ItaliaOggi, 12 settembre 2019
Periscopio
La pubblicità è il commercio dell’anima. Marcello Marchesi.Salvini, in attesa delle stimmate, cita papa Wojtyla e raccomanda l’Italia al Cuore immacolato di Maria. Massimo Gramellini. Corsera.
Di Maio è a fine corsa, ma la sua uscita di scena non sarà veloce, immediata. Conte ha ancora bisogno di tempo per sedimentare il suo ruolo e il consenso su di sé. Nicola Biondo, ex capo della comunicazione del M5s. (Elena G. Polidori). Qn.
Come fa Conte a stare un giorno con Salvini e il giorno dopo con la Boldrini? Giorgia Meloni, segretario di Fdi, nella fiducia al governo.
Quando Conte ha invitato tutti a moderare il lessico, mi sono rivolto verso i Cinque stelle, dicendo: «Dillo a loro». Maurizio D’Ettore, deputato forzista. Dibattito alla camera.
Non c’è dubbio che agli esordi il giurista pugliese sia stato sottovalutato. Pareva che Salvini e Di Maio dovessero metterlo nel sacco da un momento all’altro; invece è stato lui, giocando di sponda con Bruxelles, Berlino e Washington a mettere nel sacco loro. Aldo Cazzullo. Corsera.
È la seconda volta che partecipiamo a elezioni nelle regioni tedesche dell’Est: in Sassonia abbiamo triplicato il risultato, in Brandeburgo lo abbiamo raddoppiato. Jörg Meuthen, presidente del partito di destra AfD. (Tonia Mastrobuoni). la Repubblica.
A vedere il popolo grillino che dice di sì a governare insieme a Matteo Renzi e a Maria Elena Boschi e il Pd togliere, come da accordi, le concessioni agli amici Benetton è certamente, per dirla alla Jovanotti, il più grande spettacolo dopo il Big Bang. Sapevamo che i Cinquestelle erano in vendita, non credevamo che raggiungessero così presto e così spudoratamente il livello del Pd. Alessandro Sallusti. il Giornale.
Porterà un giorno tutto questo fermento del mondo cattolico a favore del rinnovato premier, alla nascita del nuovo partito di Giuseppe Conte, anche alla luce della sua confermata versatilità nel passare indifferentemente da destra a sinistra? Le sue smentite, come la cronaca politica di questi giorni insegna, non valgono infatti un granché. Sospettosi, come solo i preti sanno essere, che questo possa diventare un vizio, prima di continuare a dargli così tanto credito, verificheranno presto la fedeltà dell’avvocato del popolo. Luigi Bisignani. Il Tempo.
Tenco ed io siamo stati giovani cantanti di successo, seppure con generi un po’ diversi, negli anni Sessanta, c’era molta stima reciproca. Ricordo un giorno a Milano, metà anni Sessanta. Io ero primo in classifica con Io che non vivo, lui era secondo con non ricordo bene cosa, forse Vedrai vedrai. Mi disse: «Beh, siamo i cantanti che vendono di più in Italia e non ci conosce nessuno, possiamo girare per strada senza che ci fermi nessuno, in America saremmo dei divi», e lo diceva con rammarico. Pino Donaggio, cantante. (Luigi Bolognini). la Repubblica.
Ecco la foto di Fiona Thyssen, secondo me, la più bella di tutti i tempi. Per un minuto è stata la modella più quotata al mondo. Marina Cicogna. (Michele Masneri). Il Foglio.
Corsera e Gazzetta, per tenersi buono Cairo, mettono ogni giorno in pagina una sua foto. Questo ha fatto pensare che Cairo voglia entrare in politica. Ma è solo adulazione dei suoi giornali. Si obietta che la politica è l’anello che gli manca per perfezionare l’identità col Cav. Ma allora, sfatiamo che Silvio e Urbano siano eguali. Mi limito a questo. Con Berlusconi, bonaccione esuberante, si sono arricchiti in tanti, compreso chi si è fatto un nome attaccandolo. Cairo, tipo tosto, si arricchisce solo lui, lasciando agli altri le briciole. Quanto basta, mi sembra, per escludere gemellaggi. Giancarlo Perna. LaVerità.
Paolo VI in Terrasanta nel 1964. Il primo papa a viaggiare in aereo e fuori dall’Italia. Epoca mandò De Biasi, Del Grande e me per uscire con 64 pagine di foto. Ci crede se le dico che laggiù non c’incrociammo mai? Passai la notte sul pavimento nella basilica del Santo Sepolcro per essere certo di non mancare l’inquadratura giusta l’indomani. Giorgio Lotti, già fotografo di Epoca, 82 anni. (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Ora dirigo l’orchestra di Chicago. Quando si esegue la musica di Verdi, si vede una passione straordinaria. L’Italia, vista da fuori, è più quella del passato che quella di oggi. I giornali americani parlano di noi spesso per certi nostri vizi. Non è superbia, è un atteggiamento diffusamente critico. Io non mi adatto, faccio le mie battaglie. Come ne indico i difetti quando sto qui, difendo l’Italia a spada tratta quando sono all’estero. Ho anche una mia battuta che ripeto spesso: le Alpi italiane sono più belle delle Alpi svizzere. Riccardo Muti. (Pietro Visconti). Libertà.
In Uganda mi occupavo degli accampamenti di migliaia di famiglie che scappavano dalla guerra. Servivano fondi per scavare pozzi, allestire latrine, acquistare farmaci e pagare medici. Sono riuscita a far ottenere 800 mila euro dalla Comunità europea alla ong di Bergamo per cui lavoravo. Una esperienza dura: sono intervenuta dopo un attentato a un missionario, era di origine trentina. Venne ferito, il suo autista ucciso. Camilla Lunelli, responsabile comunicazione di Cantine Ferrari. (Luciano Ferraro). Corsera.
A Mosca, come tutti i borsisti, andai ad abitare nella casa dello studente alle «Colline Lenin». Non era poi così male. Il problema degli alloggi a Mosca, e non solo lì, era molto complicato. Vivevo in un piccolo blocco: in una delle due camere comunicanti, ciascuna riservata a un ospite. Doccia e sanitari in comune. Il grado di intimità non era il massimo. Ma ci si poteva adattare. Senza traumi. Silvano Tagliagambe, filosofo. (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Molti lettori cercano nei giornali la conferma dei loro pregiudizi. Noi proponiamo qualcosa di audace: il confronto con pareri diversi. Stiamo varando Streit, litigio, una sezione di quattro pagine, per offrire uno scontro d’idee immune dalla trivialità e dalla premeditazione di chi non vuole capire le ragioni altrui. Giovanni di Lorenzo, direttore di Die Zeit. (Stefano Lorenzetto). Corsera.
La rocca fortificata dei Clarendon è stata costruita a ridosso di una fattoria, ai margini di un grande bosco. Ugo, il vecchio signore del luogo, sta cospargendo di frammenti di pane il davanzale di una delle finestre dalle quali riceve misera luce il grande ambiente. Uccelli dal piumaggio scuro spiovono da ogni dove contendendosi il cibo. Pupi Avati, I cavalieri che fecero l’impresa. Mondadori, 2000.
Se Gesù fosse stato un teologo, il cristianesimo non sarebbe mai nato. Roberto Gervaso. Il Messaggero.