Libero, 10 settembre 2019
Storia della golfista cicciona Haley Moore
Haley Moore, californiana, ha ventun anni, è fresca di laurea, e si avvia verso una brillante carriera come giocatrice di golf. Negli Usa ha già un notevole successo – ha vinto un titolo prestigioso nel 2018 in Arizona – e pare che il suo sogno di poter diventare una professionista nel campo del golf si stia avverando. Il suo è stato un talento naturale già sviluppato in tenerissima età. Che c’è di strano in una storia che sembra incarnare l’ennesimo esempio di “sogno americano” che si realizza? In realtà questa storia ha avuto un inizio decisamente duro e tutto in salita, ha sperimentato, da subito, quanto l’esistenza possa essere dura grazie a pregiudizi e odio gratuito. Lei è grassa, pesa troppo, con un corpo ingombrante, e quindi fin da ragazzina è stata disprezzata, messa in disparte, isolata. Quando entrava nella mensa scolastica e si sedeva ad un tavolo, gli altri ragazzi si alzavano e se ne andavano. La insultavano, soprattutto via internet, la prendevano in giro, le rubavano lo zaino e lo infilavano nel water dei bagni scolastici. Anche quando il suo super talento di golfista ha cominciato a rivelarsi non è stato facile farlo riconoscere. In genere si impazzisce per i talenti precoci, gli sponsor fanno a gara per contenderseli. Non per Haley. Rappresenta un modo di essere imbarazzante, impossibile, apparententemente, da conciliare con il mondo dello sport patinato, in cui i campioni sono belli e perfetti. Niente sponsor, niente soldi, niente professionismo. Non dev’essere stata una grossa sorpresa, comunque, per lei, abituata fin da piccola ad essere perseguitata e bullizzata. UN TABÙ In un mondo in cui nulla sembra essere proibito, dove non esiste praticamente più alcun tabù, quello del grasso resiste e continua a rendere la vita impossibile a tante persone, a cominciare dall’adolescenza. Puoi drogarti, finire in galera, ubriacarti, spacciare, avere avuto moglie, mariti, amanti, figli con uomini o donne diversi e multipli, persino aver rapinato o aver ammazzato: tutto più o meno viene dimenticato, o perdonato. L’avere chili di troppo, no, non si perdona. Come il fatto di invecchiare o di essere malato in modo irreversibile. E come in questi casi, chi rientra in queste categorie deve nascondersi, non sono “rappresentati”, se non per essere ridicolizzati, trasformati in macchiette o in casi umani. Nella storia di Haley, però, ad un certo punto accade che la Rete, che verso di lei ha seminato odio e umiliazione, mostra invece un lato diverso, non più nero, ma luminoso. La famiglia della ragazza non naviga nell’oro e non è in grado di trovare i soldi per spianarle la strada. La madre, Michelle, visto che non si trova uno straccio di sponsor e di contratto, apre una raccolta di fondi online, per pagare iscrizione e viaggio per le Qualityfying school, le gare di selezione per il circuito professionistico Usa. Quella sottoscrizione viene rilanciata dalla rivista Golfweek e il traguardo dei 30mila dollari necessari per le spese viene raggiunto e superato nel giro di cinque giorni. Continuano ad arrivare versamenti online, ma anche buoni per viaggi in aereo, per soggiorni in albergo, offerte di ospitalità in tante case diverse, e ci sono persino ragazzi pronti a fare da caddie gratis per Haley. Forse per lei la vita ora sarà più semplice e realizzata. Ma la sua è una storia diversa, non rappresenta la norma. In Francia è stata istituita una giornata contro la grassofobia. Puntando il dito contro le discriminazioni e le umiliazioni che deve sopportare una persona obesa: il 30 per cento di coloro che richiedono il sussidio di povertà è appunto obeso e tra coloro che guadagnano quattromila euro al mese si scende al 7%.
PROBLEMA SANITARIO
In Italia la situazione è simile, l’obesità rappresenta un problema, sanitario soprattutto. Nel 2017, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale sulla salute, più di un terzo della popolazione adulta, il 35,3%, è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%), situazione generata da una cattiva alimentazione, malsana ed eccessiva, e dalla sedentarietà, con il rischio di molte malattie. Però il sovrappeso sta diventando un vero e proprio stigma sociale e il disprezzo verso gli obesi una nuova frontiera del razzismo in versione contemporanea. È molto più difficile trovare lavoro, molto più facile perderlo, e comunque le possibilità di far carriera sono dimezzate. Il culto della magrezza a tutti i costi, così come il mito dell’eterna giovinezza, si scontra con la realtà di corpi che possono sfuggire al controllo e ai canoni imposti. Sono i nuovi tabù, anche se una storia come quella di Haley sembra poterli infrangere.