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 2019  settembre 10 Martedì calendario

Parla Virginia Saba, la compagna di Di Maio

Ascolti Virginia Saba. E capisci che la guerra è finita, il muro crollato, il mondo di ieri ormai sottosopra. «Non entro in ragionamenti di parte, politici. Penso solo che adesso serva un governo che abbassi la tensione. La cosa più importante è il garbo. Ecco, la parola chiave deve essere: garbo. Il rispetto reciproco. Tutti devono abbassare i toni, nel Paese». Buvette della Camera, primo pomeriggio. Nel giorno che segna il matrimonio tra Pd e Movimento. La fidanzata di Luigi Di Maio sfoggia un tubino celeste. Sorride mentre si concede un caffè. Si ferma a chiacchierare, difficile che sia un caso. Invoca garbo dopo le urla di Salvini, le accuse contro Salvini, il furore dei traditori e dei traditi. Possibile, se i 5S si sono appena lasciati alle spalle quattordici mesi di circo gialloverde? «C’è una stagione per ogni cosa».
A trentasei anni, Saba è una giornalista che lavora come assistente parlamentare di una deputata, Emanuela Corda. Così ha conosciuto Di Maio. Formalmente è rimasta in pista, ma è ovvio che il suo impegno è come “congelato”. «Voglio continuare a fare la giornalista – confida – magari senza occuparmi di politica». Il ministero degli Esteri risucchierà le energie del capo politico del Movimento. Saba lo sa, non sembra preoccupata. «Tra l’altro mi hanno detto che la Farnesina è bellissima, spero che riuscirò a vederla, un giorno o l’altro. Sono curiosa».
È reduce da un’estate assurda, al fianco del leader di Pomigliano. Telefonate, vertici, ricorda ora, un mezzo disastro. C’era chi si divertiva al Papeete, però. «Noi niente Papeete, al massimo siamo riusciti a fare tre giorni in Sardegna e due a Palinuro... E poi anche voi – sorride – che avete rovinato le ferie di Luigi con le cose che scrivevate...».
L’altro giorno ha postato sul suo profilo blindato di Instagram un ragionamento di Boezio. Dice di essere appassionata di filosofia. «Io sto studiando teologia, sono al terzo anno. Mi trasferirò presto all’università Gregoriana, mi piace da morire». Il suo profilo da first lady del grillismo non è low, o meglio: non è invisibile. Compare spesso in pubblico, esposta come Di Maio. Ma non si può dire che sia presenzialista. E in effetti non si ricordano sua uscite scomposte sui social o in tv, anzi.
«I politici di una volta avevano più equilibrio, non c’era questa attenzione alla loro vita privata. Mi rendo conto che sono cambiati i tempi, questo è ovvio. Ma sarebbe bello poter recuperare questa cosa».
Si ricordano però alcune sue foto con Di Maio su una nota rivista patinata, lei e lui abbracciati su un prato. Fu così che venne ufficializzata la storia sbocciata a Montecitorio. «Hanno scritto di tutto, su quelle foto, ma è tutto molto più semplice: i fotografi ci seguivano. Era un giorno di sole, il primo sole di stagione. Potevamo tornare a casa. Oppure continuare per villa Borghese. E con Luigi abbiamo detto: che ci importa?».
Sa bene che funziona così, quando sei stata la compagna del vicepremier di un governo con la Lega, o adesso che sei “lady Esteri” nell’esecutivo con il Pd. «Non credo che viaggerò molto con Luigi – prevede prima di salutare – magari qualche volta. E non è vero, come continuate a dire anche adesso, che non sa l’inglese. Lo sa bene, ha studiato». Al cuor non si comanda.