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 2019  settembre 07 Sabato calendario

3.066 parole senza citare le parole debito o deficit

Tremila sessantasei parole senza mai nominare debito o deficit. Le 3.066 parole sono quelle che costituiscono le «linee programmatiche di politica generale del Governo per il prosieguo della XVIII legislatura» (in pratica, il programma).Credo che già da sola questa constatazione sia il segnale di una pessima partenza del nuovo Governo che, evidentemente, si avvia sulla strada di tutti i precedenti, il cui obiettivo fondamentale è stato (e, a quanto pare, sarà) solo quello di essere autorizzati dalla Ue all’ampliamento del debito, ignorando qualunque sforzo volto alla sua riduzione.
Il nuovo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, è indubbiamente una persona per bene e generalmente stimata, ma la sua stessa formazione e il suo posizionamento di prestigio nel Parlamento europeo depongono esattamente in questo senso: non un economista per tentare una riduzione del debito in valore assoluto e il rilancio del pil, ma un politico stimato e di lungo corso europeo per strappare all’Europa la cosiddetta «flessibilità» sul debito (leggi: permesso di aumentarlo).
Eppure, è evidente che la crescita del debito, oggi ai massimi storici in valore assoluto e in rapporto al pil, ha oramai da tempo costretto lo Stato ad abdicare alla sua fondamentale funzione di stabilizzatore macroeconomico e di investitore in direzione anticiclica per stimolare la ripresa. In questo contesto, tutto quello che in materia economica è scritto nel programma del nuovo Governo, senza prendere concretamente in considerazione gli aspetti di «debito e deficit», appare l’ennesima presa in giro per gli italiani, che continuano ad abboccare – ovviamente a fazioni alternate – attratti dalla speranza di poter in qualche misura partecipare alla prossima spartizione di spesa pubblica fatta senza avere i soldi.
E, paradossalmente, persino la politica monetaria accomodante della Bce, confermata ancora per lungo tempo da Christine Lagarde, con i suoi tassi bassi (che usualmente avremmo accolto con immenso sollievo) non farà altro che agevolare l’ampliamento della fossa che gli italiani si stanno pervicacemente scavando da soli sotto i propri piedi.
Temo che il risveglio degli italiani sarà sempre più brusco.