il Giornale, 3 settembre 2019
L’amore tra Carole Lombard e Clark Gable
Non sempre vissero felici e contenti. Prendete il caso di Carole Lombard e Clark Gable, la coppia più «in» degli anni Quaranta, destinata a un lungo futuro insieme, dopo i sofferti rapporti precedenti. Si erano già incrociati sul set di Ben Hur, come comparse. Poi, più niente fino al 1932, quando Wesley Ruggles li dirige, da protagonisti, per Nessun uomo le appartiene. Anche questa volta, nessun colpo di fulmine; anzi, antipatia reciproca, come confessa Carole: «Abbiamo fatto qualunque tipo di scena d’amore e neanche nelle più spinte ho avvertito il benché minimo tremito». Tanto da regalare, a Clark, un prosciutto con la foto della sua faccia, ricevendo in cambio un paio di scarpette da ballo di una taglia più grande. Jane Peters, col nome d’arte di Carole Lombard su volere della Paramount, ha 24 anni ed è sposata con il collega William Powell (quello de L’uomo ombra), di sedici anni più anziano di lei. La Lombard aveva iniziato giovanissima la carriera artistica, quando ancora imperversava il muto, rischiando di dover smettere dopo che un incidente d’auto le aveva provocato dei gravi danni sul volto. Già da subito, si dimostra un’attrice dalle grandi doti comiche, ironiche e la sua consacrazione, da questo punto di vista, arriva nel 1934, quando Howard Hawks la sceglie per Ventesimo secolo, divenendo la regina della screwball comedy, quel genere di commedia sofisticata, svitata, che andò per la maggiore in quel periodo. Anche Gable non disdegna i matrimoni con persone molto più adulte. Prima, convola a nozze, nel 1924, con l’insegnante di recitazione Josephine Dillon (di dodici anni più grande), che gli consiglia di non usare più il primo nome William, ma limitarsi al solo Clark. Poi, nel ’30, si innamora della ricca Maria «Rhea» Langham (qui, la differenza è di ben 17 anni) che, grazie alle sue conoscenze, lo fa assumere alla M.G.M., studio che gli impone di rifarsi i denti e intervenire sulle orecchie a sventola. Matrimonio che non gli impedisce di dedicarsi a varie scappatelle, una delle quali con Loretta Young, rimasta incinta (nascerà Judy Lewis), il tutto tenuto ben nascosto visto lo scandalo che avrebbe provocato.
Il 25 gennaio 1936 i due si ritrovano a un ballo di beneficenza. Lui ci prova smaccatamente con Carole, invitandola a lasciare la festa. Peccato che quando la inviti a salire nella stanza dell’hotel, lei, divertita, gli risponda: «Ma chi pensi di essere, Clark Gable?». Qualche settimana dopo, tocca al filantropo Jock Whitney organizzare il cosiddetto «Party dell’esaurimento nervoso», per festeggiare la guarigione (in una casa di cura) della moglie dello sceneggiatore Odgen Stewart. Arriva una ambulanza, dalla quale scendono dei portantini con una barella. Sotto c’è un corpo ricoperto da un lenzuolo: è quello di Carole che, scherzando, balza in piedi tra la risata quasi generale dei presenti. Quasi, perché Gable non gradisce, sentendosi etichettare come «pallone gonfiato». La serata finisce con una partita a tennis tra i due, vinta dalla Lombard 8-0. Lui, che era arrivato alla festa con Merle Oberon, si dimentica completamente della sua accompagnatrice che va via offesa. È il preludio di quello che accadrà due mesi dopo quando, finalmente, Carole e Clark capiscono di amarsi. Ovviamente, lui è ancora sposato con la Langham, costringendo la Lombard a rifugiarsi in una graziosa casetta situata a Bel-Air, per sfuggire anche ai detective privati che la moglie di Gable ingaggia per avere, in mano, le prove certe del tradimento. Le loro carriere procedono bene, nonostante Clark commetta un passo falso con il film Parnell, motivo di bonario dileggio da parte della sua amante che arriva, un giorno, a noleggiare un aereo facendo piovere volantini sugli Studios con stampato: «Se pensate che Gable sia il più grande attore di tutti i tempi andate a vederlo in Parnell. Non lo dimenticherete più». Dai e ridai, Gable ottiene il divorzio, non senza colpo ferire, dalla consorte, grazie anche all’ingaggio per girare Via col vento.
È il 29 marzo del 1939 quando i due futuri sposini si dirigono a Kingman per pronunciare il fatidico sì. «Pioveva a dirotto, quel giorno. Clark guidava a velocità folle, in un mare di fango, attraverso quelle che erano ancora le praterie del vecchio West. Arrivammo a Kingman, nell’Arizona, che era già notte. Andammo a svegliare il pastore di una chiesetta sperduta nel buio, che sembrava davvero ai confini del mondo. «Dobbiamo sposarci», disse Clark al reverendo. Il banchetto nuziale fu a base di pane e salame», ricorda sorridendo Carole. Vanno a vivere in un ranch ad Encino, dove staccano da tutti e da tutto, dedicandosi, tra un ciak e l’altro, ai loro campi e animali. «Puoi affidare a quella testa matta la tua stessa vita, le tue speranze e le tue debolezze, e lei non saprebbe nemmeno come pensare a deluderti», confida lui. Insomma, il destino, favorevole, sembra segnato per loro due; invece, la tragedia è dietro l’angolo. Con l’entrata in guerra degli Usa, infatti, Gable viene nominato presidente dell’Hollywood Victory Committee, comitato di attori che si occupa di raccogliere fondi per le famiglie dei caduti, vendendo, ad esempio, buoni del tesoro. Carole è, ovviamente, attiva, arrivando, addirittura, a portare nelle casse oltre 2 milioni di dollari. È il gennaio del 1942 e si vocifera che Gable, sul set di Incontro a Bataan, abbia un flirt con Lana Turner. Carole vuole affrontare il marito per capire cosa ci sia di vero in quelle dicerie. «Hey pappamolla, faresti meglio ad arruolarti con questi uomini» fa in tempo a scrivergli, con un telegramma. Il giorno 16 deve prendere un treno che, in cinque giorni, la porterebbe a Los Angeles. Troppo. Decide di salire su un aereo, nonostante la madre, che la sta accompagnando, faccia di tutto, quasi come un presentimento, per convincerla a non volare. Con loro, vi è anche il suo agente Otto Winkler. Madre e figlia tirano a sorte con una moneta e vince Carole. Ad Albuquerque, durante una sosta per rifornire il velivolo, il pilota domanda al trio di poter far salire, al loro posto, 3 militari. Lei, però, non ne vuole sapere. È troppa la voglia di tornare rapidamente da Gable che, nel frattempo, le sta preparando una festa a sorpresa. Purtroppo per lui, arriva la fatale telefonata che lo avverte dello schianto dell’aereo sul Monte Potosi. Lui noleggia subito un volo privato per andare da lei, ma la vita di Carole, a soli 33 anni, si è spenta per sempre. Viene seppellita, in abito bianco, come da sua richiesta, al Forest Lawn di Glendale, accanto alla madre. Le daranno una medaglia al valore come prima donna morta in battaglia. Lui, devastato e pieno di rimorsi, si offre volontario. «Lascio il cinema, parto per la guerra, con la sola speranza di non tornare vivo». Tornerà, ma il ricordo di sua moglie non lo abbandonerà mai. Muore per un attacco di cuore, a 59 anni, facendosi seppellire accanto alla sua Carole.