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 2019  settembre 12 Giovedì calendario

Vattimo difende il suo assistente accusato di stupro

Appena tornato dalla passeggiata mattutina sotto casa, a pochi passi da piazza Castello, il professor Gianni Vattimo apprende la notizia da una telefonata: Simone Caminada, 36 anni, italiano di origini brasiliane, maestro di arte orafa e blogger, da tempo amico stretto e assistente del filosofo, è stato denunciato per violenza sessuale. Avrebbe «abusato delle condizioni di inferiorità» della ragazza «al momento del fatto», come da secondo comma dell’articolo 609 bis del codice penale. È successo la notte del 30 agosto, in casa, alla fine di una serata passata a bere tra i locali del centro. Il teorico del Pensiero debole se ne esce con una risposta forte: «Mi sembra una cosa stravagante, Simone non è tanto eterosessuale».
Eppure, agli atti della Procura di Torino, c’era già una segnalazione dai primi di settembre, arrivata dall’ospedale Molinette, dove la vittima si era fatta visitare: era partita un’indagine contro ignoti, poi è uscito il nome di Caminada, indicato nella querela depositata qualche giorno fa dal legale che tutela la ragazza, l’avvocato Deborah Abate Zaro. Così come ci sono le parole quasi urlate al fidanzato, che era accorso sotto l’abitazione, dopo essere stato chiamato, con una telefonata: «Simone mi ha violentata». Dalla denuncia, emerge un racconto fatto di alcuni ricordi precisi e molti altri annebbiati, ma la ragazza ha una certezza: che, dopo i locali, i brindisi e le chiacchiere, a casa l’uomo abbia abusato di lei. Ma Vattimo, 83 anni, riferisce tutta un’altra storia.
Professore, cosa sa di questa vicenda?
«Simone mi disse che, quella sera, uno sconosciuto l’aveva aggredito e preso a pugni in faccia».
E perché mai?
«Non ne ho idea. Mi raccontò che era dalle parti di via Accademia delle Scienze o comunque qui vicino (in pieno centro, ndr), e che stava accompagnando a casa una sua amica».
Che però ora l’ha denunciato per violenza sessuale. Cosa ne pensa?
«Mi sembra una cosa abbastanza stravagante».
Perché?
«Simone non è tanto eterosessuale. Tutto qui».
Potrebbe aver approfittato di lei lo stesso, come c’è scritto sulla denuncia.
«Guardi, lui mi disse delle cose diverse».
Cioé?
«Che era stato assalito dal ragazzo, che lui non aveva mai visto, tant’è che aveva pure un segno sulla guancia. Anche se sulla sua pelle non è che si vedesse granché».
Simone l’ha mai riferito a qualcuno?
«Mi accennò che l’aveva detto anche ai carabinieri. Penso si fosse fatto anche medicare».
Nient’altro?
«Voleva denunciare quel giovane per lesioni: l’aveva aggredito senza una ragione».
L’ha fatto?
«Non lo so».
La violenza è avvenuta in casa, secondo la ragazza: lei c’era?
«In quei giorni ero in casa, ma lei non l’ho mai vista».
Simone abita con lei?
«È molto spesso nella mia abitazione, mi aiuta su tante cose, da anni, ma lui sta in un piccolo appartamento, proprio qui di fronte».
Come si sente adesso?
«Ogni tanto gli fa male la testa, a volte mi sembra un po’ intontito».
Ha ancora qualche segno dell’aggressione?
«No. Ce l’aveva sulla guancia, ma ora non si vede più».
Aveva mai saputo della denuncia per violenza sessuale?
«Solo adesso».
Ultimamente, su Facebook, Simone ha scritto dei post sul vostro rapporto: avete avuto dei problemi?
«No, affatto».
Lui è l’amministratore dei suoi beni?
«Non più: si è dimesso. Ma continua a darmi una mano in tante cose, e poi ho una badante. Ormai sono vecchio».
E i beni?
«Adesso li amministra un avvocato, Daniela Talarico».
E Simone?
«È ancora qui».
N0n ha alcun un dubbio che possa aver stuprato quella ragazza?
«Ho solo detto quel che mi ha raccontato lui. Ma, ripeto, tutto mi suona un po’ stravagante».