ItaliaOggi, 10 settembre 2019
Chissà dov’è finito il tizio che scriveva sui cavalcavia «Dio c’è»
Un tempo, svariati anni fa, c’era uno (o più) propagatore di fede che stampigliava in tutta Italia sui piloni, sulle fiancate delle autostrade, sui muraglioni urbani, sulle recinzioni dei ponti, la scritta «Dio c’è». Lo stampigliatore si deve essere estinto, oppure si è estinto Dio, oppure qualcuno gli ha dimostrato che non era vero: le scritte non ci sono più. Peccato, perché comunque, che fosse un memento o una rassicurazione, quel messaggio non mi dispiaceva.Quindi adesso dobbiamo accontentarci con altre forme di proselitismo religioso, a partire dai tanto deprecati rosari di Salvini, senza trascurare i populistici sermoni del Papa facente funzione. Ma nel mondo della comunicazione c’è, per nostra buona sorte, anche la pubblicità televisiva che, sia pure per vie traverse, ci ricorda che siamo un Paese, una «Civiltà» (si fa per dire), che ha nella sua tradizione e storia anche un versante religioso di antico e saldo (?) radicamento.
È quindi indubbiamente a questo fine e non per puro (e blasfemo) spirito di mercato, che il solo tracannare un sorso di una nota acqua minerale fa sorgere un immediato e spontaneo coro di gente che intona l’Alleluja!, noto e classico canto chiesastico, presente anche nelle chiese cristiane protestanti, raramente udibile ormai nelle nostre chiese che vanno più o meno sul rap lamentoso.
Ed è sempre al fine di suscitare una troppo sopita memoria della fede e delle formule religiose che in un’altra pubblicità televisiva un bravo prete decide di pulire bene l’altare (rivolto come da Concilio Vaticano Secondo, verso i fedeli) spruzzando una mistica sostanza, agitando uno strofinaccio e gridando entusiasta «ricordati che polvere sei e polvere te ne andrai!». È quindi cosa buona e giusta che si costruiscano nuove e imponenti moschee, e che magari le chiese ormai dismesse per mancanza di clientela, vengano a loro volta trasformate in luoghi di culto islamico. È cambiata la clientela e, ogni Paese che vuol stare al passo, deve adeguarsi, quindi Dio c’è (ancora), ma non è più il nostro, che ormai è stato inglobato dal marketing. La pace sia con noi (forse può andar bene per la pubblicità di un sedativo, non si sa mai, chiedo il copyright).