ItaliaOggi, 11 settembre 2019
Schizofrenia lessicale europea. Si rischia una denuncia a esclamare «Mamma li turchi!»
Il maritozzo è la madeleine dei romani, il biscotto che Marcel Proust ricordava con infantile nostalgia ne «Alla ricerca del tempo perduto». Un tempo era farcito di panna, oggi è quasi scomparso a Trastevere e dintorni soppiantato dal cornetto. Probabilmente per ragioni commerciali, o di calorie. Ma nulla sfugge al politically correct: il cornetto, croissant in francese, è razzista? In Germania hanno dovuto cambiare nome al Negerkuss, il bacio del negretto, chiamato anche Mohrenkopf, testa di moro, una meringa ricoperta di cioccolata. Non c’è da scherzare: a Francoforte tre anni fa, un dipendente fu licenziato per aver chiesto un Negerkuss alla cameriera di colore nella mensa aziendale. Ricorse in tribunale: aveva usato il nome di quando era bambino. Il giudice, probabilmente coetaneo dell’imputato, gli diede ragione: era goloso, non un negriero.A Berlino si chiede di ribattezzare la Mohenstrasse, in pieno centro, anche se il nome fu un omaggio del re di Prussia al re di Mauritania. Scomparse dai menu le Zigenuerschnitzel, le cotolette alla zingaresca, però sopravvive la pizza alla mafiosa. Non mi offendo: in Sicilia non esiste una pizza isolana, a Palermo abbiamo lo sfincione, che è molto meglio, o peggio per chi tiene alla linea.
Il cornetto è oggetto di storica disputa tra italiani e austriaci, come le Wienerschnitzel e le cotolette alla milanese. Chi è arrivato prima? In una storica intervista a Der Spiegel (6 agosto 2012), costellata di gaffes, l’allora premier Mario Monti, oltre a raccomandare all’amica Angela di non tener troppo da conto il Bundestag (ma il parlamento è sacro a Berlino), alla domanda che cosa avesse dato la sua Milano all’Europa, ricordò le cotolette panate. A parte il fatto che sono ben diverse, una con l’osso le altre senza, per i viennesi fu Radetzky, che ne era goloso, a insegnare la ricetta ai milanesi. O fu il contrario? Il maresciallo le scoprì in Lombardia?
Il cornetto l’avrebbero inventato gli antichi romani, come testimoniano reperti archeologici. In origine aveva la forma del tarallo, il biscotto con il buco, sempre siculo, che spezzato in due prende la forma dei croissants. Oppure, secondo la leggenda, nacque a Vienna mentre era assediata dai turchi il 12 settembre del 1683? Esattamente 336 anni fa. Il panettiere Peter Wendler, che lavorava di notte, sentì il rumore dei turchi che stavano scavando il tunnel sotto le mura per invadere la città e impalare i cristiani. Diede l’allarme, e il re polacco Jan Sobieski fece in tempo a sconfiggere il nemico, a salvare Vienna, l’Europa, la cristianità. Senza quel panettiere, oggi non staremmo a chiederci se fare entrare la Turchia in Europa. Per ringraziamento, a Peter Wendler fu concessa l’esclusiva, oggi diremmo il copyright, sulle ciambelle da sfornare a forma di mezzaluna, il Kipfel, come lo chiamano a Vienna. Falso, perché i polacchi le preparavano già nel 1300, se non vogliamo rendere giustizia ai romani.
Qual è il problema? L’estrema destra austriaca si è accaparrata le celebrazioni che ogni anno ricordano la battaglia. Nel 2016, nel 333° anniversario organizzarono la celebrazione al motto «Abendland beschützen, damals wie heute», proteggere l’Occidente, allora come oggi. Il 1683 è diventato per loro il simbolo della resistenza contro la nuova invasione dei musulmani. A Vienna una panetteria nella Währinger Strasse porta il nome di «1683», i clienti sanno a che cosa alluda l’insegna. Ed è stato chiesto con una petizione di cambiare il nome xenofobo. Divorare il Kifpel, la mezzaluna, con il cappuccino o il café creme, che è la variante nell’Austria Felix, offenderebbe Erdogan e i suoi connazionali.
Si rischierà una denuncia ad esclamare «Mamma, li turchi!», o cantare «All’arme all’arme la campana sona/ li Turche so’ sbarcati a la marina…», cavallo di battaglia di Otello Profazio? A Palermo dovranno censurare l’Opera dei Pupi, che termina con la sconfitta degli amati paladini a Roncisvalle? «L’Orlando furioso» dell’Ariosto o «La Gerusalemme liberata» del Tasso sono al di sopra di ogni sospetto? Che dire di Dante che nella «Divina Commedia» spedisce all’inferno Maometto?
Condanniamo a morte il cornetto, e ritorniamo al maritozzo? O forse no. La brioche imbottita di panna potrebbe essere bandita dal metoo: è un nome sessista. Deriverebbe da un’antica tradizione: veniva offerta dai fidanzati alle amate con un dono nascosto nella pasta dolce, un anello, un ciondolo d’oro. Le ragazze con ironia romana dicevano alle amiche: «Me l’ha regalata il mio maritozzo». Cornetto simbolo di xenofobia, maritozzo emblema del potere maschilista?