la Repubblica, 8 settembre 2019
I burger di soia negli Usa sono un caso
Quella parte d’America sempre più convinta di voler rinunciare alla carne per motivi di salute – ma soprattutto per alleviare l’impatto ambientale dell’allevamento bovino, responsabile da solo di circa il 15 per cento delle emissioni di gas serra, ha una nuova mania. Si chiama Impossible Burger, hamburger alternativo che strizza l’occhio ai vegani, ma piace soprattutto a quei mangiatori di carne che si preoccupano dell’ambiente. Sì, perché l’hamburger è detto impossibile proprio perché sa di carne, odora di carne ed è succulento come la carne, grazie a una proteina di soia geneticamente modificata, la legemoglobina, che contiene lo stesso tipo di ferro presente nei globuli rossi. Una molecola chiamata “Heme” che dà al vegetale il sapore di carne. Per molti è la risposta a studi sempre più allarmanti, come quello pubblicato su Lancet lo scorso gennaio dove si dice che, per garantire cibo sufficiente a nutrire un pianeta sempre più popolato, in futuro saremo costretti a cambiare il nostro tipo di alimentazione. La carne sarà sempre più ridotta: e sempre più cara, tornando di fatto ad essere un lusso.
Marchi come Impossible Food e Beyond Meat stanno dunque facendo fortuna: raccogliendo enormi investimenti da clienti letteralmente affamati di nuovi mercati grazie ai profitti in crescita del 10 per cento. Ma soprattutto stuzzicati dalle proiezioni di Barclays, secondo cui il settore delle carni alternative raggiungerà i 140 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, conquistando circa il 10% dell’industria globale della carne. Previsioni che certo non piacciono agli allevatori americani: una potente lobby, che negli ultimi mesi è riuscita a spingere in almeno 30 diversi stati nuove legislazioni che vietano di usare termini come burger, salsiccia, bistecca, salame, hot dog e così via, per prodotti vegetali. Una vera guerra delle parole: che fra corsi e ricorsi si combatterà presto davanti alla Corte suprema.
Ma l’hamburger alternativo è davvero più sano? La ricerca lega da anni la carne rossa alla proliferazione di cellule tumorali, ma non c’è da farsi troppe illusioni. Nell’hamburger impossibile, lo dice l’Academy of Nutrition and Dietetics ci sono olio di cocco e semi di girasole. Calorie, proteine e grassi sono gli stessi di un hamburger normale. Farà forse bene all’ambiente. Ma alla salute, è tutto da vedere.