pensato che, quasi 50 anni dopo, abito ancora lì» (Pearce) • In America all’inizio recita in ruoli minori, ma piano piano riesce a imporsi e a ottenere parti sempre più importanti. «Conoscevo pochissimo il cinema» (Isabelle Regnier, Le Monde, 2012) • «Il primo grande ruolo di Jacqueline […] è in Bullit (1968) con Steve McQueen, diretto da Peter Yates. Altri titoli in cui si vide il bel corpo di Jacqueline nella parte finale degli Anni 60 sono stati Inchiesta pericolosa (1968) con Frank Sinatra e Lee Remick, o La ragazza inglese (1969), accanto a Joseph Cotten e Jim Brown» (Elle) • Ma la sua bellezza «può essere anche un’arma a doppio taglio e le danno soprattutto ruoli di poco spessore, destinati a far brillare i protagonisti maschili. […] Eppure, non se ne lamenta “Anche se non corrispondevano per niente al cinema profondo che sognavo, sono molto contenta di tutti quei film”. Preferisce la vita al cinema, una vita da hippie chic passata lontano dal tumulto di Hollywood, sulla spiaggia, a vivere d’amore, di musica e a mangiar bene» (Isabelle Regnier) • Si trasferisce a nord di Malibu, tra l’oceano e la Pacific Coast Highway. «Sono andata ad abitare su una spiaggia, […] in una baracca che sembrava fatta con la custodia di un pianoforte a coda. Avevo un fidanzato musicista e la sua batteria occupava gran parte dello spazio. […] Amavo quel posto. Guidavo un maggiolino Volkswagen, mangiavo panini e bevevo birra. […] Tutto è cambiato nel 1969 quando Sharon Tate, la moglie di Roman Polanski, è stata assassinata dalla famiglia Manson. Tutti hanno cominciato a pensare alla sicurezza, quel mondo è finito… […] Mi sono trasferita in una vera casa con un paio di sedie pieghevoli, una lampada, un tavolino, un letto. Più i piatti di plastica» (Pearce) • Nel 1972 la scritturano per Effetto notte, ed è il suo primo film in francese. «Si trova davanti Truffaut, estremamente preciso, meticoloso e spontaneo: indicava agli attori anche il movimento delle mani. E Jacqueline muove le mani come un mimo “mi prendeva e mi diceva ‘ecco stai ferma, metti le mani così e guarda lì’, e lì non c’era niente che io potessi guardare e allora gli chiedevo ‘ma perché devo guardare lì, cosa devo vedere?’ e lui mi diceva ‘non devi fare domande, devi guardare lì’ e alla fine io ci guardavo, ma sentivo tutto il mio corpo che si ribellava, perché un attore per fare un gesto una motivazione ce la deve pur avere”. Ma poi, continua, quando ha visto il film montato ha capito cosa volesse dire Truffaut, ha visto l’effetto che creava il suo sguardo sullo schermo, le sfumature che aggiungeva. E da allora ha imparato a fidarsi, ad abbandonarsi» (Lorenza del Tosto, Rivista Omero, 2007) • «La differenza tra il grande cinema americano e quello europeo? “Un tempo era il cibo sui set, che per me è molto importante, in Europa era buonissimo. Adesso c’è una cucina di buona qualità anche nelle produzioni Usa”» (Fusco) • «Altri film importanti di Jacqueline Bisset negli Anni 70 sono Airport (1970), pellicola del genere catastrofico di George Seaton e Henry Hathaway, La macchia della morte (1971) di Paul Wendkos, L’uomo dai 7 capestri (1972) di John Huston, Il ladro che venne a pranzo (1973) di Bud Yorkin, Come si distrugge la reputazione del più famoso agente segreto del mondo (1973) di Philippe de Brocca, Assassinio sull’Orient Express (1974) di Sidney Lumet, Assassinio sul ponte (1975) di Maximilian Schell, La donna della domenica (1975) di Luigi Comencini, o ancora Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d’Europa (1978), commedia diretta da Ted Kotcheff» (Elle) • «In Italia è molto nota per la sua interpretazione di Maria nello sceneggiato su Gesù […] Sua madre è morta [di sclerosi multipla, ndr] mentre lei era in Marocco per le riprese, è andata in America a prenderla e poi al ritorno nelle scene con il Cristo morto, lo strazio di madre si confondeva con l’enorme dolore di figlia» (Del Tosto) • Nel 1977, a 33 anni, il settimanale Newsweek la consacrò la più bella attrice di sempre • La scelgono per Abissi e a sua insaputa, la promozione del film è incentrata sulla maglietta bianca bagnata che porta durante un’immersione in mare. “Mi dicevano che era nel mio interesse: mi sono sentita tradita”, dice lei, ancora un po’ arrabbiata trentacinque anni dopo» (Regnier) • Decide di prendere in mano lei stessa la sua immagine: vuole diventare produttrice: «“Volevo storie umane semplici, che avessero buona caratterizzazione e buoni dialoghi. E niente glamour”. Ma alla fine degli anni 70 le donne non fanno le produttrici, e glielo fanno capire […] Deve affrontare uno sciopero, un cambio di regista, e le impongono George Cukor, con cui non va d’accordo. Ricchi e famosi impiegherà tre anni a vedere la luce. Primo film (co)prodotto dalla Bisset, sarà anche l’ultimo» • Tra gli anni 80 e 90 lavora molto per la tv, è celebre la sua Giovanna d’Arco • «Jacqueline dice che le piace il ritmo più veloce della televisione, non ama girare e rigirare la stessa scena, non è convinta che l’interpretazione di un attore migliori sempre a ogni ciak. […] In Inghilterra non è mai stato un problema per gli attori passare dal cinema alla televisione al teatro, mentre in America chi passava alla televisione veniva stigmatizzato. Ma ora non più, e per le donne, superata una certa età, i ruoli migliori vengono dal piccolo schermo. […] “Ci eravamo create una nostra nicchia, un piccolo angolo protetto, noi attrici tardone”. Ma ora questa nicchia è insidiata dai reality show. È la cosa che interessa di più, e si fa con budget bassissimi, una sciagura per scrittori e attori» (Del Tosto) • Negli anni 2000 rallenta un po’ il ritmo: «Come ha vissuto questi ultimi anni a Los Angeles? “Ho girato qualche film, ma non è semplice per un’attrice non più giovane. Ho fatto molta Tv, e in gennaio [2014] ho vinto un Golden Globe per la serie Dancing On the Edge. Poi cucino per gli amici, corro tutti i giorni sul tapis roulant guardando film, leggo, cerco di interessarmi a molte cose”» (Carla Bardelli, Vanity Fair, 2014) • «Adesso, però, è decisamente tornata: sei film girati nel 2018, tre, per ora, nel 2019. La vogliono spesso registi un po’ esotici, come l’iraniano Amir Naderi che con il suo Magic Lantern ha portato Bisset alla Mostra del cinema di Venezia 2018, o Menhaj Huda, dal Bangladesh, con cui girerà il film tv Very Valentine. A cosa si deve tutta questa attività? Ho cambiato agente da un anno e mezzo. Mi trova piccole cose che mi piace fare, non solo ruoli da nonna… E sono anche parti un po’ a sorpresa. Sul set di Magic Lantern, per esempio, era tutto molto vaporoso. All’improvviso Amir mi ha detto: voglio che balli. E io: “Cosa??? Rischio di cadere dai tacchi, di scivolare sul pavimento…”. E lui: “balla e basta”. Le piace ballare? Lo adoro» (Speroni).
Vita privata e personalità «“Sono sempre stata il tiranno di me stessa. Vivo costantemente sotto l’incubo della perfezione, l’esigenza insopprimibile di fare le cose nel modo migliore”» (Gl. S., Il Messaggero 1/9/2005) • «Se una cosa mi piace veramente, sono capace di lottare fino in fondo; una volta un regista mi ha detto che sarei stata un ottimo avvocato» • «Certe volte mi è capitato di accettare un copione solo perché ci ho trovato una battuta che mi ha convinto profondamente» (citato da La Stampa, 2001) • «Non ama lasciarsi andare ai ricordi: “Vivo nel presente e cerco di essere contenta di quello che ho”» (La Stampa) • «Non ha mai voluto sposarsi, ma ha avuto molte storie d’amore con personaggi del cinema come Steve McQueen, Marcello Mastroianni, Michael Sarrazin, Frank Sinatra, Dean Martin o Terence Stamp. In aggiunta a quanto sopra, i flirt più importanti di Jacqueline Bisset sono stati il fashion designer e produttore cinematografico Victor Dray, l’attore e ballerino Alexander Godunov, l’interprete francese Vincent Pérez e Emin Boztepe, quest’ultimo un istruttore di arti marziali. Non ha mai avuto figli» (Elle) • «Non sono solo gli uomini ad amare il sesso estremo. Per quanto mi riguarda, preferisco non svelare le mie preferenze sessuali. Ma le do un’informazione: le donne amano il sesso tanto quanto gli uomini» (Bardelli). • «Io e Marcello Mastroianni eravamo due cocciuti sul set, entrambi a ronzare attorno a Jacqueline Bisset, che però s’eclissava subito a fine riprese: “Dopo le dieci di sera non m’è mai successo nulla di interessante”. Forse una maliziosa provocazione» (Jean Louis Trintignant a Mario Serenellini, la Repubblica, 10/3/2013) • «Che cosa pensa della questione MeToo? “(sospiro) Non mi piace molto”. Perché? “Mi chiedo dove uomini e donne andranno a finire diventando così nemici. È terribile. […] Non mi piace che la gente sia punita senza processo; basta un sussurro di scandalo e si perde tutto. Molti sono colpevoli, ma altri no. E nello stesso tempo tante donne soffrono per violenze e abusi nel mondo, di sicuro molto più che a Hollywood. Non so, non riesco a definire questo movimento di ricche signore in abito da sera che dicono: ‘Lui mi ha toccato nel 1986…’. […] Mi ricordo Weinstein, era diventato una tale star, il re di Hollywood, tutti alle feste chiedevano: ‘ma dov’è Harvey, verrà, non verrà?’ Se arrivava era un successo”. Si è mai comportato male con lei? “No, è sempre stato rispettoso”. E gli altri? “Ne parliamo spesso, con le donne della mia generazione. Forse sapevamo gestire meglio certe situazioni. Non salivamo nelle loro stanze alle due di notte, non ci vestivamo come prostitute. […]” Crede che il modo in cui le donne si vestono, come appaiono, il loro look giustifichi i comportamenti maschili? “No, non lo so. Gli uomini sono uomini, sappiamo che sono attratti da un bel corpo, è parte della natura e dell’attrazione sessuale. E quindi devi sapere con che cosa hai a che fare. Le nostre vite sarebbero terribili se non fossimo attratti l’uno dall’altro. Per fortuna lo siamo ma, ripeto, devi prendertene la responsabilità: vestiti come vuoi, ma non sorprenderti troppo se uno ti salta addosso”» (Speroni) • «“La bellezza è una conquista, e l’obiettivo vale la guerra quotidiana che ci tocca combattere” Può raccontarmi l’ultima battaglia? “È stata una dura lotta contro un club sandwich, poco fa, dopo una giornata di viaggio a digiuno. Mi sono gettata sulle patate fritte, come non vedessi cibo da mesi. Poi ho riflettuto e mi sono fermata a metà. Restare in forma è essenziale, come fare l’amore, lavorare, pensare”» (Carla Bardelli, Vanity Fair, 2014) • «È vero che ha detto “no” a 9 settimane e mezzo? “Ho lavorato con lo sceneggiatore per quasi un anno e poi mi sono resa conto che non avevamo lo stesso punto di vista”. In che senso? “Non volevo fare troppo nudo e credo che il film si potesse girare lo stesso. Molto sexy, ma non nudo. Adoravo la storia, estremamente romantica. Kim Basinger è stata un’ottima scelta, era bellissima e ha fatto meglio di come avrei fatto io”» (Speroni).
Giudizi «Mi colpì subito: dolce come le francesi, imprevedibile come le inglesi. Siamo stati insieme nel ’66. Ricordo che una sera, a una cena, io mi misi a parlare con una bionda meravigliosa seduta di fianco a me e, quando mi girai, lei non c’era più: sparita con un ricco dentista francese. L’aspettai fino alle dieci di mattina. Lei mi vide nella hall dell’albergo, si avvicinò e mi disse con aria beffarda: “Non voglio e non do spiegazioni. E ora: andiamo a fare colazione?”» (Beppe Piroddi, La Stampa, 12/2007) • «Sul suo viso, affilato e intenso, il tempo ha inciso segni gentili e la vita strati di emozioni: la vita sembra le abbia lasciato segni più forti del tempo» (Del Tosto) • «Prende la vita con una profondità leggera o una leggerezza profonda» (ibid.)
Curiosità È alta 170 centimetri e pesa 64 chili. Le sue misure sono 93, 61, 91. Porta una seconda di reggiseno e, di piede, il 40 • Vive a Los Angeles • Parla inglese, francese e italiano • Non è tecnologica: «Ho solo un vecchio cellulare che serve per telefonare, glielo farei vedere ma l’ho dimenticato, tutti ridono e mi prendono in giro. Ho preso una decisione, non voglio essere stressata. A casa ho un computer e un iPad, ma non li porto con me. Non sono brava con la tecnologia. E non voglio vivere a testa bassa, voglio vedere le cose vere, parlare con la gente. Mi piacerebbe avere la macchina fotografica sul telefono, ma posso farne a meno. Controllo il mio pc e il mio iPad la mattina, poi a ora di pranzo e cena. Funziona, e non sono tesa e nervosa» (Speroni). • «Che fa quando non lavora? “Credo molto nel sonno, faccio ginnastica, leggo – sto leggendo una biografia di Ava Gardner, una grande donna più che una grande attrice – cucino, mi piace molto ballare, non so rilassarmi, non riesco a essere pigra, devo imparare la pigrizia”» (Fusco) • «“Sono sbigottita dalla velocità con cui è trascorsa la vita, da come tutto ciò sia avvenuto”. E il pragmatismo della sua voce stempera la malinconia delle parole» (Del Tosto).