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 2019  settembre 07 Sabato calendario

Notizie sul prossimo ribaltone in Rai

ROMA – «E che problema c’è? Io sono un presidente di garanzia, ruolo che ho sempre interpretato correttamente, vedrete che non succederà nulla». A chi in questi giorni gli domanda cosa ne sarà di lui e della falange sovranista che per più d’un anno ha imperversato in Rai a suon di epurazioni e promozioni, Marcello Foa risponde cantilenando lo stesso ritornello. Simile a quello intonato dall’altra punta di diamante del salvinismo tv: la direttrice della prima rete Teresa De Santis, che ha pure rispolverato trascorsi e amicizie di sinistra, a lungo dissimulati. Eppure il presidente qualche timore inizia a nutrirlo se è vero che ha già messo al lavoro il fidatissimo Pierpaolo Cotone (ex responsabile degli Affari legali chiamato come capo- staff a 240mila euro l’anno) per cercare di blindarsi al settimo piano di Viale Mazzini. Anche se i sacchi di sabbia vicino alle finestre potrebbero non bastare a reggere l’onda d’urto scatenata dal varo del governo giallo-rosso. Il sismografo Rai, da sempre sintonizzato sugli equilibri parlamentari, registra forti scosse ai vertici: sia della governance sia della struttura aziendale. A partire dal cda. Dove giovedì prossimo, alla ripresa dopo la pausa estiva, dovrebbe consolidarsi una nuova maggioranza, più in sintonia con quella politica appena nata. Foa, voluto fortissimamente da Salvini, potrebbe finire in minoranza insieme ai consiglieri Di Blasio (Lega) e Rossi (Fdi), mentre sull’altro fronte si compatteranno, accanto all’ad Salini indicato dai grillini, le consigliere Coletti (M5s) e Borioni (Pd), con il delegato dei dipendenti Riccardo Laganà a far l’ago di una bilancia finora posizionato all’opposizione del Carroccio. Molto più dei gialli, sono i rossi a spingere per un ribaltone che rischia però di rivelarsi insufficiente a detronizzare il presidente caro ai leghisti: la sfiducia in cda non è prevista, l’unico ad avere il potere di revoca è il ministero dell’Economia, che tuttavia nei prossimi mesi avrà altre gatte da pelare. Certo, rimane sempre l’arma del ricorso al Tar – in decisione entro fine mese – proposto da Borioni contro la seconda votazione imposta in Vigilanza per rimediare alla prima bocciatura di Foa. E torna pure d’attualità la verifica sulle schede di quella votazione, secondo il Pd truccate, che il capo forzista della Commissione ha sinora sempre negato. Ecco perché Foa potrebbe avere ancora spazio per asserragliarsi a Viale Mazzini. Sebbene rischi di restare come l’ultimo dei mohicani. Nel palazzone con vista sul Cavallo morente la corsa a saltare, o più spesso tornare, sul carro del vincitore è cominciata già da un po’. Prima che il (semi)nuovo editore di riferimento faccia piazza pulita, De Santis – reduce dal clamoroso crollo degli ascolti estivi – sta cercando di esaudire gli ultimi desideri della Lega: blindare Marco Ventura, portavoce di Foa, come capo autore di Unomattina; ottenere per il conduttore Roberto Poletti, biografo di Salvini, un ufficio stampa dedicato; strappare il via libera al contratto di Alessandro Banfi, pensionato Mediaset, per la Vita in diretta. Cercando nel frattempo una sponda nel senatore pd Salvatore Margiotta, accreditato come futuro sottosegretario alle Comunicazioni. Da cui farsi difendere in caso volessero cacciarla. Magari approfittando dell’uscita obbligata di Carlo Freccero a novembre. L’occasione per cambiare, oltre che a Rai2, pure a Rai1. Insieme – è il sogno, destinato però ad attendere – ai direttori dei rispettivi Tg, Carboni e Sangiuliano, apparsi fin troppo sbilanciati (specie l’ultimo) su Salvini. Ma De Santis, a caccia di coperture, non molla. Sarebbero almeno un paio gli autori, segnalati da Margiotta, già reclutati dalla prima rete. Ed è amico del parlamentare dem anche Gigi D’Amato, agente di Alessandro Greco, tornato dall’esilio alla guida di Miss Italia. Manovre che l’ad fatica a sventare. Un colpo l’ha battuto cancellando la striscia affidata a Monica Setta all’interno di Unomattina : a lei resterà solo il weekend accanto a Tiberio Timperi. E sparirà pure lo spazio ipotecato dall’esterna Simona Arrigoni, testimone di nozze del deputato leghista Luini. A giudicare dagli spifferi, non è che l’inizio.