Corriere della Sera, 6 settembre 2019
Cronenberg: ho chiuso con il cinema
«Col cinema ho chiuso, non ho nessuna nostalgia», dice David Cronenberg, il maestro del brivido che indaga sulle mutazioni del corpo, al Lido per il restauro in 4K di Crash.
E che fine farà il suo film cannibalesco su un filosofo che si mangia la moglie?
«Il mio romanzo d’esordio, Divorati, a cui lavoravo da una vita (volevo diventare scrittore, non regista) dovrebbe diventare un film, ma non per le sale: sarà per le nuove piattaforme. Oppure una serie tv. Il cinema tradizionale sparirà, resteranno i supereroi».
Le mutazioni dei corpi.
«È intrigante vedere che quando invecchiamo finiamo per somigliare ai genitori».
Lei è in Italia per due sue opere sulle automobili.
«Sì, per Crash, che a Cannes creò uno choc e fu osteggiato, e per una mostra a Lissone su Red Cars, una sceneggiatura che scrissi subito dopo quel film, dove racconto una patologia legata alle auto. Però Red Cars non lo girai mai, è diventato un libro d’arte e una mostra curata da Domenico De Gaetano».
E Mel Gibson...
«Doveva essere il protagonista. Si recò da colui che doveva interpretare, cioé il pilota della Ferrari Phil Hill, che non fu contento di ciò che avevo scritto e il progetto saltò».
Phil Hill, primo pilota Usa a vincere un campionato del mondo di Formula Uno.
«A bordo di una Ferrari, la macchina dei sogni. Era il 1961. A Monza, in una collisione, trovò la morte il tedesco Von Trips, correva anche lui per la Ferrari ed era primo fino all’incidente mortale. L’outsider americano e l’aristocratico europeo accomunati dalla stessa ossessione. Era una storia troppo avvincente per non portarla sullo schermo. Il libro è come visualizzare un film senza attori e troupe».
La passione per i motori?
«Ne sono affascinato da sempre. Spero che un giorno la Ferrari (ne ho avuta una in passato) possa lanciare un modello elettrico. Cerco di non perdermi un Gran Premio, se non fosse per il mio produttore sarei rimasto a Monza. Apri il cofano e vedi questi agglomerati pesanti che sembrano nascondere un cervello e un cuore pensante. Quando si parla di motori e di auto, si pensa subito all’Italia. Le prime parole che ho imparato in italiano sono frizione e cambio, termini che non trovi nei corsi per principianti».
Lei è un visionario che...
«Che non conosce nostalgia. L’arte diventa sovversiva se fa appello all’inconscio e fa venire tutto ciò che è represso. Contro le norme più rigide che regolano le società».