il Fatto Quotidiano, 5 settembre 2019
L’amore reversibile tra la Bellucci e Cassel
Dal rosso al Rousseau, dal tappeto di Venezia alla piattaforma grillina, è stata una settimana di votazioni. C’è chi decideva nuove alleanze votando online e chi commentava vecchie alleanze dando pagelle sui red carpet. E se sulla nuova alleanza Di Maio-Zingaretti se ne sono dette tante, sull’ex alleanza Bellucci-Cassel, purtroppo, se ne sono dette ancora di più. Il pretesto è stato la proiezione integrale e aggiornata del vecchio film con Monica e Vincent Irréversible al Festival del cinema. I due si sono separati nel 2013, lui ha avuto una figlia dalla nuova moglie che ha 22 anni, lei ha avuto una relazione con uno scultore di 18 anni più giovane. Insomma, direi che dopo sei anni dalla fine del loro matrimonio, nessuno dei due è sulle chat room notturne mangiando vaschette di gelato alla vaniglia con i calzettoni antiscivolo. E direi anche che proprio il titolo del loro film più famoso, Irréversible, è stato poco profetico.
L’amore è reversibile e pure se ti chiami Monica Bellucci a un certo punto della tua vita puoi ritrovarti a fare i conti con un uomo che va a surfare in Brasile e si innamora di una diciottenne. Detta tra noi, questa sì che è democrazia, altro che voto su Rousseau.
A ogni modo, parliamo di questioni sepolte e uno si aspetterebbe che venissero trattate dalla stampa come tali, magari con ironia e leggerezza, e invece i commenti su una banale conferenza stampa in cui i due ex dovevano solo dire tre parole su un vecchio film, si è trasformata in un patetico valzer di titoli in malafede, considerazioni becere e clamorose marchette.
Premessa necessaria: dopo il divorzio, Cassel ha sempre detto che Monica è una donna meravigliosa e Monica ha sempre detto che Cassel è un uomo meraviglioso. Se poi in privato abbiano sradicato i sanitari dal bagno e se li siano dati sulla nuca, non lo sappiamo, ma la facciata è sempre stata splendente. Solidali, riservati, in armonia per amore delle figlie, non hanno mai commentato irrispettosamente la fine del loro matrimonio.
Del resto, la Bellucci è sempre stata quello che noi altre lavandaie mai saremo: una donna incapace di recriminazioni pubbliche nei confronti degli ex. Una di quelle donne che affrontano con grazia le asperità amorose, mentre noi insultiamo nascoste dietro a nickname con foto di gatti striati le compagne dei nostri fidanzati del liceo. È una creatura superiore la Bellucci. Una delle poche attrici, per giunta, che intervistata riesce sempre a dire qualcosa che non sia “È un ruolo che mi ha fatta crescere”, “Recitare mi ha aiutata a vincere le mie insicurezze” o qualunque cosa dica l’attrice finto-contorta di turno. Memorabile la sua risposta, tempo fa, ad Aldo Cazzullo: “Lei ha detto che ogni donna ha un lato da prostituta”. “Lo avrò detto per promuovere un film in cui facevo la prostituta. Non è così. Stavolta non ho nulla da promuovere”.
È per questo che a Venezia, nel vederla trattata da una buona parte della stampa come una sciacquetta da gossip, mi ha assalita un cupo sconforto. C’è chi ha trasformato un divertito e innocuo scambio di battute tra Cassel e Monica nel titolo “A Venezia va in scena l’imbarazzo” o “Cassel: mi piace molto Monica.. come attrice…”, lasciando vagamente intendere che lui ormai la schifi come donna.
In realtà in conferenza stampa era stato chiesto cosa pensassero l’uno dell’altro come attori, Monica aveva risposto che lei ammira Vincent perché come attore si mette sempre alla prova, lui: “Le qualità di Monica sono tante, è un’attrice che… mi piace tanto come attrice”. Insomma, il nulla trasformato in malizia.
C’è poi chi ha scritto: “Ci poteva scappare una cena e invece no. Vincent è tornato dalla moglie Tina, Monica agli impegni professionali, visto che ha rotto da poco con Nicolas Lefebvre”. Come a dire che lui ha una vita sentimentale, lei il deserto del Gobi. E se Monica, dopo la conferenza stampa, si fosse ritirata in camera con Brad Pitt? Se si fosse infrattata in qualche calle veneziana con Jude Law? Capisco che il massimo della trasgressione per i giornalisti di cinema a Venezia sia un apericena sul vaporetto con Vincenzo Mollica, ma io non mi sentirei così certa del fatto che la Bellucci alle dieci sia a letto con la borsa dell’acqua calda.
Ancora più interessante il ragionamento di un’altra giornalista su uno dei più importanti quotidiani online: “Ieri l’ex marito Cassel e la nuova moglie Tina Kunakey, avevano conquistato la Mostra del cinema diventando la coppia più bella del Lido. Ma Monica Bellucci sembra non aver accusato minimamente il colpo e ‘risponde’ con stile. Almeno è quanto traspare guardando le foto che la ritraggono a passeggio per Venezia in un abito Dolce&Gabbana che ha esaltato ancora di più la sua bellezza”. Ora, capisco dover infilare la marchetta agli stilisti a tutti i costi, ma a) non si capisce perché Monica Bellucci dovrebbe rosicare b) non si capisce perché, se si afferma che non ha rosicato, avrebbe risposto con stile. Risposto a cosa? c) nel caso avesse rosicato, che risposta è un abito di Dolce&Gabbana? Quando rosichi spendi 5.000 euro per un abito? Se così fosse, Matteo Salvini ieri avrebbe indossato un vestito Giorgio Armani anziché la polo “Polizia locale”.
Insomma, un autentico delirio dovuto un po’ all’esigenza di accontentare gli sponsor, un po’ a quella di dover buttare lì che al momento quello vincente è lui, 50enne con moglie giovanissima e prole in fasce. Lei, invece, superati i 50, senza un uomo con cui sfilare sul red carpet, senza un neonato da cui dover tornare, si consola, al massimo, con un vestito di pizzo rosso. Come no. L’idea che alla Bellucci delle scelte sentimentali del marito non freghi una beata cippa e che lei sfili sul tappeto rosso non con un cartellino D&G attaccato sulla schiena ma con la sua fiera libertà appiccicata addosso, alla giornalista non salta neppure per la testa.
Ma c’è persino di meglio. Sul sito di un celebre mensile leggo: “Monica sceglie un abito Dolce&Gabbana. Niente è casuale, mai. Rosso come la forza e la passione. Per i fan come me, vederli vicini fa pensare che il loro sia un fuoco che non si spegnerà mai”. Una marchetta acrobatica, è ciò che voglio leggere nella scelta di scrivere una boiata simile. Chissà se avesse indossato un abito color marroncino quale messaggio subliminale per il marito le avrebbero attribuito. Poi ci si chiede perché sia andata a vivere in Francia. Hai fatto bene Monica. Da queste parti la mediocrità è fragorosa. Anzi, irréversible.