ItaliaOggi, 12 settembre 2019
Ruth, la cagnolina bastonata a sangue e poi data a fuoco da un ignobile ottantenne, lui sì bestia, ci interroga tutti
Guardarla non si può. Non è più un cane, è una carcassa che ancora respirava. È quello che rimane del male puro, gratuito, miserabile. Ruth era una randagina che non dava fastidio a nessuno, si accontentava di una carezza e qualche avanzo. A Partinico, un bruto l’ha presa, sfasciata a bastonate e poi le ha dato fuoco. Ha ottant’anni, e uno che a ottant’anni compie un abominio simile è uno che ha vissuto invano una vita orribile. Hanno soccorso Ruth, ma è morta in poche ore e per fortuna sua: soffriva l’indicibile e forse nel martirio stava anche il dolore acuminato della creatura che non capisce, non si spiega la ragione di tanta ferocia. Di tanta umiliazione.Guardare Ruth non si può, va oltre la sopportazione umana di chi ha un cuore. E non capisce come ci si possa abbrutire così, ma sa una cosa: che chi si accanisce (ma sarà poi giusto parlare di accanimento?) a quel modo, non l’ha fatto una volta sola. Lo ha fatto per una vita intera. Una vita ignobile e inutile. Col paradosso che adesso, quell’essere vive in casa sua, scortato dai carabinieri, perché c’è chi vorrebbe farsi giustizia da solo, come usa a volte da quelle parti. Inutile girarci attorno, l’abitudine alla ferocia contro gli animali è diffusa dalle Alpi a Capo Passero, ma al sud è endemica, è insanabile. Solo che, a scriverlo, si passa immediatamente per razzisti, salta fuori il nord sfruttatore, Gramsci, la questione meridionale, l’assistenzialismo doveroso, come ha subito promesso il nuovo vecchio premier Giuseppe Conte.
Sessantamila randagi solo nell’isola siciliana, ridotti a uno stato brado e selvatico, torturati per diletto o frustrazione o semplice abitudine, anche dai bambini, cose indicibili, inguardabili che affiorano dal web. Per tutto il meridione bestie accalappiate, sterilizzate e riaffidate alla strada, canili lager con gli animali tenuti in condizioni orrende, li sequestrano e subito li riaffidano agli aguzzini. E poi il traffico di animali verso i paesi balcanici, la vivisezione, l’indifferenza delle istituzioni nella disperazione delle associazioni animaliste. Il sud è pieno di gente meravigliosa, di buona volontà ma essere meravigliosi al sud chiede un eroismo spaventoso, disumano. Quelle stesse associazioni si sono mosse contro il pensionato criminale ma sanno che ogni iniziativa rasenta l’inutilità: le leggi ci sono, prevedono anche il carcere per chi si macchia di simili atrocità, ma non vengono praticamente mai applicate: sotto i due anni scatta la sospensione condizionale della pena e nessuno si prende la briga di verificare, di intervenire.
Il risultato è una sostanziale impunità che si traduce in incentivo ad infierire. La politica se ne frega, al di là di qualche selfie accalappiaelettori col cagnolino, nessuno sembra davvero deciso a intervenire anche perché si tratterebbe di tutelare tutti gli animali e qui scatta la dimensione della caccia, la lobby dei cacciatori che è sempre potente, che porta o toglie voti. E poi, quanta gente dovrebbe finire in galera, specialmente, ma non solo, al sud? L’ex ministro Salvini aveva mostrato qualche segnale di interesse, nel sancta sanctorum della Lega si dicevano pronti a varare norme più attente, più stringenti, ma poi Salvini si è disarcionato da solo e nessuno ne ha più parlato, il Pd a 5 Stelle ha altre priorità, i migranti, i «lavoratori», per dire i soli iscritti alla Cgil, i dipendenti pubblici. Non una riga, nell’ineffabile programma del «governo dell’amore», è stata dedicata alla tutela degli animali.
Ruth, la cagnolina massacrata e arsa viva, non si può guardare, ma le Ruth a quattro zampe, cani bruciate, impiccate, torturate, scuoiate, riempite di esplosivo e fatte scoppiare sono tante, e poi tante, e poi tante. Troppe per poterle contare, troppe per stupirsene ancora.