la Repubblica, 7 settembre 2019
Il figlio di Grillo indagato
VANITYX
MILANO – Chi l’ha ascoltata quella notte, chi ha raccolto quel racconto cominciato in caserma alle otto di sera e firmato alle tre del mattino – senza tacere i particolari più crudi e con la madre, che l’aveva accompagnata, accanto a tamponarne il dolore – usa l’aggettivo che in casi del genere è il più significativo. «Credibile». Credibili i dettagli di questa storia cominciata la sera del 16 luglio, cominciata sui divanetti e sulle piste del Billionaire e proseguita nell’appartamento di un residence dei tanti in Costa Smeralda, settanta metri quadri appena e due stanze divise da un separé. Credibile che quei quattro ragazzi, che avevano convinto lei e una sua amica ad allontanarsi dalla discoteca, li avesse conosciuti proprio quella sera: così testimoniavano i messaggi sul cellulare, dati su cui i carabinieri della compagnia Duomo di Milano hanno dovuto lavorare qualche giorno prima di identificarli: Ciro Grillo, il figlio di Beppe e padrone di casa, e i suoi amici Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. Credibili, ancora, le brutalità che avrebbe subito, lo stupro consumato in un primo momento da uno solo dei ragazzi, poi dagli altri tre, con l’amica della vittima addormentata in un sonno ubriaco nell’altra stanza. Alla giovane – 19 anni non ancora compiuti, origini scandinave per parte di padre, famiglia agiata, studi superiori appena completati in uno dei più prestigiosi collegi di Milano e una passione per la scherma – hanno creduto anche le psicologhe del Soccorso Violenze sessuali dell’ospedale Mangiagalli, che l’hanno visitata la notte tra il 26 e il 27 luglio, subito dopo la denuncia. Il fascicolo è aperto da allora sul tavolo del procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, e del pubblico ministero Laura Bassani. I cellulari di quattro indagati sequestrati dai carabinieri milanesi ma non ancora letti. Né video né chat: dev’esserne estratta copia forense, con apposito incarico a un perito, perché il contenuto possa finire nel fascicolo senza inquinamenti. Ma sono stati gli stessi ragazzi, assistiti dai loro legali (Enrico Grillo per Ciro, Romano Raimondo e Gennaro Velle al fianco di Corsiglia, Paolo Costa per Lauria ed Ernesto Monteverde in difesa di Capitta) durante gli interrogatori a parlare di un filmato, di uno smartphone che avrebbe ripreso la nottata e i rapporti. Consenzienti, giurano i ragazzi, così come quel video, come la decisione di accettare l’invito al residence di Ciro Grillo dopo qualche brindisi al Billionaire («Ma solo una bottiglia di champagne al tavolo», specificano). Del video, nella denuncia della diciottenne non c’è traccia: «È un elemento importante – ragiona un investigatore – perché non fa alcun cenno a storie di revenge porn o ricatti simili. E non ci sarebbe motivo per denunciare quattro ragazzi sconosciuti, se non quello di aver subito davvero le violenze». Non parla di cocaina o di altre sostanze, solo qualche superalcolico, consumato al locale e poi al residence. E non è l’unico dettaglio su cui la versione della ragazza, difesa dall’avvocato Laura Panciro li, diverge da quella dei suoi presunti carnefici. I quattro ragazzi parlano di un primo rapporto intimo, dopo il quale uno di loro sarebbe uscito con la diciottenne a comprare le sigarette, e i due sarebbero tranquillamente usciti e rientrati a piedi, prima di proseguire nei rapporti con gli altri tre. Spiegano poi di averla riaccompagnata ad Arzachena, insieme all’amica, da cavalieri. Alludono poi a un post su Instagram, una foto delle due giovani su un divanetto del Billionaire con un bicchiere di vodka in mano, postato il 17 luglio sul profilo della ragazza che li ha denunciati. E un’insinuazione: perché quella denuncia solo dieci giorni dopo, e solo a Milano? I motivi li avrebbe spiegati la madre, ai carabinieri. Dolore e vergogna tenuti nascosti al telefono, ed esplosi quando entrambi i genitori sono andati a trovare la figlia a Porto Cervo, preoccupati per quelle chiamate fatte di monosillabi. Al ritorno, la sera stessa dell’atterraggio, sarebbero semplicemente andati alla caserma più vicina a casa. E poi in ospedale, per sottoporre la diciottenne ai tamponi e al conforto delle psicologhe. I risultati delle visite mediche sono già stati trasmessi alla procura di Tempio, che a breve dovrebbe ricevere anche gli esami tossicologici sui ragazzi, e i filmati delle telecamere di Porto Cervo, per verificare quella passeggiata notturna alla ricerca di sigarette. «Faremo presto», promette il procuratore Capasso.