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 2019  settembre 04 Mercoledì calendario

Record di multe a Milano. Poche al Sud

Multati” già al primo vagito. Se si nasce a Milano, infatti, si è già in debito con il comune di 127,57 euro. È il risultato, in media, della divisione delle multe che in un anno vengono elevate in città. E sono talmente tante che alla capitale della moda e del design hanno fatto conquistare anche lo scettro delle classifica sulle sanzioni. Nel solo 2018, per esempio, l’incasso per Palazzo Marino – sede del comune a due passi da Duomo e dalla Scala – ammontava a 175,8 milioni di euro. Soldi che, divisi per un milione e 378.689 residenti fa, appunto, 127,57 euro a testa. Un affare, se si pensa che in appena un anno, e quindi rispetto al 2017, gli introiti sono incrementati di 12,8 punti percentuali, passando da 155,9 a 175,8 milioni di euro. Scorrendo la classifica sugli incassi delle multe che agli ottomila comuni italiani hanno fatto incassare qualcosa come 1,45 miliardi di euro – elaborata da Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici) e pubblicata dal mensile Quattroruote -, emerge una altalena di diseguaglianze tra Nord, Centro e Sud. Per esempio, ci sono città che sembra facciano una corsa contro il tempo nel piazzare rilevatori di velocità, i classici autovelox, su e giù per le strade o a “istruire” la polizia locale per staccare quante più contravvenzioni possibili. il caso Genova Non è un caso che pochi giorni fa, a Genova, un sindacato di polizia locale, il Sulpl, ha provato a ribellarsi contro la richiesta di aumentare le sanzioni rispetto allo scorso anno da parte del comando provinciale. E non è un caso che a Genova, messi a confronto il primo semestre del 2018 con quello del 2019, le sanzioni siano aumentate del 58% passando da 82mila a 131mila. La scusa dei comuni, poi, è sempre la stessa: tutto si fa in nome della sicurezza. Certo, gli automobilisti indisciplinati, e ce ne sono, facilitano il compito, ma è pur vero che molto spesso nuovi cartelli che indicano divieti, ma soprattutto segnaletica orizzontale che indica limiti di velocità, vengono messi in luoghi strategici che per vederli bisogna avere una vista eccezionale. Al termine di una lieve discesa, per dire, quando l’auto sembra vada da sola, ci si imbatte in “limiti” difficilmente raggiungibili in tempo per non essere multati. Oppure quando ci si ritrova a guidare modello tartaruga su strade nate per essere superveloci o quantomeno veloci. E tac, scatta la multa pure lì. C’è poi la segnaletica che spunta di notte, in aree residenziali, senza che i residenti ne sappiano nulla. Magari non si vede bene, e il cartello si scorge soltanto quando a casa arriva la sanzione. sul parabrezza Comunque, per evitare di trovare quell’antipatico foglio bianco appiccicato sul cruscotto della propria automobile, o di rispondere al postino per ritirare l’odiosa busta con dentro la certificazione che non è stato rispettato il Codice della strada, meglio trasferirsi al Sud, con le dovute eccezioni. Non fatevi venire in mente di andare a Palermo. Anche qui hanno capito che con un mix di automobilisti un po’ distratti e qualche cartello di “troppo” le casse comunali possono beneficiarne. Nel 2018, gli introiti nella città siciliana sono aumentati del 44,2%, passando da 16,9 milioni di euro del 2017 ai 24,4 del 2018. Niente male. Peccato che le strade, una volta che ci si allontana dal centro, non siano proprio come ci si aspetterebbe. Meglio andare a Napoli. Anche qui, lontano da piazza del Plebiscito o via Caracciolo, non è tutto rose e fiori, ma almeno (e chissà se è un bene) i vigili non fanno a gara a chi fa più multe. La flessione è del 2,2%, Nel 2017 il comune ha incassato 38,5 milioni, l’anno dopo 37,7. La città di Bari, invece, ha guadagnato un 1,2%, Catanzaro il 16,6%, Potenza il 33,9%, Perugia, e siamo al Centro, lo 0,1%. il caso roma Roma, che conserva il secondo posto nella classifica Siope, che viene spesso citata come la città delle buche, addirittura negli Stati Uniti, è in controtendenza. Perde, infatti, il 17%: se nel 2017 gli automobilisti avevano “regalato” al Campidoglio 178 milioni di euro, l’anno scorso si è dovuta accontentare di 147,8 milioni. Diviso per residenti (2.856.133 persone) fa 51,77 euro a testa. Non è dato sapere se nella capitale alla guida siano diventati più disciplinati o se i vigili siano di colpo diventati più clementi. Di certo mettersi alla guida, numeri alla mano, deve essere più distensivo. Così come a Bolzano, dove gli incassi sono scesi del 27,8%, a Campobasso (-13,7%) a Venezia (-13,5%) e pure a Genova (-8%) nonstante i dati a confronto del primo semestre 2017-2018 dica tutt’altro. Bene si “viaggia” pure a Bologna (-4,8), mentre va ad Aosta il record dell’aumento delle sanzioni: qui gli introiti sono aumentati addirittura del 59,8%. Vuol dire che i 70,4 milioni arrivati nelle casse nel 2017 sono lievitati fino a diventare 112,6 milioni di euro. Un salasso per gli automobilisti, una boccata d’ossigeno per il comune valdostano, che potrà così garantire più sicurezza a chi lo attraversa insieme a tutti i comuni italiani. Sempre che utilizzino gli introiti delle multe per questo obiettivo.