Il Sole 24 Ore, 3 settembre 2019
Come lavora la Superanagrafe dei conti correnti
La macchina è partita e punta a individuare evasori totali o paratotali. L’obiettivo è completare la sperimentazione, come messo nero su bianco anche dall’ultima circolare sui controlli arrivata quasi alla vigilia di Ferragosto. Dopo aver avviato lo scorso anno l’analisi del rischio sulle società, gli uffici centrali dell’agenzia delle Entrate sono al lavoro per estendere l’utilizzo dell’immenso patrimonio informativo messo a disposizione dalla Superanagrafe dei conti correnti (prevista dal decreto salva-Italia del Governo Monti a fine 2011) anche per le persone fisiche. L’obiettivo è un’operazione chirurgica destinata a ricalcare a grandi linee quanto già avvenuto appunto con le società. In pratica, prima si punta a completare i criteri per individuare i contribuenti a maggior rischio evasione con un’operazione che lavora su un incrocio tra le informazioni finanziarie della Superanagrafe (saldo a inizio e a fine anno, dato complessivo sui movimenti in entrata e in uscita, giacenza media) e quelle reddituali contenute in Anagrafe tributaria. Definite le linee operative, sarà poi stilata la lista dei contribuenti a rischio evasione da trasmettere agli uffici provinciali per l’eventuale accertamento. In questi casi, infatti, la procedura passa prima da un invito al contraddittorio per consentire a chi è stato “selezionato” di giustificare le anomalie rilevate dall’amministrazione finanziaria. Solo se la fase non va a buon fine si potrà procedere all’accertamento vero e proprio.
Comunque tutto dipenderà dai criteri che saranno elaborati per la selezione e sui quali si sta cercando di evitare tutte quelle situazioni che potrebbero generare dei falsi positivi, ossia situazioni che sembrano in odore di evasione ma che in realtà non lo sono.
L’elenco dei soggetti a rischio dovrebbe aggirarsi nell’ordine di un migliaio: in pratica una cifra molto simile al primo elenco delle società dello scorso anno. Considerando sia il metodo di lavoro sia i (prevedibili) numeri in gioco, verosimilmente l’Agenzia punterà a circoscrivere il raggio d’azione su evasori totali o paratotali. Ad esempio, sulle società il faro era stato puntato su quei casi in cui la dichiarazione dei redditi o Iva era stata omessa o era risultata “esigua” a fronte di ingenti movimentazioni sui conti per quel periodo d’imposta. Anche perché è lo stesso spirito della Superanagrafe, che ha avuto un debutto lento e faticoso per la necessità di garantire la tutela dei dati ultrariservati che vi confluiscono nel rispetto delle indicazioni del Garante della Privacy, a indicare che si tratta di uno strumento per l’analisi di rischio evasione preventiva e non per i controlli diretti. Quindi non va confusa con le indagini finanziarie che richiedono una procedura autorizzativa (alle Entrate va rilasciata dalla direzione regionale) per scandagliare anche nei singoli movimenti di un contribuente. Indagini finanziarie che, secondo quanto riportato dalla Corte dei conti nell’ultima relazione sul rendiconto generale dello Stato, nel 2018 hanno registrato un aumento sia nel numero (+113,5%) sia nella maggiore imposta accertata (+12,2%) rispetto all’anno precedente.