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 2019  settembre 03 Martedì calendario

L’80% dei migranti arriva con sbarchi fantasma

L’80 per cento dei migranti giunti in Italia quest’anno lo ha fatto con «sbarchi fantasma». Mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini annunciava «la chiusura dei porti», sulle spiagge e negli approdi più nascosti, sono arrivati oltre 4.300 stranieri. Ai quali bisogna aggiungere le persone che non sono state rintracciate, circa 2.000 secondo le stime degli analisti. 
Il numero complessivo rimane comunque molto basso visto che al 2 settembre 2019 i migranti identificati sono poco più di 5.000. Ma il problema rimane quello dei divieti, perché è accaduto che mentre al Viminale veniva firmato il decreto per impedire l’ingresso di navi che trasportavano qualche decina di persone, a pochi chilometri di distanza attraccavano gommoni e barchini con un numero molto superiore. 
Il caso più eclatante risale al 29 agosto scorso quando la «Mare Jonio» della Ong Mediterranea chiede di poter arrivare a Lampedusa. Permesso negato con un provvedimento di Salvini – controfirmato dai colleghi di governo Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli – che autorizza soltanto lo sbarco di donne, bambini e malati stremati da una traversata di giorni. 
E dunque le motovedette della Guardia Costiera portano a terra 64 migranti, mentre rimangono a bordo altri 34 che soltanto ieri, alla fine di una vera e propria odissea, sono stati fatti scendere. Ebbene in quelle stesse ore un gruppo di 78 tra siriani e bengalesi viene rintracciato a Lampedusa: è appena sbarcato senza innescare alcun allarme. 
Negli ultimi otto mesi è accaduto ben 208 volte, come dimostrano i dati ufficiali del Viminale. Fino a ieri risultano giunti via mare 5.253 stranieri. Sono 947 quelli portati con le navi dell Ong con 26 sbarchi. Ma la maggior parte ha evidentemente scelto modalità alternative: sono stati infatti 208 gli «sbarchi fantasma» che hanno consentito a 4.306 migranti di arrivare a terra. In ben 110 casi – e per 1.979 persone – il «rintraccio» è avvenuto dopo l’approdo. 
I piccoli natanti, per sfuggire ai controlli, battono rotte diver-se da quelli che partono dalla Libia, 
visto che provengo-no spesso da Tunisia, Algeria e Turchia 
Una situazione analoga, sia pur con numeri leggermente più elevati (per un raffronto effettivo bisognerà attendere la fine dell’anno) era accaduta nel 2018. Al 31 dicembre risultano effettuati ben 341 sbarchi e arrivate 5.999 persone. Di queste 2.331 sono state trovate appena scese dai barchini e altre 3.668 sono state rintracciate a terra. 
È stata proprio la Guardia Costiera a evidenziare quali siano le rotte battute da queste piccole imbarcazioni per sfuggire ai controlli che sono «lontane e diverse da quelle che hanno come punto di partenza la Libia visto che i natanti utilizzati provengono principalmente da Tunisia, Algeria e Turchia. Si tratta di piccoli pescherecci, a differenza dei gommoni monotubolari o barconi in legno più largamente impiegati nel Mediterraneo centrale che generalmente portano un numero non elevato di migranti», anche se in alcuni casi sono arrivati anche a 100 persone. 
Le barche «sono prive di qualsiasi sistema di rilevazione che ne consenta il monitoraggio attraverso le tecnologie di cui sono dotate le Sale Operative». In alcuni casi vengono utilizzate «barche a vela provenienti da Est, che possono essere facilmente scambiate per quelle dedite ad una regolare navigazione da diporto o comunque ad un “normale” uso del mare e, pertanto, non immediatamente associabili all’evento migratorio». In alcuni casi «le imbarcazioni sono trainate da una nave madre che a poche miglia dalla costa le lascia e fa perdere le proprie tracce allontanandosi a grande velocità».