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 2019  settembre 08 Domenica calendario

Com’è cambiato il cervello dei cani

Dopo una lunga convivenza va a finire che ci si somiglia di più. Succede nelle coppie, tra amici e anche con il proprio cane. Le somiglianze sorprendenti fra umani e cani non si limitano però ai gusti o agli atteggiamenti. Uno studio rivela che il cervello del cane riflette i cambiamenti indotti dall’uomo. Se un Labrador si tuffa volentieri in acqua, nuota e magari pesca è perché, nel corso dei secoli, l’uomo lo ha portato a sviluppare caratteristiche «marine». Se un Border Collie è protettivo nei confronti del gregge come un pastore umano è perché qualcuno, nella notte dei tempi, gli ha mostrato come si fa. La «razza canina» intesa come espressione di precisi comportamenti potrebbe essere il risultato di una pressione selettiva. 
È quanto emerge dall’ultima ricerca pubblicata sul «Journal of Neuroscience». Un team di studiosi guidato da Erin Hecht, della Harvad University, ha preso in esame 62 cani ospedalizzati per accertamenti neurologici, per un totale di 33 varietà canine. Ciascun esemplare è stato sottoposto a scansione MRI (l’imaging a risonanza magnetica), presso il Georgia Veterinary Teaching Hospital, con l’obiettivo di cercare indizi che documentassero differenze significative o modelli ricorrenti nei vari cervelli.
Le informazioni raccolte hanno permesso di identificare le mappe di sei reti neuronali, collegate a specifiche funzioni come l’olfatto o il movimento. Al netto delle differenze di forma e dimensione tra un cane e l’altro, gli scienziati hanno osservato che determinati percorsi cerebrali si ripetevano all’interno della stessa razza, mentre cambiavano passando ad esempio da un Terranova a un Border collie.
«L’anatomia del cervello varia tra le razze canine», ha spiegato Hecht, sottolineando che almeno una parte delle differenze sembra dovuta all’allevamento selettivo, il cui obiettivo è «ottenere comportamenti particolari, come la caccia, l’allevamento e la sorveglianza».
Nel corso di diverse centinaia di anni, gli esseri umani hanno allevato cani con precise caratteristiche fisiche e comportamentali che potessero aiutarli nelle diverse attività. I bulldogs, ad esempio, sono stati allevati perché combattessero contro i tori, ma in un secondo momento sono stati allevati per farne degli affettuosi animali da compagnia. E oggi moltissimi cani non svolgono attivamente il lavoro per il quale la loro razza era stata selezionata.
Ad esempio 20mila anni di convivenza hanno reso i nostri animali da compagnia estremamente sensibili nell’interpretazione delle emozioni umane, forse più di ogni altro animale.
Hecht insieme ai suoi colleghi ha realizzato anche un’analisi statistica che mostra come le variazioni nel cervello degli animali siano insorte più recentemente piuttosto che nel passato remoto suggerendo che il cervello dei cani si sia evoluto rapidamente. La scienziata ha concluso che tutto ciò «dimostra come gli uomini siano in grado di alterare il mondo che li circonda e come i nostri cervelli stiano cambiando altri cervelli presenti sul pianeta».