Corriere della Sera, 6 settembre 2019
La strada della longevità: mangiare di meno
Era in aeroporto a Parigi quando ha ricevuto la chiamata da Palazzo Lombardia, sede della Regione: la ricerca che lo impegna da due decenni gli è valsa un riconoscimento da 1 milione di euro. Al biologo cellulare Guido Kroemer ieri è andato il Premio Internazionale «Lombardia è Ricerca», che da tre anni individua la migliore scoperta scientifica nell’ambito delle Scienze della vita. E promuove lo scambio tra i più accreditati ricercatori internazionali e i centri di eccellenza lombardi. Mangiare meno permette di vivere più a lungo e in salute: la scoperta di Kroemer ora ci spiega perché.
Nato in Germania, di nazionalità austriaca e spagnola, professore alla Facoltà di Medicina dell’Università di Paris Descartes e direttore del team di ricerca «Apoptosis, Cancer and Immunity» del French Medical Research Council, Kroemer ha scoperto nella restrizione calorica (in grado di indurre l’autofagia) un fattore chiave per la longevità. Il tema del premio quest’anno era l’healty aging: in un Paese come l’Italia, dove l’aspettativa di vita ha raggiunto gli 80,8 anni per gli uomini e gli 85,2 per le donne, garantire una vecchiaia in salute dev’essere una priorità, dal punto di vista sociale oltreché economico.
«Sono lusingato di ricevere questo premio – dice Kroemer —. Il mio laboratorio lavora da oltre 14 anni sul concetto dell’invecchiamento e sui meccanismi che possono rallentarlo. Era il 2005 quando abbiamo pubblicato il primo lavoro dimostrando che l’autofagia può proteggere le cellule dalla tossicità, ad esempio della chemioterapia».
L’autofagia è il meccanismo con cui le cellule del nostro corpo identificano al proprio interno i «rifiuti» e li eliminano. Kroemer ha scoperto che questo meccanismo è uno dei segreti della longevità e ha individuato una serie di sostanze naturali o farmacologiche capaci di indurlo.
L’invecchiamento
Sono lusingato, il mio laboratorio lavora da oltre 14 anni sul concetto dell’invecchiamento
Il suo lavoro è stato scelto tra 179 candidati, individuati da una giuria di 15 top scientist di livello internazionale presieduta da Silvia Priori, Ordinario di Cardiologia dell’Università degli Studi di Pavia. «La sua scoperta ha un impatto concreto sul miglioramento della vita della popolazione mondiale – spiega —. Dimostra come la riduzione delle calorie assunte quotidianamente attivi meccanismi che degradano le proteine alterate e quindi mantengono l’organismo più in salute». La scelta oltretutto è ricaduta su una «ricerca di base più vicina possibile alla clinica, dunque a una futura applicabilità».
È il primo anno che il Premio viene assegnato a un ricercatore straniero, ma una delle clausule è che il 70 per cento del milione di euro venga investito in ricerca in collaborazione con i centri di eccellenza lombardi: «Uno degli obiettivi del Premio – dice il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala, che ha indicato ieri il nome del vincitore – è che i centri di ricerca e le attività mediche lombarde possano istituire duraturi rapporti di interazione scientifica con il vincitore».
Una collaborazione giudicata fondamentale per «rendere il territorio lombardo sempre di più un punto di riferimento scientifico nel mondo», dice il presidente della Regione Attilio Fontana. Che non manca di incalzare il governo sul tema dell’agognata autonomia: «Il nostro Paese fa poco per la ricerca e dovrebbe fare molto di più – continua —. Come Regione, nell’ambito delle nostre disponibilità economiche, cerchiamo di riservare grande attenzione alla ricerca e all’innovazione: dobbiamo far capire al resto del Paese che sono la base del nostro futuro. Se dovessimo ottenere quell’autonomia che stiamo chiedendo con tanto impegno credo che ci sarebbero anche più opportunità in questo campo: per avere più risorse e poter portare avanti progetti importanti come questo».