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 2019  settembre 06 Venerdì calendario

L’algoritmo per valutare quadri e sculture

Una sorta di «Trivago dell’art lending», cioè un servizio che ci guida al meglio per ottenere un prestito in cambio di un’opera d’arte a garanzia. È la definizione semplificata che il fondatore e amministratore delegato di Kellify, Francesco Magagnini (foto) dà alla sua startup genovese che si serve dell’intelligenza artificiale (AI) per dare valore e liquidità a beni da collezione normalmente illiquidi. Kellify dà la possibilità a tutti di ricevere un prestito, non in base alla personale situazione finanziaria ma assegnando valore a un bene rifugio non correlato, a un bene cioè, che generalmente non risente degli eventi. Lo fa attraverso un algoritmo in grado di calcolare il valore, la liquidità e la possibilità che ha l’oggetto di essere venduto. Apprende dal passato, dai comportamenti delle case d’asta e degli investitori andando a riconoscere dei pattern, degli schemi ricorrenti che lo portano a sviluppare capacità predittive per ogni transazione, prevedendone senza affidarsi a una élite di esperti, la futura liquidità. La sfida è proprio quella di accorciare le distanze tra persone e finanza. Grazie all’intelligenza artificiale si garantisce la trasparenza e si amplia l’Ai al settore dell’arte, che grazie all’aiuto di fondi specializzati è per tradizione vantaggioso solo nel lungo periodo (oltre i 10 anni) e con una quota di ingresso che supera i 100mila euro mentre con Kellify si possono avere previsioni già dai 18 ai 24 mesi. È possibile assicurare non solo opere d’arte ma tutto ciò che è collezionabile come auto d’epoca e vini pregiati. «Attualmente è solo un B2B, rivolto solo ad assicurazioni che vogliono tutelare al meglio un bene, a banche, per far investire i propri clienti in arte e alle challenger banks, per permettere ai propri clienti di investire anche su una porzione di un’opera d’arte». Ma l’anno prossimo arriverà un’app alla portata di tutti. Sarà possibile infatti, scattare una foto di un quadro con il proprio telefonino e ricevere circa 4-5 offerte da diverse banche. Un investimento alla portata di tutti, anche dei non esperti perché la valutazione non è dettata dal gusto o dalla passione. L’algoritmo valuterebbe un Warhol o un Paolo Grassi allo stesso modo, attendendosi ai suoi parametri imparziali. Kellify, nata nel 2017, e a luglio 2018, grazie a imprenditori e business angel, ha chiuso con 1,74 milioni di dollari espandendosi a Malo, Praga e New York.