Il Sole 24 Ore, 13 settembre 2019
Ogni giorno in 500 per un posto da McDonald’s
Nella carriera di Luigi Barone da Secondigliano, periferia nord di Napoli, si incrociano molte delle storie dei 24mila lavoratori di Mc Donald’s. Luigi ha 33 anni, quasi 34, un diploma in ragioneria, ed è entrato in uno dei ristoranti di Napoli a 21 anni, quando è nata la prima delle sue due figlie. Niente salti, ma molti passi e risultati, ancora oggi: il ristorante di cui è direttore da quattro anni è quello di Salerno Mercatello che fattura oltre 3 milioni di euro e ha mediamente 40 addetti. Ogni anno un obiettivo di crescita, legato a diversi indicatori, ogni anno un passo. Prima nella crew dove è passato attraverso tutti i ruoli, dalla cucina, tra hamburgher e patatine, alla sala, tra vassoi e accoglienza dei clienti. Fino a diventare manager e poi direttore. Un ruolo certificato. «Nel prossimo semestre conto di poter conseguire l’ultima parte di certificazione, a Londra», racconta.
Lo stesso amministratore delegato Mario Federico che, dopo un passato nella ristorazione di lusso, 20 anni fa è entrato nella catena di fast food, racconta di aver ricoperto tutti i ruoli e le responsabilità. A chi gli chiede «Ma ha anche fritto le patatine?», risponde «sì, certo che ho fritto le patatine» e che potrebbe parlare per ore delle patatine di McDonald’s. All’inizio dell’anno, ricorda Federico, «ho annunciato che quest’anno avremmo assunto 2.300 nuove persone. Ce ne mancano ancora mille e questo sabato invitiamo tutti coloro che vogliono venire a lavorare con noi a partecipare agli open day dei nostri ristoranti».
I numeri del lavoro da McDonald’s ce li racconta il chief people officer, Massimiliano Maffioli che riceve in media oltre 500 curriculum al giorno. «In questo periodo, ci sono state giornate in cui hanno superato i 900. Dalla sede centrale, le candidature vengono poi dirottate sui diversi ristoranti, in base alle città di preferenza e ai ruoli richiesti», spiega Maffioli. Andando a vedere la popolazione aziendale oggi, un lavoratore su 3 è studente e proprio agli studenti è dedicato il budget «di 1,5 milioni di euro per sostenere il pagamento delle tasse universitarie e per i corsi di lingue».
La permanenza media dei lavoratori in azienda è di 7 anni, la maggior parte sono donne (il 62%), percentuale che, tra gli store manager, scende al 50%, raggiungendo la perfetta parità di genere. L’età media dei dipendenti è di 31,5 anni, 30 per chi è nella crew, 35 per i manager e 39 per i direttori. «Ogni anno assumiamo tra le 4 e le 5mila persone, di cui un migliaio sono nuove assunzioni, altrettanti sono assunti per sostenere la crescita a due cifre del gruppo e tra i 2 e i 3mila per coprire il turn over – dice Maffioli -. Il progetto di riconversione dei ristoranti col chiosco self service, il servizio al tavolo e la preparazione dei cibi, finora, ha riguardato 300 sedi e sarà completata per tutte le 600 sedi entro fine 2020: proprio questo processo che sta digitalizzando e automatizzando gli ordini, affiancato al servizio ai tavoli, ha richiesto parte delle nuove assunzioni».
La porta d’ingresso in McDonald’s è il contratto di apprendistato del turismo, in modalità part time, una formula che riguarda oltre il 75% degli addetti. Quanto si guadagna? Un apprendista alla prima esperienza, con un part time di 18 ore ha un netto di 600 euro, 14 mensilità, oltre a straordinari e notturni, ferie e malattia e tanta formazione. «Sono oltre 900mila le ore di formazione che abbiamo fatto nell’ultimo anno e seguono due logiche, una è l’inserimento delle persone, l’altra è la riconversione e l’upskill di chi è già assunto».