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 2019  settembre 04 Mercoledì calendario

Il Kazakistan punta sull’allevamento di cammelli per il latte fermentato

Quante gobbe ha un cammello? In Kazakistan non è poi così facile rispondere. Ci hanno insegnato che il dromedario ha una sola gobba, mentre il cammello: due. Nell’ex Repubblica sovietica la maggior parte dei cammelli, invece, ha una gobba e mezzo. A questa particolarità ha dedicato un servizio il New York Times, raccontando come nella steppa kazaka si stia riscoprendo l’allevamento di questi animali il cui numero è salito da 96 mila a 191 mila tra il 1999 e il 2017. Un boom dovuto al sempre maggior apprezzamento del latte di cammello fermentato, una bevanda popolare ad Astana e dintorni, ma anche alle sovvenzioni che il governo dà agli agricoltori per diversificare le loro attività e per costruire nel paese un settore primario più forte, in modo che l’economia della nazione non sia poggiata solamente sul settore energetico e minerario.Come ha spiegato al quotidiano americano Yuri Gabrov, direttore della Società etnografica di Mosca e uno degli esperti più autorevoli in materia, «tutti i migliori specialisti dell’ibridazione dei cammelli sono in Kazakistan». Il cammello con una gobba e mezza è frutto delle ibridazioni: in Asia centrale si sono fatti accoppiare i cammelli battriani, a due gobbe, con i dromedari a una gobba. Il risultato è stato un animale ibrido, resistente al freddo come le razze battriane, ma anche capace di produrre tanto latte come i dromedari.
La domanda di latte è in crescita: lo shubat, il latte fermentato altamente probiotico, è una bevanda che sta riscuotendo successo e poi il ministero dell’agricoltura kazako finanzia gli allevatori che decidono di espandere le loro mandrie ibride.
Per secoli i cammelli sono stati un pilastro dell’economia di queste zone aride e scarsamente abitate: fornivano un mezzo di trasporto, carne e grasso. Grazie ai cammelli le popolazioni delle steppe sono state capaci di avviare flussi commerciali con la Cina. Poi l’avvento del comunismo ha quasi cancellato questa tradizione: il bestiame venne confiscato durante la collettivizzazione e i piani agricoli sovietici non vedevano di buon occhio l’allevamento di cammelli. Proprio durante gli anni rossi, però, sono iniziate le ibridazioni: se fino a dieci anni fa i cammelli battriani erano ancora la norma, nell’ultimo decennio c’è stato un boom delle razze ibride che ad oggi rappresentano l’80% dei cammelli che compongono le mandrie del paese, secondo i dati dell’Istituto di statistica kazako.
Nelle zone rurali molte famiglie allevano cammelli, per lo più ibridi, e i contadini riescono a fare buoni affari con il latte. Il servizio veterinario del paese ha censito 32 tipologie di cammelli ibridi, di cui una ventina sono allevati commercialmente. Di solito si procede accoppiando un maschio battriano (a due gobbe) con un dromedario femmina. Poi si possono incrociare gli ibridi con altri maschi a due gobbe, infatti a differenza dei muli (gli ibridi asino-cavalli) che sono quasi sempre sterili, il frutto di un accoppiamento tra il cammello e il dromedario è un animale fertile. E così la geometria della seconda gobba diventa piuttosto variabile.