Libero, 3 settembre 2019
Boram, la bimba da 3 milioni al mese
È talmente ricca da aver appena acquistato un intero grattacielo, per un valore di otto milioni di dollari. «Chi sarà mai»? vi chiederete. Una famosa attrice hollywoodiana? Oppure, una cantante di fama mondiale? O un’imprenditrice di successo? Macché. È uno scricciolo di appena sei anni, si chiama Boram e vive a Seul, capitale della Corea del Sud, e deve la sua fortuna a YouTube o meglio, ai suoi video caricati sul canale digitale più diffuso. Il grattacielo acquistato si trova a Gagnam, il centro più esclusivo della capitale sudcoreana, reso famoso a livello planetario da una canzone molto in voga, dal titolo Gagnam Style. Anche la rivista statunitense Forbes, che dal 1987 stila la classifica delle 100 persone più ricche, ha recentemente pubblicato un articolo su questo fenomeno, alta poco più di un paio di spanne, e con gli occhi a mandorla. Come diamine è stato possibile che una bimbetta coreana di appena sei anni possa accumulare tanto denaro attraverso video diffusi su un canale web? È una domanda che tutti ci dovremmo porre, perché la risposta apre a una vera analisi socio economica sulle nuove tendenze che stanno modificando non solo le prospettive di lavoro e guadagno, quanto la mentalità degli esseri umani. Analizziamo il caso di Boram. Ha alle spalle una solida azienda fondata dai genitori, che gestiscono non solo la parte amministrativa, quanto tutto l’aspetto legato all’immagine della proficua figliola, che è – sotto ogni punto di vista – la loro gallina dalle uova d’oro. Sono loro ad aver creato i due canali su cui sono caricati i video, uno dei quali si chiama Boram Boram Tube ToysReview e l’altro Boram Tube Vlog, aperti tre anni fa. 30 milioni di follower In breve tempo hanno raggiunto un seguito spettacolare: oltre 30 milioni di follower che sono in costante aumento. Il dato più interessante, però, è quello sui guadagni mensili che producono: più di 3 milioni di dollari. A fare la fortuna di questa famiglia, l’intuizione – geniale – di pubblicare video-recensioni sui giocattoli, la cui protagonista è questa bimba che ha una capacità di stare davanti alla telecamera degna di un’attrice navigata. Potrebbe sembrare un’idea da poco, ma se si considera il territorio in cui nasce tutto questo, la Corea del Sud, la nazione tecnologicamente più sviluppata al mondo, tra le prime a essere connessa a Internet e in cui lo stile di vita medio presuppone un grande sforzo quotidiano legato all’apparenza e alla competizione, ecco che inizia a chiarirsi meglio il quadro generale. Boram altro non è se non il prodotto di un sistema sociale molto competitivo, legato sì all’immagine ma anche all’immaginazione. L’immaginazione di spettatori che sognano un successo possibile non attraverso il lavoro e la fatica, quanto raggiunto facilmente perseguendo la strada del divertimento. Se collochiamo questa riflessione all’interno del sistema sudcoreano, che impone alla popolazione ritmi quotidiani, e di lavoro, da Superman, ecco che l’idea di poter realizzare il sogno di divenire milionari senza esser sottoposti alla tortura quotidiana della fatica, si tramuta in un successo clamoroso, ma solo per chi questo sogno lo produce nella mente altrui. come chiara D’altronde, anche dalle nostre parti non siamo da meno. Il caso di Chiara Ferragni, che ha fatto fortuna come influencer su Instagram e trasformatasi in novello Re Mida, conferma come non sia più la competenza il criterio da coltivare quanto la botta di culo di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e nel periodo storico giusto. Tornando alla piccola Boram, non è tutto oro quello che luccica. Sì, è vero, produce dollari a palate, ma anche effetti deleteri in chi la idolatra. I giovani seguaci, avendo lei come riferimento, possono sviluppare fin dalla più tenera età una mentalità deviata sui valori dell’esistenza e sulle prospettive per il futuro. Il tema è talmente sensibile e complesso che l’organizzazione umanitaria Save The Children, nel 2017, ha ricevuto molteplici denunce da parte di genitori allarmati per le conseguenze negative che questa bimba, attraverso la visione dei video, può provocare nello sviluppo emotivo, ed etico, dei più piccoli. Non è un argomento marginale, se si considera che ai nostri giorni i bimbi passano ore collegati a un PC o a un Tablet e senza troppi controlli da parte dei genitori, troppo presi dalle incombenze quotidiane. Se non si opporrà resistenza alla china intrapresa, la rivoluzione culturale, che in molti ameremmo poter realizzare, avverrà ma al contrario. Generando figli di una società deviata dall’errata convinzione che denaro e successo facili siano a portata di mano per tutti.