Il Sole 24 Ore, 11 settembre 2019
Si cercano saldatori
Territorio che vai, ruolo che viene ricercato che trovi. A Brescia, Reggio Emilia e in Triveneto si cercano addetti alle macchine a controllo numerico, in Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna a essere ricercati sono soprattutto i saldatori. In Puglia, soprattutto nell’aerospace, Lombardia, Triveneto, Emilia Romagna le aziende hanno bisogno di software engineer. Poi ancora, si cercano manutentori meccanici ed elettrici in Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna, sviluppatori web, frontend,.net e java sono ricercati in Campania, Emilia Romagna, Triveneto e Lombardia. La Liguria, tutta l’area del nord est e quella adriatica sono invece alla ricerca di carpentieri metallici, mentre in Toscana servono cucitori.
Dopo «una fermata produttiva più lunga degli anni scorsi, passata da una media di 2-3 settimane in agosto, alle 3-4 – rileva Zoltan Daghero, managing director di Gi Group Italia – con l’inizio di settembre l’attività è ripartita regolarmente». Se le aziende hanno sfruttato agosto anche per risolvere l’annoso problema dello smaltimento delle ferie arretrate, al momento della ripresa produttiva «abbiamo già registrato una forte richiesta sulle professionalità tecniche e più skillate», spiega Daghero. Sia Industria 4.0 che il digitale stanno generando grandi opportunità per le imprese e i distretti produttivi, ma al tempo stesso evidenziano il permanere di un problema di base: il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
Le figure professionali di più difficile reperimento non sono solo quelle ICT, ma sono in diversi ambiti e hanno in comune la forte specializzazione: spesso la scuola non riesce a formarle o non ne forma abbastanza. Daghero spiega che «per evitare situazioni emergenziali le aziende tendono ad attivarsi molto più per tempo che in passato, in modo da poter risolvere le loro esigenze entro 3-4 mesi. Oggi un’azienda che è al lavoro su una nuova linea che creerà nuova occupazione si muove con grande anticipo nella ricerca delle persone. In Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna ci sono figure molto specializzate che proprio non si riescono a trovare».
Dal punto di vista geografico, «Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono le aree da cui arriva il maggior numero di richieste a 360°, soprattutto perché stiamo parlando di un’area molto ricca di imprese – dice Daghero -. Anche in altre zone del paese c’è una forte specializzazione delle richieste: in Puglia c’è un distretto dell’aerospace da cui arrivano molte richieste, così come da tutto il mondo dei contact center che è molto presente nella regione. Da tutta la zona di Firenze e dalle valli marchigiane arrivano invece richieste legate a moda e calzature». Se invece guardiamo ai settori «c’è un significativo rallentamento nell’ambio del retail – afferma Daghero -. La Gdo e le catene specializzate negli ultimi mesi hanno fatto registrare richieste decisamente inferiori, in parte legate a un effettivo calo di vendite e in parte al decreto dignità. Chi ha bisogno di gestire personale per brevi periodi, nel week end per esempio, preferisce evitare di aumentare la forza lavoro per via dei vincoli imposti ai contratti a termine».
Per risolvere il tema del mismatch, da tempo le aziende, ma sempre più anche le agenzie per il lavoro, sono impegnate con percorsi di specializzazione intensivi con focus, in particolare, sull’ultimo miglio della formazione per aiutare le persone ad avere maggiori opportunità, aumentando la loro occupabilità grazie all’acquisizione di competenze più specifiche di settore. Daghero conferma che «stanno prendendo sempre più campo le academy dove si è sviluppata una collaborazione tra imprese, scuole e università per qualificare i candidati e consentire loro un ingresso nel mercato del lavoro con maggiori prospettive. Escludendo il mercato retail, in media i primi contratti di somministrazione si aggirano tra i 2 e i 3 mesi. Post academy si allungano generalmente a 12 mesi con una percentuale molto elevata di conferma a tempo indeterminato al termine». Gi group dopo 200 corsi realizzati tra il 2016 e il 2018, e oltre 2000 persone formate, ha registrato un tasso di inserimento in azienda dell’85%. In previsione, infine, «c’è un generale clima di attesa e i primi orientamenti che prenderà il nuovo governo saranno fondamentali – osserva Daghero -. Sono moderatamente ottimista e confido che il 2019 possa chiudersi in linea con il 2018. Dopo un primo semestre in calo, prevediamo di avere un ultimo quadrimestre in crescita rispetto al 2018».