Il Messaggero, 10 settembre 2019
Al cimitero Flaminio donna precipita in una voragine
Finire dentro una tomba ancora prima di essere morti. Può capitare anche questo nel cimitero Flaminio di Prima Porta dove, all’ormai storico degrado si aggiungono preoccupanti problemi di sicurezza. A vivere la brutta avventura è stata una donna di 67 anni che vive a Bravetta, Claudia Montesi. Domenica mattina si era recata nel campo santo sulla Flaminia insieme all’anziana madre e alla figlia per portare dei fiori sulla tomba di famiglia.
Pochi metri prima della sepoltura, la signora è caduta dentro una grossa buca quadrata, probabilmente l’accesso a una canale di scolo con il chiusino divelto. «È pazzesco, quella buca non era segnalata, se al posto mio ci fosse stato un bambino poteva morirci», racconta ancora sotto choc dall’ospedale Sant’Andrea, dove è stata ricoverata con una frattura scomposta dei due malleoli e di parte del perone.
RISCHIO TRAGEDIA«Non voglio nemmeno pensare cosa sarebbe accaduto a un bambino o a una persona anziana – prosegue la donna – la voragine è talmente profonda che non sono riuscita nemmeno a recuperare le scarpe che si sono sfilate mentre cadevo». Ma l’incidente, avvenuto nel lotto 301 del cimitero, è stato solo l’inizio della disavventura. «Non abbiamo trovato nessun addetto che potesse aiutarci, a quanto pare la domenica questo posto è una terra di nessuno dove può capitare di tutto», continua la signora Montesi. Così, anche l’ambulanza mandata dal 118, racconta la donna, si è trovata in difficoltà.
OPERATORI ASSENTIOrientarsi nei 37 chilometri di strade interne del cimitero, infatti, non è facile, come sa bene chi frequenta questi luoghi: «Gli operatori dell’ambulanza mi hanno detto che quando sono entrati si sono recati al box informazioni dell’Ama ma non c’era nessuno che potesse indicargli dove si trova il lotto 301 – continua – Alla fine gli è dovuto andare incontro fino all’ingresso mio genero». Per l’incidente la donna, che dovrà essere operata, sporgerà denuncia.
«Ho già dato mandato a un avvocato al quale sto per inviare tutta la documentazione – spiega – Non si tratta solo di ottenere un risarcimento danni, che pure è dovuto, ma anche di accendere un faro sulle condizioni in cui versa il cimitero. Perché stavolta il fato è stato benevolo ma poteva benissimo scapparci una tragedia».
Quella del Cimitero Flaminio, negli ultimi anni, sembra una discesa verso gli inferi. Visitatori e tombe bersagliati dai furti, sbandati che entrano a drogarsi negli angoli nascosti, strade dissestate e manutenzione del verde ai minimi termini: l’elenco dei problemi si allunga giorno dopo giorno. Dal 9 gennaio, inoltre, miglia di cittadini non possono più pregare sulle tombe dei propri cari perché le cappelle al primo piano degli edifici O, P, e Q sono stati chiusi dai vigili del fuoco per preoccupanti infiltrazioni d’acqua che provocano continui distacchi della malta in calcestruzzo dei soffitti. Da mesi l’Ama, che gestisce i cimiteri capitolini, ha chiesto al Comune fondi per la manutenzione straordinaria ma dal Campidoglio nessuna risposta finora è arrivata.