ItaliaOggi, 6 settembre 2019
Periscopio
Ormai vicina l’alleanza tra teorici e praticanti del pressappoco. Dino Basili. Uffa news.Il matrimonio è come la guerra. L’importante è ritornare vivi. Gabriel Matzneff, Elie et Phaeton. La Table Ronde, 1991.
Dal primo governo Prodi in poi tutti gli esecutivi hanno ballato al senato. E non parlo solo dei voti in aula, ma anche di quelli nelle commissioni. Così, per sopravvivere, tu vai a cercare voti qua e là. Voti che però hanno un costo politico e quando il giochino si rompe, vai a casa. Roberto Calderoli, senatore Lega (Fabio Rubini). Libero.
La piattaforma Rousseau, di proprietà di un privato cittadino dove il voto degli attivisti è sempre condizionato dalle dichiarazioni preventive dei vertici del M5s e, alle volte, perfino dalla formulazione del quesito. Un M5s che si staccasse dalla Casaleggio & Associati, quello, forse, sarebbe un segno di svolta. Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, espulso dal M5s (Valerio Valentini). Il Foglio.
Tira un grande sospiro di sollievo pure il generale Gennaro Vecchione, il famiglio più vicino a Conte, da lui imposto come direttore del Dis, che Salvini aveva invece messo nel mirino soprattutto per alcune stravaganze mondane. Anche se proprio la delega ai Servizi sarà uno dei punti più spinosi da affrontare: il futuro bis premier, ossessionato dai complotti, si è infatti impuntato perché resti nelle sue mani, ma sia i democratici, con personalità di grande spessore come Marco Minniti e Luigi Zanda, sia i grillini la rivendicano, nel nome di una collegialità operativa che il Gattopardo non vuole neppure prendere in considerazione. Se al premier incaricato riuscirà questo spregiudicato ribaltone, forse a preoccuparsi presto dovrà essere proprio Mattarella che l’ha così sostenuto. Sarà lui la prossima vittima del Conte Ugolino? Luigi Bisignani. Il Tempo.
Continuo a girare per conferenze in tutto il mondo dove purtroppo l’Italia non è vista. Moavero Milanesi è un ministro imbarazzante: ha più cognomi che idee. Non sappiamo la nostra posizione sul Venezuela, sulla Libia, sul futuro dell’Europa, sui rapporti Cina-Usa, sulla Brexit. Il premier scrive lettere ai giornali per ricordare a se stesso di essere il premier. Lo dice sempre, sono il presidente del consiglio: quasi non ci crede neanche lui. E Salvini è isolato a livello internazionale. Quanto agli investitori, non credono al governo, purtroppo. Del resto come fai a credere a Di Maio che 15 giorni fa attacca i Benetton dicendo che il loro ingresso in Alitalia farebbe precipitare gli aerei e oggi plaude agli stessi Benetton? Il video delle frasi di Di Maio è diventato virale in rete. Ma purtroppo lo vedono anche all’estero. E dicono: non ci fidiamo di voi. Un peccato, perché l’Italia ha tutto per essere protagonista. Abbiamo una bellissima macchina, ma il pilota non sa guidare. E così sfumano tante occasioni per le nostre imprese e per il nostro pil. Matteo Renzi (Maria Teresa Meli). Corsera.
Diversi portavoce di politici italiani furono allontanati per l’incapacità di fotografare in fretta una situazione o una tresca in corso. Un illustre collega, Ignazio Contu, uomo di gran garbo, dopo avere diretto giornali, divenne, nello scorcio del secolo scorso, braccio destro di Amintore Fanfani, al quale era affezionatissimo. Essendo, però, meticoloso e preciso, e l’altro un toscanaccio insofferente e impulsivo, ne temeva le reazioni se non fosse riuscito ad aggiornarlo, con mostruosa rapidità, su questo o quell’ultimo avvenimento. Ignazio telefonava la notizia a Fanfani che ascoltava in silenzio. Non di rado, neppure giunto al nocciolo, si sentiva un clic. Il politico, stufo, aveva riattaccato senza una parola. Altre volte, senza chiudere, Fanfani se ne andava, lasciando Ignazio parlare a vuoto con costernazione di quel galantuomo. Giancarlo Perna. La Verità.
Il periodo del terrorismo è stato bruttissimo. In quegli anni sono andato a fare uno spettacolo a Trento dove c’era l’università di sociologia creata da Flaminio Piccoli, in cui studiava Renato Curcio. Sono stato contestato in piazza, non mi volevano far fare lo spettacolo. Si rischiava. Mi ha salvato un brigatista di Agrigento, che ha detto loro: «Guardate che è un paesano mio, risparmiamolo». Pippo Baudo, presentatore tv (Walter Veltroni). Sette, Corsera.
I post e i tweet, con la brevità e irriflessività della comunicazione istantanea, hanno ridotto la soglia di attenzione, abbassato la capacità di concentrazione, ridotto al minimo la complessità di qualsiasi argomentazione, azzerato la sintassi quando non la grammatica. Silvia Ronchey. la Repubblica.
La nostra barca più costosa è lunga 64 metri, 1.600 tonnellate di stazza. Quattro ponti. Si compra una barca più col cuore che con la testa. Massimo Perotti, a.d. di Sanlorenzo, numero uno al mondo delle imbarcazioni oltre i 30 metri (Piera Anna Franini). il Giornale.
I ritratti di regime non li avevo mai fatti. E quello di Berlusconi, secondo me, era di questo tipo. Appena giunto ad Arcore, cercai di sottrarmi all’incarico con una scusa: presidente, prima che lo sappia da altri, devo dirle che sono comunista. «Chissenefrega, caro Lotti, lei è bravo», fu la replica. Lo seguii per quattro mesi. Le mie immagini finirono non so come su Paris Match e Stern. Cominciai a ricevere minacce di morte. Il matrimonio andò a rotoli e si guastò il rapporto con le mie due figlie. Non le vedo da 25 anni. Passare per ritrattista ufficiale di Berlusconi mi attirò un mare di odio. Mi credevano prezzolato. Venivo da esperienze totalmente diverse: Brigitte Bardot a Cortina, Sophia Loren nel suo letto, i Beatles, re Umberto nell’esilio di Cascais, il terremoto in Friuli nel 1976. Giorgio Lotti, già fotografo di Epoca, 82 anni (Stefano Lorenzetto). Corsera.
A Tunisi o a Parigi, alle sirene ci si abitua. S’impara a convivere con queste cose. Ma io per la verità non mi agito mai, sono sempre stata un po’ pazza... (risata). Mio papà era ingegnere ferroviario, da bambina abitavo vicino alle rotaie e aspettavo che il treno partisse, per saltarci sopra. Poi i macchinisti andavano a dirglielo: guarda che tua figlia è matta...! (risata). L’incendio di Notre-Dame è stato nel giorno del mio compleanno: dovevo cenare fuori, mi sono affacciata alla finestra e ho visto il fuoco. Allora sono andata là. E sono rimasta a guardare le fiamme tutta la sera. Un’immagine apocalittica. I ponti bloccati, una folla pazzesca, la gente che piangeva. Claudia Cardinale (Francesco Battistini). Corsera.
La virtù riscuote più stima che amore. Roberto Gervaso. Il Messaggero.