3 settembre 2019
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Biografia di Amadeus
Amadeus, nato a Ravenna il 4 settembre 1962 (57 anni). Conduttore televisivo. Conduttore radiofonico. Uomo di spettacolo. Disk-jockey • Il suo vero nome è Amedeo Umberto Sebastiani • In tv ha condotto Festivalbar, Domenica In, L’Eredità, I soliti ignoti, le ultime tre edizioni di L’anno che verrà. In radio, su Rtl 102.5, Miseria e Nobilità.• «Un provinciale di successo» (Renato Franco, Corriere della Sera, 1/18) • «Scegliendo il nome d’arte di Amadeus, Amedeo Sebastiani fece un’offesa, più che un omaggio, alla memoria di Mozart [...] La sua figura artistica non acquisirebbe rilievo nemmeno se girasse un film in 3D. [...] Amadeus è come quei compagni di classe di cui ci si accorge solo a metà anno scolastico. E solo perché hanno indossato un maglione con ricamata una renna». (Tommaso Labranca, citato da Wikiquote) • «Se non fosse nella scuderia di Lucio Presta difficilmente condurrebbe un programma di prima serata» (Aldo Grasso) • «“Sono uno del pubblico che sta dall’altra parte” dice lui “Mai stato il primo della classe, ma neanche l’ultimo. Però non ho mai mollato. Lo ripeto sempre ai miei figli: combattete per la vostra passione. La mia è la tv”. Magro, vestito di blu, trent’anni di carriera sulle montagne russe» (Franco). Vita Figlio di Corrado e Antonella Sebastiani. Papà Corrado è istruttore di equitazione specializzato nel salto ad ostacoli («ha voluto continuare l’attività di nonno Umberto, ma da ragazzo ha accettato volentieri di fare la comparsa nel Gattopardo di Luchino Visconti che giravano in Sicilia dove è nato»). Mamma Antonella è casalinga. L’unico fratello Gilberto, più giovane di quattro anni, ha seguito le orme paterne e addestra cavalli («è un omone robusto e sicuramente molto più estroverso di me») • «Che insegnamento le hanno dato i suoi genitori? “Non mi hanno mai ostacolato, sembra una banalità ma non sono tanti i genitori che lo fanno. Mio papà mi ha sempre detto: la vita è la tua, scegli la tua strada» (A Fulvia Degl’Innocenti, Famiglia Cristiana) • È un bambino buono, indipendente o meglio la classica “acqua cheta” che ti buggera con il sorriso. Il piccolo Amedeo è comunque bravissimo nelle fughe dalla scuola elementare. Fa finta di entrare in classe e poco dopo la mamma se lo ritrova a casa. «Il fatto è che con i miei genitori stavo benissimo. Non sono riusciti neppure a mandarmi alla colonia estiva. Scappavo pure da lì». Ovviamente non gli mancano quantità industriali di cavalli a dondolo e in carne e ossa. Gioca però volentieri con i soldatini. Negato invece per il pallone. «Mi mettevano solo in porta per togliermi di mezzo e ne ho un po’ sofferto» • «Aveva solo 7 anni quando si è ammalato di nefrite, lottando tra la vita e la morte. Passò due mesi nell’ospedale di Bussolengo, e i genitori gli furono accanto in ogni momento, rivolgendosi a Santa Rita da Cascia. Non a caso, infatti, il suo nome è Amedeo Umberto Rita, a prova della devozione sua e della sua famiglia» (Sara Ucci, Gossip e Tv, 2008) • «Il giovane Amadeus non era tipo da sorvolare sui torti subìti. Se, ad esempio, qualche vicino si lamentava quando lui e i suoi amichetti facevano rumore in cortile, non si perdeva d’animo. La vendetta arrivava con i petardi lanciati sulle porte di casa dei contestatori. “All’epoca ero cicciottello e le ragazze non mi vedevano. Per farmi notare ho cominciato a organizzare festicciole”» (Anna Maria Salviati, Il Messaggero, 3/99) • Ama il film La Febbre del Sabato: «“Ho visto quel film dieci volte nello stesso cinema di Verona, una volta alla settimana. E mi ha cambiato la vita”. Che cosa intende? “È stato ammirando John Travolta su quella pista da ballo che mi sono detto: “Anche io voglio fare spettacolo”. Ero un ragazzino impacciato, dovevo combattere con la timidezza. Ma mi accorgevo che quando organizzavo una festa tra amici e mettevo i dischi o parlavo al microfono quella timidezza spariva. Appena accendevo il microfono mi sentivo un supereroe, quando lo spegnevo, l’insicurezza ritornava. Guardando le immagini di John Travolta al centro della pista in discoteca mi dicevo: anche io vorrei fare qualcosa che mi porti al centro della pista”». (A Stefania Bizzarri, Tv Sorrisi e Canzoni) •«“Ho guardato tanta televisione, Corrado, Baudo. In gita a Roma con la scuola scattai la foto ricordo al cavallo della Rai di viale Mazzini. Le ho detto tutto”» • «Già a 14 anni sapevo che avrei fatto il presentatore, sono cresciuto con Canzonissima di Corrado e Raffaella Carrà, vedevo Rischiatutto di Mike Bongiorno, Portobello di Tortora, seguivo Pippo Baudo» (Degl’Innocenti) • (Franco) • «Pensi che per vedere Baudo che conduceva Un milione al secondo venivo a Roma e tornavo a Verona. Mi mettevo seduto tra il pubblico» • Si iscrive all’istituto per geometri. «Come studente non ero granché, o meglio ero uno da estremi: prendevo 8 e 9 in italiano e inglese e 3 in matematica. Se la materia mi piaceva la studiavo con passione, se no lasciavo perdere. Anche nel lavoro sono così: riesco a fare solo quello che mi piace e di cui sono convinto» • Lavora già durante la scuola. Accompagnato da zia Enza, sorella di mamma e sua prima fan, il diciassettenne Amedeo futuro Amadeus si presenta quindi a Blu radio star, una micro emittente di Verona «Per mettere su i dischi prendevo 15 mila lire al mese. I programmi si sentivano solamente nel quartiere, ma le mie quotazioni con le ragazze salivano vertiginosamente. Anche perché non perdevo occasione per salutarle via etere». Ormai ha deciso. «All’esame di maturità mi sono seduto davanti alla commissione e ho detto: vi prometto che non farò mai il geometra in vita mia, io voglio fare il presentatore. Mi serve il diploma perché l’ho promesso ai miei genitori» • Fa il militare a Napoli in fanteria, si iscrive a lingue ma dà solo un esame • «Non avevo amicizie che mi potessero aiutare, raccomandazioni, parenti introdotti nel mondo dello spettacolo, politici che mi appoggiassero. Ho iniziato dalle piccole radio, poi le tv locali. Intanto portavo i miei provini in Rai e a Canale 5, mi spacciavo per giornalista e dicevo che dovevo fare un’intervista al tal dirigente tv e poi gli davo i miei provini. Mi ero messo in testa di fare il conduttore, era l’unico mestiere che volevo fare, non ce ne erano altri. Fosse andata male, non avevo un piano B» • «Il salto l’ho fatto nel 1986: capivo che dovevo andare via da Verona, ma non sapevo come. Così cominciai a guardare i titoli di coda dei programmi, mi appuntavo i nomi dei produttori e degli autori. Dovevo entrare in contatto con loro. Ma come? Mi spacciai per discografico: prendevo appuntamenti a Roma e a Milano. Mi presentai da Baudo, da Costanzo. Mi stavano a sentire, ma non succedeva niente. Fino al giorno in cui non mi piazzai, per sei ore, davanti all’albergo di Vittorio Salvetti, il patron del Festivalbar. Per scaricarmi mi affidò a Claudio Cecchetto. E fu la mia fortuna. Gli dissi un paio di bugie, che ero un doppiatore, e abitavo a Milano, e riuscii a convincerlo a farmi un provino. Andò bene: mi prese a Radio Deejay, e mi ribattezzò Amadeus. Mi alzavo alle quattro di mattina, prendevo un diretto da Verona, cambiavo a Brescia e arrivavo a Milano. Alle 8 ero in studio. Dopo tre mesi ho avuto un crollo fisico e gli ho dovuto dire la verità» • «Rimase così colpito che mi diede a due soldi il minuscolo monolocale che stava per lasciare Tracy Spencer, la cantante».• «Milano, fine anni 80: che ricordi ha? “Anni formidabili. Vivevo in un monolocale, facevo tanti sacrifici. Lavoravo con Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti, Sandy Marton. Nell’88 mi proposero di fare 1 2 3 Jovanotti: vestito color fucsia, dicevo: “Amici di Italia 1, ecco a voi Jovanotti”» È il suo debutto il televisione. «A chi era legato? “Fiorello occupa un posto speciale, è la persona che mi fa più ridere, lo conosco da trent’anni. Quando è arrivato a Milano era un selvaggio, avevamo tutti e due il sogno della televisione. Facevamo DeeJay Television. Non ci aveva invitato nessuno ai Telegatti. Affittiamo gli smoking, compro i biglietti per il Teatro Nazionale, i primi posti più vicini ai vip. Due bambini a Disneyland. La gente urlava, De Niro sorrideva a tutti e salutava. I nostri attori non salutavano nessuno”» • Dopo diciotto anni di radio ha tanta esperienza musicale e nel 1993 il produttore Vittorio Salvati gli fa condurre Festivalbar. Nel 1995, è al fianco di Lorella Cuccarini a Buona domenica. La sua carriera decolla. È di nuovo con la bionda più amata dagli italiani nel ruolo di un deejay sul palcoscenico dell’applauditissimo musical Grease. Con la bruna caliente Natalia Estrada a Campioni di ballo su Retequattro nel 1997. Con la rossa Simona Ventura a La notte delle matricole su Italia 1. Poi, per Amadeus, il Quizzone con Laura Freddi, la maratona di Trenta ore per la vita, Meteore con Gene Gnocchi e Alessia Merz, giurato al Festival di Sanremo 1999. All’improvviso, decide di cambiare scuderia. Appena il tempo di comunicare il passaggio in Rai e da domenica 21 marzo ecco Amadeus su Raidue alle 20, 50 con le 12 puntate di Festa di classe. (Inquadratura su Amadeus) • «All’epoca il direttore era Fabrizio Del Noce, avevamo un bel rapporto, avevo fatto Quiz show, Domenica in. Mi chiamò: “Devi trovare il nuovo preserale di Rai1 per contrastare Passaparola. Vai in tutte le società e individualo”. Come si sceglie un format? “Io sto sempre dalla parte del pubblico, sono prima di tutto spettatore. Ogni volta mi chiedevo: questo lo guarderei? Non trovavo niente. A Milano incontro Giorgio Gori che era stato mio direttore a Italia 1 e aveva fondato la società Magnolia. Mi fa: c’è un quiz argentino, con un conduttore e dieci concorrenti intorno, è uno show strano. Era L’Eredità”» • Il programma lo rende celebre. Rimane negli annali una puntata in cui caccia a malo modo un concorrente strafottente, tale Pedro, che a qualsiasi domanda del quiz continuava a rispondere “per me è la cipolla” (a oggi il video Amadeus contro Pedro su YouTube ha più di 267mila visualizzazioni, ed è solo uno dei tanti estratti da quella trasmissione) • «Sono buonissimo, ma se mi incazzo divento una iena» (ad Andrea Scarpa sul Messaggero, 1/2019) • Diventa famosa in quegli anni anche la sua storia d’amore con Giovanna Civitillo, una delle “ereditiere”, le vallette del programma, che faceva uno stacchetto sexy di quindici secondi prima del gioco La Scossa • «Diciamo che non sono capace di nascondere qualcosa. La scossa è nata in sala prove. Io entro, vedo questa ragazza che fa la mossa e dico all’allora direttore artistico, Marco Garofalo, che ci voleva uno stacchetto di 15” un po’ sexy e lui mi risponde “ahò, tranquillo, ci penso io”. E da lì è partito tutto» (riportato da Giada Oricchi, Il Tempo, 1/19). All’epoca, Amadeus è già separato da due anni dalla prima moglie, da cui aveva avuto una figlia • Memorabile l’imitazione che in quegli anni ne fa il comico Max Tortora: Amadeus si rivolge a un povero “signor Giovanni”, eterno concorrente dell’Eredità che non vince mai: «È arrivato il momento della scossa!»; e quello, con accento romanesco, risponde “Mo’ arriva la ballerina mezza ‘gnuda e lei me s’engrifa…” Amadeus e la Civitillo convoleranno a nozze nel 2009. (vedi più avanti) • Sembra tutto vada per il meglio, ma nel 2006 gli arriva una proposta indecente da Mediaset. «Fui lusingato: andavo a guadagnare di più, mi offrivano tre anni di contratto, potevo tornare a Milano dove stava mia figlia. Tutto perfetto» (Degl’Innocenti). Gli offrono di fare 1 contro 100, poi Canta e vinci • «Amadeus […] con la puntata di domenica scorsa, […] è entrato nella storia della televisione italiana per aver raggiunto lo share più basso mai ottenuto da una televisione generalista, in fascia prime time. Per la precisione, la media di Canta e vinci è stata del 5.98%. Tradotta in teste: 1.52milioni di spettatori. […] Giusto Fabio Canino, con i suoi aspiranti politici in Votantonio, aveva raggiunto nel 2007, all’esordio, 4.96% di share e 1.174milioni. Ed è stato chiuso il mattino seguente» (Francesca D’Angelo, Libero, 4/2008) • «“I tre anni di preserale si fermarono a pochi mesi. Sono rimasto fermo per due anni e ho rischiato che la mia carriera fosse al capolinea. Nessuno mi dava da lavorare, nessuno mi chiamava, non avevo più offerte, ero passato dall’essere uno che faceva picchi di ascolto a uno a cui non squillava il telefono. Sbagliai io ad accettare quella proposta, ma a quel punto avevo due strade: o mi disperavo o ripartivo da zero”.» (Degl’Innocenti) • «Lei dal settembre 2006 al settembre 2009 non ha mai lavorato. Perché? “Perché ho fatto la scelta sbagliata: lasciare L’eredità e la Rai per andare a Mediaset, a Milano, con un contratto lungo e tanti soldi. Le cose però non funzionarono e così per tre anni non ho praticamente mai lavorato. Non mi chiamavano nemmeno per la sagra del carciofo. Zero. Nessuno mi voleva”. Si è ritrovato da solo o c’è stato il fuggi fuggi? “Da solo. Solo con mia moglie Giovanna, che non mi ha mai fatto pesare la situazione, e due-tre amici veri. Ricordo bene tutto, però. Quando il telefono non squilla più e un dirigente ti riceve lo stesso, quella è una boccata d’ossigeno. Ti fa sentire ancora in pista. Qualcuno con me l’ha fatto”. Mai sfiorato dalla depressione? “Mai. Non sono il tipo”. […]. Quando guardava i colleghi in tv? “Tutto bene. Mai stato invidioso. E poi le cose non succedono a caso. Avevo sbagliato e stavo pagando”. La cazzata della vita è stata questa? “Sì, certo. Un segnale lo avevo avuto, però”. Che intende dire? “Durante il servizio fotografico con cui avrei annunciato alla stampa il passaggio a Mediaset io e il cavallo cademmo insieme e per poco non mi sfracellai una gamba. Io sono figlio di un istruttore di equitazione. Non mi era mai successo”» (Scarpa) • «“La gente mi ripeteva: perché non sei più in tv? Un grande affetto che mi faceva male. Mi dicevo: ho fatto una cavolata enorme. Mi ero dato quattro anni: se non fosse successo niente magari avrei aperto una pizzeria in Spagna, o sarei tornato a condurre feste di piazza, ma all’estero”. Prima, il conduttore si era imposto di riprovarci: “Dovevo provare a scalare di nuovo quella montagna, ripartendo dalle cose che prima avrei rifiutato”». (Chiara Maffioletti, Corriere della Sera, 2016) • La fortuna gira, e la montagna del successo Amadeus la scala di nuovo. «Riprese a fare radio, poi Guardì lo chiamò a Mezzogiorno in famiglia: “Accettai in 10 secondi”. Ci è rimasto per sette anni, una seconda gavetta. “La seconda è stata più affascinante della prima che era capitata in età logica: a 45 anni hai una consapevolezza diversa, non sei neanche sicuro che le cose vadano bene, ma sono sempre stato tranquillo e fiducioso”» (Degl’Innocenti). Partecipa come concorrente al Tale e quale show, piazzandosi ottavo. Conduce Telethon con Fabrizio Frizzi. Nel 2015 gli danno da condurre Reazione a Catena, poi il grande successo dei Soliti Ignoti e tre edizioni di fila di L’anno che verrà. Ora si parla di lui persino per il Festival di Sanremo.