la Repubblica, 1 settembre 2019
Tirano a indovinare
L’idea che il partito che ha fatto amichevole visita ai gilet gialli ora valuti l’idea di sedersi, al Parlamento europeo, proprio accanto a Macron, è a suo modo formidabile. Volendo essere benevoli nel giudizio, indica una spensieratezza invidiabile. O addirittura una predisposizione alla fraternità universale della quale (fatevi un esame di coscienza) nessuno di noi sarebbe capace. Volendo invece essere malevoli, siamo di fronte a un cinismo raffinatissimo, di tipo neodemocristiano: quel corpaccione politico conteneva qualunque cosa, dai fascisti come Ciarrapico a certe teste calde cisline molto più a sinistra della Cgil, eppure per quarant’anni, nel nome del potere, digerì tutto, anche i sassi. L’agnosticismo del Movimento potrebbe dunque essere una riedizione (molto aggiornata ai tempi, dunque molto alla buona) del vecchio interclassismo democristiano, e di quell’uso di mondo che consentiva di mettere nello stesso sacco volpi e galline. Con un ulteriore vantaggio, che nel Novecento non era ancora disponibile: l’alibi post-ideologico, quel confortevole pressapochismo eletto a Regolamento Interno che aiuta a ospitare senza doverne rendere conto a nessuno, tantomeno a se stessi, destra, sinistra, post-destra, post-sinistra, terzomondisti e ammiratori di Trump, terrapiattisti e cosmonauti, suore e satanisti, lettori della Bibbia ed esegeti dei Protocolli dei Savi di Sion, cacciatori e animalisti, ufologhi e psichiatri, virologhi e confezionatori di vaccini vegetali casalinghi, eccetera. Sono tutti “cittadini”, no? C’è infine una terza ipotesi, diciamo così meno politica. La meno lusinghiera ma forse la più umana, dunque la più verosimile: tirano a indovinare.