Libero, 8 settembre 2019
I Castro litigano per lo yacht
Gli eredi di Fidel Castro sarebbero in lite per uno yacth. Filtrata a Miami, la notizia riguarda un panfilo da 17 metri, con accluse due moto d’acqua, che sarebbe stato acquistato da Raúl Guillermo Rodríguez Castro: nipote del dittatore Raúl Castro, e noto sull’isola col soprannome “El Cangrejo”. “Il granchio”: sembra perché è nato con una mano di sei dita. Prezzo del giocattolo: la bazzecola di 3 milioni di dollari. I soldi sono usciti dalla Gaesa: quel Grupo de Administracion Empresarial S.A. che è proiezione delle Forze Armate, e che in questo momento controlla il 60% dell’economia cubana, il 70% del commercio al dettaglio e l’80% del turismo. Guarda casa, alla testa della Gaesa è il generale di brigata Luis Alberto Rodríguez López-Callejas: genero di Raúl Castro, e papà di Raúl Guillermo. E la cosa avrebbe provocato una solenne arrabbiatura di zii e cugini: non è in realtà neanche troppo chiaro se per moralismo o per invidia. FIGLI DEGENERI Ma vediamo i protagonisti della querelle. Raúl Castro, appunto, è il fratello di Fidel, e suo successore. Il 19 aprile 2018 ha passato la mano come Presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri di Cuba, ma è tuttora primo segretario del Partito Comunista di Cuba. Fidel, invece, i 10 figli avuti da 5 madri diverse li aveva del tutto estromessi dal potere, anche perché deluso dal primogenito Fidel Ángel Castro Diaz-Balart “Fidelito”: responsabile dell’agenzia nucleare poi rimosso per incapacità, infine suicida. Per non parlare di Alina Fernández-Revuelta, che addirittura scappò in esilio. D’altronde, anche le sue compagne erano sempre rimaste nell’ombra. Al contrario Vilma Espín, moglie di Raúl, fu lei stessa una leader della Rivoluzione, per 47 anni potente presidentessa della Federazione delle Donne Cubane. E dei quattro loro figli, ben tre hanno avuto un ruolo importante. Innanzitutto il 54enne Alejandro Castro Espín: colonnello dell’esercito, cultore di geopolitica e Coordinatore del Consiglio di Difesa e Sicurezza Nazionale. Poi la primogenita Mariela, che ha 57 anni ed è una nota sessuologa, nonché attivista lesbica e responsabile del Centro Nazionale di Educazione Sessuale (Cenesex). Fuori dal gioco la terzogenita Nilsa, il cui compagno è finito dentro per corruzione. La quartogenita Deborah in teoria conta poco. Suo marito è però appunto il 58enne Luis Alberto Rodríguez López-Callejas. E il loro rampollo è stato voluto nel 2016 dal nonno alla testa della Dgsp: quella Direzione Generale della Sicurezza Personale che deve appunto assicurare la sicurezza dei leader. Al comando ha 1.000 uomini, ma sembra che li trascuri abbastanza. Chiamato anche “Nipote in capo” e “Raulito”, ha inoltre il quarto soprannome di “El Arnol-mal”, per la sua passione per steroidi e esercizio fisico. Ma va matto anche per i Rolex: ne ostenta un modello che è stato valutato tra i 6.500 e gli 8.790 dollari. E ha poi la passione per discoteche, golf, hotel di lusso, cantanti e luoghi del jet-set. Da ricordare che il conglomerato in mano al papà dal 2010 è diventato ancora più potente, quando in concomitanza con l’apertura economica vi fu però fatta confluire la holding commerciale Cimex in precedenza appartenente al ministero dell’Interno. In pratica, alle imprese che erano fino ad allora servite per assicurare materiali e servizi alle Forze Armate e privilegi ai loro membri fu affidata la transizione al mercato. Nel 2016 il potere di Gaesa è ulteriormente cresciuto attraverso l’assorbimento di Habaguanex, società che controlla le imprese turistiche del centro storico dell’Avana, fino ad allora stata gestita dal famoso storico Eusebio Leal. Pure nel 2016 sotto Gaesa è stato posto il Banco Financiero Internacional: principale entità cubana per la gestione della valuta straniera. LEVATA DI SCUDI In questo momento, la crisi del Venezuela chavista ha significato anche l’arresto delle forniture petrolifere che avevano tenuto in piedi il regime, e quindi una grave crisi economica, con scarsezza addirittura di alimenti. In questo contesto, stando appunto alle informazioni arrivate a Miami, la notizia dello yacht avrebbe provocato contro il nipote preferito da Raúl una levata di scudi familiare. In particolare i cinque figli di Fidel e della sua ultima compagna Dalia Soto del Valle, i Castro Soto, avrebbero detto che ai suoi tempi «non sarebbe successo. Papà non avrebbe permesso questo spreco di denaro e opulenza». “Il Granchio” si sarebbe difeso spiegando che lo yatch non è stato comprato, ma è un regalo «di uno zio ricco francese». Ma nonno Raúl, quando i figli di Fidel sono venuti a protestare, per punizione avrebbe tolto loro un altro yacht che Chávez aveva regalato al padre, e che loro si erano tenuti. Come dire: Raulito non si tocca!