Libero, 3 settembre 2019
I vip che diseredano i figli
Pensate che i figli dei miliardari se la passino meglio di voi? Non sempre! Alcuni tra i personaggi più ricchi del jetset hanno tenuto a puntualizzare di come, l’accesso ai propri conti finanziari, non sia appannaggio della prole. Quest’ultima è stata perfino estromessa dall’eredità affinché acquisisca il valore del denaro sudandoselo. È il caso di Sting: in un’intervista rilasciata al Mail nel 2014, il cantante, ha reso nota la sua intenzione di non devolvere un solo centesimo alla discendenza, che a suo dire perderebbe gli stimoli e le motivazioni qualora disponesse di una rendita da 180 milioni di sterline: «Non ho mai pensato di mettere da parte qualcosa, tipo un trust per i miei figli. Loro sanno che dovranno lavorare per vivere, e in ogni caso non mi chiedono né si aspettano nulla. Questa è una cosa che apprezzo molto», ha affermato il frontman dei Police. «Hanno ben in testa l’etica del lavoro e sanno che, per avere successo, devono contare solo sui loro meriti e sulle loro capacità, non sui miei soldi».
SACRIFICI DA FARE
Della stessa idea è anche lo chef stellato Gordon Ramsay, il quale ha rincorso l’affermazione per un senso di rivalsa sul padre alcolizzato. Dai quando aveva 16 anni si è rimboccato le maniche per progredire, ed oggi non ha alcuna intenzione di concedere alla prole il beneficio di accomodarsi sui suoi sacrifici. Intervistato dal Telegraph ha dichiarato: «Quando io e i miei figli andiamo in aereo viaggio in prima classe perché me lo sono guadagnato, loro in economica. Dei piccoli teenager, nelle grandi poltrone di prima classe, sembrerebbero dei cretini. Lo dico sempre anche alla hostess: non permetta ai ragazzi di venirmi vicino durante il volo. Io voglio dormire e mi sono fatto un culo così per viaggiare subito dietro il pilota. Non mi vergogno di comprare una Ferrari perché me la sono meritata, ma loro non hanno lavorato abbastanza per avere le stesse cose che ho io. Se desiderano comprarsi jeans e scarpe devono mettere da parte i soldi necessari, così da capire il valore del denaro».
LA PROPRIA STRADA
Perfino il profilo di Bill Gates – l’uomo più ricco del mondo – appare in sintonia con l’argomento: non è dato sapere chi usufruirà dei suoi lauti capitali da 102 miliardi di dollari, ma certamente non saranno i figli, in merito ai quali ha raccontato: «Avranno un’ottima educazione ma devono costruirsi la propria strada. Dare ai ragazzi una somma tale di denaro non è fargli un favore. Distorcerebbe la loro idea di vita e di carriera». Le dichiarazioni di Warren Buffett fecero notizia: l’imprenditore ed economista statunitense – che vanta un patrimonio netto di 78,1 miliardi di dollari – ha affermato che lascerà alla discendenza il denaro sufficiente a vivere dignitosamente, ma nulla di più. Egli gode senz’altro del plauso di Mark Zuckeberg: il fondatore di Facebook, di comune accordo con la consorte, ha deciso di estromettere le figlie da un’eredità da capogiro, che ad oggi si aggirerebbe attorno ai 66 miliardi di dollari.
CAVARSELA
E che dire del mecenatismo di Michael Bloomberg? L’ex sindaco di New York depriverà i figli delle sue ricchezze a beneficio dei più poveri. Non intende tornare sui suoi passi poiché, l’unico dovere che un genitore abbia nei confronti della prole, è quello di consegnarle un mondo migliore, e cotanta filantropia, a suo dire, contribuirebbe allo scopo. A rendersi promotori di altruismo sono anche Pierre Omidyar (cofondatore di Ebay) e consorte: i più bisognosi godranno delle loro finanze; quanto ai figli dovranno cavarsela da soli. Concludiamo con un italiano le cui dichiarazioni, lo scorso luglio, hanno destato non poca meraviglia. L’attore Luca Barbareschi, intervistato da Pierluigi Diaco, ha dichiarato: «Ho tolto l’eredità a tutti i miei sei figli, non avranno un euro. I figli dei ricchi diventano cretini, ma non sono cretini. Il cervello è un muscolo e va allenato. Se tu non studi non elabori, il cervello s’impigrisce».