Corriere della Sera, 12 settembre 2019
Nel mondo c’è liquidità, bisogna investire
I tassi d’interesse in Usa e in Europa non sono mai stati così bassi. La decisione di ieri della Bce mira all’obiettivo d’inflazione di quasi il 2%. Dei bassi tassi si lagnano le banche, che non remunerano il costo del capitale. Chi può compra case e azioni e ne fa salire i valori; cresce, con le diseguaglianze, il populismo. Nonostante massicce dosi di liquidità, l’inflazione resta bassa. Molti criticano una politica che manca il bersaglio e crea problemi, ma la Bce ricorda: così abbiamo smussato l’impatto dei riaggiustamenti di produttività e creato 11 milioni di posti in poco tempo. Altri 20 anni di tale politica avrebbero però effetti politici e sociali rilevanti, anche sulla propensione ai debiti eccessivi. Lo sappiamo, dice il presidente Bce Mario Draghi, ma con il nostro mandato questo possiamo fare. Vanno allora snidati i governi – in chiaro, la Germania – che, per compiacere i «falchi», non usano lo spazio fiscale che hanno, esponendo la Bce a critiche per un’opera asimmetrica. Negli Usa invece la liquidità abbonda perché le pensioni dipendono dai corsi di Borsa. Quando crollano la Fed usa l’idrante. Se essi fluttuassero normalmente avremmo più mobilità sociale; chi ieri non aveva beni potrebbe acquistarli. È una strana economia di mercato: al capitale va il sostegno pubblico, effetto di un epico travaso di soldi e potere in favore dei capitalisti. Fra questi primeggiano i fondi pensione, i cui iscritti si godono la rivalutazione delle azioni delle imprese che licenziano! Nel 2008 la proposta di aiutare i debitori insolventi a pagare fu bocciata; avrebbe tolto dai guai chi ci s’era messo da solo. E i soldi andarono alle banche.
Le conquiste del ‘900 sono a rischio; l’economia di mercato sta diventando un paradiso per chi ha capitali, per intermediari finanziari e giganti di Internet. Disse negli anni 60 il presidente della Fed, William Mc Chesney Martin, che i liquori van tolti dal tavolo se il party si riscalda. Oggi chi ha bevuto deve bere ancora; chi non è invitato al party prenda gli oppioidi.