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 2019  settembre 06 Venerdì calendario

Abbiamo perso la pazienza (lo dice uno studio)

Abbiamo perso la pazienza. Diventiamo irritabili per nulla, rispondiamo scortesemente quando non ce n’è motivo e non siamo più disposti ad aspettare. Era solo una sensazione, ma ora un sondaggio inglese conferma quello che già diceva Sant’Agostino: solo Dio è paziente senza patire. Il problema è che non siamo più disposti a sprecare il nostro tempo attendendo per qualcosa. L’indagine evidenzia che si perde la pazienza dopo solo 16 secondi se una pagina web non si apre, dopo 25 se siamo fermi a un semaforo che dal rosso non passa al verde, dopo 28 se l’acqua messa a scaldare non bolle, dopo 18 se cerchiamo una penna e non la troviamo, dopo 20 se lo streaming di un programma tv non parte. Il 38% degli intervistati, proprio come i ragazzi a scuola, si spazientisce presto anche solo prendendo appunti, o ascoltando qualcuno che tiene un discorso o spiega qualcosa. 
Non c’è bisogno di scomodare scienziati e psicologi per comprendere le ragioni della nostra progressiva perdita di pazienza. Gli stessi intervistati, tre su quattro, l’hanno attribuita alla gratificazione istantanea cui ci hanno abituati Internet, smartphone e tv on demand. La risposta alle nostre domande o alle nostre esigenze è così rapida nel mondo digitale che non ci va più di fare la coda alla posta o in banca nel mondo reale, e guai se la coda di fianco è più veloce della nostra: diventiamo impazienti solo 30 secondi dopo che la fila dove ci troviamo si è fermata. 
Lo stress psicofisico causato dal modo di vivere contemporaneo è così alto che è più facile arrivare al livello di saturazione e perdere le staffe. Forse per questo la gente ci sembra più maleducata e sbrigativa anche nei luoghi pubblici. Secondo l’indagine, si comincia a protestare dopo 14 minuti se un piatto ordinato al ristorante non arriva, dopo 13 se il nastro dei bagagli all’aeroporto non comincia a muoversi, dopo 8 se il cameriere in un ritrovo affollato non ti dà retta. In Italia, ma anche in Francia, le aggressioni nei pronto soccorso crescono in modo preoccupante e a Parigi i vigili del fuoco hanno chiesto maggiori protezioni contro la folla che spesso li accusa di non essere arrivati in tempo. Il risentimento nasce dalla convinzione che le risposte alle emergenze siano lente, ma non è vero: è solo la percezione del tempo che è cambiata. «La rabbia della gente oggi si esprime con maggiore intensità – dice lo piscoterapeuta Aaron Balick - è una conseguenza del contagio emotivo, di cui i social media sono in parte responsabili. C’è un effetto rabbia-carovana: qualcuno la esprime e questo spinge anche qualcun altro a esprimerla». La pazienza era considerata una virtù che dava tempo al tempo. Oggi sembra diventata solo l’inutile virtù di chi ha tempo da perdere.