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 2019  settembre 03 Martedì calendario

Ritratto di Gianluigi Donnarumma

Chi ha tentato di incastrare Gigio Donnarumma?
Eppure era iniziato tutto così bene che sembrava la favola più bella tra le favole del calcio.
«Ciumbia, ma quanto è lungo!».
Il Cavaliere ha fatto un salto a Milanello e si è trovato davanti un piccolo uomo di 196 centimetri. Che poi piccolo non si capisce bene perché, d’accordo, in casa lo chiamano Cucciolo, ha quindici anni, va ancora a scuola, probabilmente fa la Panini, gioca alla playstation e chissà cosa si immagina del mondo, però nel gruppo dei più grandi è il primo che noti, svetta, e per una forma di cortesia se si mette a parlare con chiunque, un po’ deve piegare il collo per non mettere troppo in imbarazzo il suo astante. Galliani gli dice che il piccolo uomo sarà il futuro del Milan, gioca in porta nella Primavera, Christian Brocchi lo schiera titolare anche se è fuori quota, nel senso che non ha l’età degli altri, è il più giovane di tutti. Si chiama Gianluigi Donnarumma, è nato a Castellamare di Stabia e tifa per il Milan fin da quando era ancora più piccolo. Il Cavaliere sorride, vuole tirare in piedi una squadra di italiani, alla scuola calcio Club Napoli ha sganciato 250.000 euro per portarlo qui e quello se allarga le braccia copre la porta e oscura il campo, un vero colpo di mercato, lo volevano Fiorentina, Inter e Juventus. Dai Gigio è fatta, ma neanche Baresi, l’altro picinin. Sta iniziando la tua storia nella porta del Milan, lì solo giganti ma tu li batti già tutti, Filippo Inzaghi l’ha capito al volo, e c’è voluta una deroga per aggregarlo alla prima squadra. Il tempo gli vola via, a quindici anni e undici mesi è convocato, a sedici firma il suo primo contratto da professionista. Chi lo ferma, record su record, ancora prima di venir convocato in prima squadra è inserito nei 101 Great Goals dei migliori giovani, nella Nazionale è di casa, Under 15, 16, 17. Arriva Sinisa Mihajlovic e lo inserisce stabilmente fra i convocati, a sedici anni e 8 mesi diventa il secondo più giovane portiere del Milan a debuttare in serie A, il 31 gennaio 2016 gioca titolare nel derby, altro record, neanche sette mesi dopo è convocato nella nazionale maggiore, a settembre subentra a Gigi Buffon in una amichevole contro la Francia. Fermatelo, tutto troppo veloce, tutto troppo in fretta, sarà che a questa età ti senti immortale ma fra i pali si muove già come uno al quale è inutile star li a raccontargliela, e al Milan si apre una questione di primaria importanza, questo non è uno come gli altri, qui siamo davanti a un fatto straordinario, sappiamo gestirlo?
Succede che la proprietà è cambiata, ed è in questo vuoto, di idee, di capacità e anche societario del Milan di quei giorni che si infila come un Tav Mino Raiola di cui si può dire tutto, ma non che non sappia dove andare per fare quattrini. Non c’è un solo calciatore al mondo che non vorrebbe l’ex pizzaiolo e le sue dieci o undici lingue sciorinate alla grande come procuratore, e chi lo nega mente. Raiola si prende Gigio e inizia tutta un’altra storia. Una storia batticuore per tutti i milanisti perché lui è entrato sottopelle, è un simbolo, la speranza di un immediato ritorno al passato. Comunque Mino Raiola non è arrivato per caso, Enzo Raiola è suo cugino e collaboratore, e da tempo è amico di Gigio e Antonio, il fratello maggiore, anche lui portiere. Antonio ha nove anni più di Gigio, è stato un Primavera del Milan. I due fratelli sono talmente uniti che Gigio prima giocava fuori ma poi si è messo in porta proprio per emulare le gesta di Antonio.
Adesso però c’è Mino Raiola, e Gigio non rinnova, il suo contratto sta andando in scadenza e il Milan teme di perderlo a ricavo zero.
Raiola dice che invece potrebbe farlo proprio per amore verso i tifosi rossoneri: «Gigio ama il Milan e vuole giocare solo nel Milan». Strategia da vecchio marpione, Raiola gioca e la settimana dopo ribalta tutto: «Gigio è di altra categoria, per lui vedo un grande futuro in un grande club».
Chi non si aspetta l’inaspettato non saprà mai la verità, e così il 16 giugno 2017 a Cracovia durante il primo tempo di Italia-Danimarca Under 21, alle spalle di Gigio compare uno striscione con la scritta Dollarumma, poi i fischi, poi il lancio di centinaia di dollari falsi. A organizzare questo teatro sono solo quattro disperati ma anche il segnale che qualcosa si sta rompendo, i dollari falsi vengono sgomberati dalla sua area, lo striscione rimosso, ma i fischi continuano ogni volta che Gigio tocca la palla. Il presidente del Milan club Polonia Roman Sidorovic confessa di aver organizzato lui tutto: «Io assieme agli altri soci del club abbiamo stampato i dollari falsi e fatto lo striscione, e per questo abbiamo ricevuto i complimenti dei tifosi del Milan di tutto il mondo». Gigio non rinnova e diventa Dollarumma, con tanto di canzoncine e amenità da osteria, i tifosi denunciano il loro diritto a contestarlo, per loro è stato solo un episodio goliardico in mezzo a striscioni veramente offensivi e razzisti che vengono esposti negli stadi. Ma per Gigio sono momenti duri, crocefisso anche dalla critica diventa Paperumma per alcune esibizioni non felicissime e così come era stato subito definito il più forte di tutti diventa solo un giovanotto di belle speranze con tanta strada ancora da fare: «La verità è che abbiamo disegnato l’immagine di un campione su un foglio bianco».
Gigio ha corso, ha corso veloce, forse ora si sta solo voltando per vedere dove sono gli altri e non trova nessuno. Il Milan chiedeva almeno 90 milioni per il suo cartellino, bei tempi, comunque rinnova, sì, alla fine rinnova per 6 milioni a stagione, l’ingaggio più alto di tutta la rosa, e si porta dietro anche il fratello, nuovi attacchi, anche al Milan che appare disorientato e ostaggio di Raiola. Va al mare e non si presenta all’esame di maturità, lo scorticano: «Con sei milioni in tasca cosa gli frega della scuola e degli altri, lui va a Ibiza». Lo difende solo la sua preside: Dai Gigio, parla, dì qualcosa da Milan. E giù altre legnate. E così siamo arrivati a fine corsa, estate calda, lui è entrato nella lista dei sacrificabili per questioni di bilancio, poi qualcuno dei dirigenti si fa avanti e annuncia che Gigio è incedibile, l’ha detto Giampaolo. Replica Filippo Galli. Intanto Raiola pilota, lo nasconde, lo esalta, più lo sposta più guadagna, lo fa con tutti, e per ognuno trova la frase a effetto: «Donnarumma vuole solo il Milan, e il Milan che non vuole più Donnarumma». Chi ha tentato di incastrare Gigio Donnarumma?