Corriere della Sera, 8 settembre 2019
In morte di Giacomo Bulleri
Il New York Times lo aveva definito nel 2017 «l’uomo che cucinava per l’Italia», tanto era diventato simbolo della ristorazione del Belpaese. Riconoscimento che gli aveva fatto enorme piacere tanto quanto l’Ambrogino d’oro, ricevuto da Milano nel 2015, la città che gli aveva regalato il grande successo. Giacomo Bulleri, lo storico fondatore del gruppo Giacomo Milano, si è spento venerdì sera al Policlinico del capoluogo lombardo dove era stato ricoverato giovedì. Aveva 94 anni, solo un paio di settimane fa era ancora a Pietrasanta per le vacanze. Poi negli ultimi giorni il fisico aveva smesso di combattere. Nel 1997 gli era stato diagnosticato un tumore alla prostata, guarito. Anche grazie alla sua caratteristica tenacia.
Nato a Collodi (Pistoia) nel 1925, si trasferisce da giovanissimo a Torino dove comincia, da lavapiatti, a imparare le regole base del mestiere. «Avevano capito che ero sveglio. E che avevo indole: chi nasce falco non può diventare tacchino», ripeteva sempre. Nel 1958 apre a Milano il suo primo ristorante, la Trattoria Da Giacomo in via Donizetti, dove negli anni passano Maria Callas, Gianni Versace, Henry Kissinger, Indro Montanelli, i Moratti, tutti conquistati da quel sapiente mix di cucina tradizionale toscana e milanese. Negli anni Novanta nasce, invece, il ristorante Da Giacomo in via Sottocorno – qui si sono fermati a cena più volte Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Mick Jagger, Madonna —, il primo degli attuali sette locali aperti in seguito tra Milano e Pietrasanta per diversificare la sua offerta: il Bistrot, la Tabaccheria, la Pasticceria, il caffè letterario nel cortile di Palazzo Reale, e poi il ristorante Giacomo Arengario sopra il Museo del Novecento, in piazza Duomo. Un po’ il simbolo del suo arrivo.
Fino all’ultimo è sempre stato vicino ai suoi locali, ai suoi collaboratori. «Non sono ancora pronto per restare a casa. Dopotutto, i miei ristoranti sono la mia casa», diceva. «Era un uomo di grande spirito e umorismo», ricorda la figlia Tiziana che, con il marito Marco Monti, è già da anni alla guida del gruppo. «Solo negli ultimi giorni, seppur senza alcuna tristezza, sentiva che il fisico non seguiva più la testa». I funerali si terranno lunedì alle 14.45 nella chiesa di Santa Maria della Passione di via Conservatorio a Milano.