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 2019  settembre 10 Martedì calendario

Intervista alla figlia di Brigitte Macron

Attraverso mia madre vengono attaccate tutte le donne francesi». Qualche giorno fa Tiphaine Auzière è apparsa in un video nel quale esibiva un articolo sugli insulti di Jair Bolsonaro, il presidente brasiliano, contro sua madre, Brigitte Macron. «Siamo nel 2019 e dei dirigenti politici attaccano una donna sul suo fisico», commenta la figlia della première dame con amara ironia nel filmato visionato da oltre quattrocentomila persone.
«Succede ancora? Ebbene sì. Allora svegliamoci», è il messaggio di Auzière, 35 anni, avvocato nel nord della Francia, che incita a una mobilitazione «nelle case, negli uffici, nelle urne» contro il sessismo. Un appello con tanto di hashtag #Balance-TonMiso, denuncia il tuo misogino, che ricalca un altro famoso slogan di femministe francesi (#BalanceTonPorc) dopo lo scandalo Weinstein.
Finora era stata discreta rispetto alle vicende che coinvolgono sua madre all’Eliseo, come mai adesso ha deciso di lanciare questo appello?
«È la prima volta che uso Twitter e forse si vede anche dalla qualità del video ma non è stata una decisione improvvisa. Come avvocato ho maturato una lunga esperienza nel diritto di famiglia e nelle consulenze giuridiche per l’eguaglianza di genere sul lavoro».
Gli insulti rivolti a sua madre sono stati l’elemento scatenante?
«È stata una concatenazione di eventi. La settimana scorsa è entrata in vigore la legge che obbliga le aziende a pubblicare un indice sulla disparità salariale ed è cominciata la consultazione del governo per rafforzare le misure di prevenzione sulle violenze contro le donne. Infine, sono arrivate le offese a mia mamma. A quel punto ho sentito il bisogno di reagire».
Le parole del presidente brasiliano l’hanno ferita?
«Certo, ma da francese non mi sento di dare lezioni ad altri perché anche da noi esiste un forte sessismo in politica. Ci sono già stati diversi episodi in Parlamento. La Francia purtroppo non è immune dal maschilismo».
Brigitte Macron era già stata attaccata in campagna elettorale per la sua differenza d’età con il presidente.
«È qualcosa che non accade ai politici o ai compagni di donne che sono in politica. Nella mia famiglia cerchiamo di non dare importanza a questo tipo di offese ma a livello collettivo è qualcosa che deve spingerci alla mobilitazione».
Questa volta ci sono state molte testimonianze di solidarietà con la première dame.
«È una cosa positiva, non tanto per mia madre perché so già che molti francesi la apprezzano, ma perché dimostra una presa di coscienza. Mia madre è stata sostenuta da personalità di destra e di sinistra, di ogni colore politico. Ho visto che in un paesino hanno affisso un manifesto su un ponte con la scritta: Brigitte sei bella. Sono segnali incoraggianti».
Cosa dice sua madre di questo suo nuovo impegno?
«È una donna forte, si preoccupa più per noi figli che per se stessa. Teme che l’esposizione sui media possa danneggiarmi. Ha sempre cercato di proteggermi, ma ritengo che ci sia un momento in cui bisogna prendere la parola, difendere le proprie convinzioni anche a costo di qualche rischio personale».
Qual è esattamente l’obiettivo del suo appello?
«Spingere tutti a denunciare il sessismo ordinario. Il governo può fa re molto ma c’è una battaglia culturale da combattere nelle famiglie, nei posti di lavoro. Anche io come madre mi interrogo sull’educazione di mio figlio. In poche ore ho ricevuto testimonianze da ogni parte del mondo, dal Brasile, al Canada e anche dall’Italia. Ci sono uomini che mi hanno mandato messaggi per sostenermi”.
È consapevole che l’impatto mediatico è dovuto alla sua parentela con il presidente?
«Sicuramente l’eco internazionale è legato al fatto che sono la figlia di Madame Macron. Lo so. Ma se è un modo di diffondere una causa buona e giusta perché non farlo?».
È femminista?
«Non mi piace la parola femminista perché si potrebbe pensare a un antagonismo con gli uomini mentre sono convinta che sia una battaglia di tutti».
La prossima tappa? Vuole lanciarsi in politica?
«Continuerò a impegnarmi. C’è già un’ottima ministra che si occupa dei diritti delle donne. Io mi batto ogni giorno attraverso il mio mestiere di avvocato e mi esprimerò ancora pubblicamente se può servire a rafforzare la presa di coscienza».